Il 18 aprile c.a. il C.T.F.V.R. elaborò ed approvò la bozza del Calendario Venatorio, per l’annata 2013-2014. Da allora sono già trascorsi ben 49 giorni, senza che alcuna notizia trapelasse dai tavoli istituzionali. Nel completo disinteresse delle Associazioni Venatorie e, perché no, della maggioranza dei cacciatori. Non un sussulto non un gemito a dimostrare che il paziente è ancora vivo. Tant’è siamo ancora in attesa anche del previsto parere dell’ISPRA, elemento necessario per poter continuare l’iter formativo del Calendario. Insomma: “campa cavallo che l’erba cresce!!”. Infatti, non solo siamo in attesa del parere dell’ISPRA, ex INFS ma non ex ambientalisti, ma siamo, arcisicuri che questo parere sarà negativo. Perché appunto, tale Istituto, è formato in gran parte da ambientalisti, perché le linee guida sono fatte a livello nazionale e non regionale (e si sa l’Italia è uno stivale che si estende in lunghezza e quindi ciò che potrebbe essere giusto per la Valle d’Aosta non sempre è giusto anche per la Campania o per la Sicilia) ed ancora perché gli studi scientifici e di settore, per essere magnanimi, sono fatti, diciamo così, “all’italiana”.

Ecco perché ribadiamo la sacrosanta necessità di dotarsi, al più presto, di un Osservatorio Faunistico Regionale.

Strumento necessario per controbattere i pareri dell’ISPRA con dati scientifici seri, articolati ed affidabili.

Viceversa, anche quest’anno, mentre tante altre regioni hanno già emanato il proprio Calendario Venatorio 2013-2014, noi siamo anni luce indietro. Il C.T.F.V.R. non si riunisce o se lo fa si guarda bene da prendere decisioni, l’ISPRA non da i dovuti pareri, le Associazioni Venatorie fanno il gioco delle tre scimmie (non vedono, non sentono e non parlano), i cacciatori aspettano un miracolo che non arriva e le uniche a gongolare sono le Associazioni Ambientaliste che, in questo mare magnum di esitazioni, trovano linfa vitale.

In questo marasma di incertezze entra a pieno titolo, manco a dirlo, anche la Regione Campania, con il suo Consiglio che fa velina. Infatti, chiamato il giorno 5 c.m. a discutere del maxi-emendamento per la modifica della legge regionale n. 26/2012 l il Consiglio non ha discusso di un bel nulla e la seduta è stata rimandata, forse in attesa di tempi migliori, al giorno 12.

Ci aspettiamo, comunque, che in quella data, finalmente, qualcosa si muova e vengano approvati i due emendamenti a noi più cari, ovvero l’istituzione dell’Osservatorio Faunistico Regionale e la ri-perimetrazione delle aree inibite alla caccia entro e non oltre il 30%, lasciando il restante 70% del territorio agro-silvo-pastorale libero alla caccia, come sancito e previsto (ma sempre disatteso) dalla legge 157/92.

Ricordiamo agli addetti ai lavori, se ce ne fosse ancora bisogno, che “vigilantibus iura succurunt non dormientibus” e noi siamo nati proprio per vigilare. Questo è uno dei pochi punti di certezza, quindi siano sicuri che, in mancanza di azioni risolutive, la diffida da noi inoltrata si trasformerà in formale denuncia all’A.G. affinché verifichi se nel loro comportamento ravvisi estremi di reato, quali, ad esempio esplicativo ma non esaustivo, omissioni di atti d’ufficio ed interruzione di pubblico servizio

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