Da alcuni anni si è  diffuso anche in Italia il cinìpide (o vespa cinese) del castagno (Dryocosmus Kuriphilus Yasumatsu), temibile parassita che determina la comparsa di vistose galle (o ingrossamenti) sui germogli e sulle foglie del castagno, causando uno sviluppo stentato della vegetazione e un calo, spesso assai evidente, della produzione di castagne.

Il “cinìpide”, dannosissimo insetto per il castagno, è originario della Cina (da cui il termine “cinìpide”), ma ha invaso molti Paesi in tutto il mondo. Le femmine adulte del “cinìpide” (può sembrare strano, ma non esistono maschi) sono lunghe appena 2 millimetri o poco più e di colore nero, con zampe giallo-brunastre. Siccome questo insetto killer provoca la formazione di vistose galle (o ingrossamenti) sui germogli e sulle foglie del castagno, è detto cinìpide “galligeno” del castagno.

A beneficio di coloro che non lo sapessero, le galle (o ingrossamenti) delle piante sono in generale delle escrescenze anomale provocate da insetti o da altri organismi come batteri, funghi e acari, e sono in buona sostanza delle formazioni “tumorali” che colpiscono le piante.

Le galle (o ingrossamenti) causate dal “cinipide” compromettono la crescita dei ramoscelli interessati, impediscono la fioritura normale, indeboliscono gli alberi infestati. Le femmine del “cinìpide” emergono dalle galle (sfarfallamento) da fine maggio a luglio e sono in grado di deporre nelle gemme ancora tenere del castagno fino a 100-150 uova (10 – 20 per ogni deposizione). Le uova sono già  feconde e senza l’ausilio di individui maschili (che, come già precisato, non esistono), attuando in tal modo un tipo particolare di riproduzione denominato “partogenesi”.

Un forte attacco di quest’insetto, oltre a provocare una riduzione dello sviluppo vegetativo e un consistente calo della produzione di castagne, determina anche un notevole deperimento degli alberi colpiti. Nei casi più gravi l’infestazione può determinare la morte dell’albero. Le uova deposte nelle gemme (10 – 20 per ogni deposizione) si schiudono dalla media alla tarda estate e le giovani larve si nutrono un po’ e poi svernano nelle gemme infestate. Le larve si sviluppano all’inizio molto lentamente, sempre all’interno delle gemme, senza che queste presentino sintomi esterni della infestazione.

Nella primavera successiva, però, alla ripresa vegetativa, si ha un rapido sviluppo delle larve che determina la formazione delle caratteristiche “galle” (ingrossamenti), prima verdastre e poi tendenti al rosso.

UN DANNO NOTEVOLE ALLA NATURA E ALL’ECONOMIA

L’insetto Cinìpide o vespa cinese del castagno, originario della Cina e introdotto per sbaglio in Europa attraverso un’importazione di pianticelle da vivaio, è stato segnalato per la prima volta in Europa proprio in Italia, nel 2002 (in provincia di Cuneo). Da allora si è lentamente diffuso in tutte le regioni, fino a determinare il crollo della produzione di castagne nell’autunno 2011, che resterà negli annali come l’autunno senza castagne (produzione in calo del 70-80%).

È appena il caso di ricordare che l’Italia è leader europea nella produzione di castagne, ed è il quarto produttore al mondo dopo Cina, Corea del Sud e Turchia.  La produzione italiana del frutto più rappresentativo dell’autunno (la castagna) viene considerata anche all’estero di alta qualità. Oltre un terzo della produzione nazionale arriva dalla Campania e a seguire da Toscana, Lazio, Calabria e Piemonte, che rappresentano le principali Regioni produttrici.

Il primato italiano sul piano qualitativo e’ confermato dalla presenza di ben nove tipi di castagne che hanno ottenuto il riconoscimento europeo. Quattro tipi si trovano in Toscana, due in Campania, e uno rispettivamente in Emilia Romagna, in Piemonte e nel Lazio.  Pure in considerazione di ciò, del problema del Cinipide o vespa cinese si sta occupando, a tutela dei castagneti, anche il Minstero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (noto con l’acronimo MiPAAF), che ha già stanziato somme importanti per la lotta al Cinipide Galligeno (Drycosmus Kuriphillus).

Priorità assoluta è stata data alla lotta biologica al “cinipide” attraverso il lancio di un insetto antagonista, il Torymus sinensis, che si nutre delle larve del “cinipide” e che inizialmente è stato riprodotto e diffuso dall’Università di Torino. Nonostante alcune sperimentazioni alternative, continua a ritenersi che il mezzo più efficace nella lotta al fitogafo Cinipide o vespa cinese del castagno sia la lotta biologia o integrata.

In Cina il fitofago (“cinipide”) è controllato efficacemente da diversi agenti naturali, fra cui alcuni Imenotteri Calcidoidi Torimidi, di cui fa parte il Torymus sinensis.

Nella seconda metà  degli anni settanta e agli inizi degli anni ottanta in Giappone è  stato attuato un piano d’introduzione del Torymus sinensis importando alcune migliaia di galle dalla Cina.

I monitoraggi effettuati in Giappone successivamente nel corso degli anni ottanta hanno messo in evidenza che il Torimide si è acclimatato, espandendosi in un territorio più vasto, ma soprattutto ha ridotto drasticamente l’intensità degli attacchi al castagno da parte del Cinipide: nei siti monitorati la percentuale d’infestazione, inizialmente del 43%, si è ridotta al 3% alla fine degli anni ottanta e all’1% agli inizi degli anni novanta.

LA SITUAZIONE AL MOMENTO IN ITALIA.

In Italia la diffusione del parassitoide Torymus sinensis è ancora in fase sperimentale. Le percentuali di parassitizzazione sono sotto osservazione e si spera nell’acclimatazione, come in Giappone, del Torimide sul nostro territorio, in modo che si riproduca autonomamente in natura e si diffonda spontaneamente anche in Italia, sia pure con gradualità.

Molte regioni italiane si sono già attivate con il lancio del Torymus sinensis nei castagneti maggiormente infestati dal Cinipide. Alcune regioni hanno già realizzato campi di riproduzione controllata del Torymus sinensis per operare sempre più autonomamente. È anche iniziato il monitoraggio, da parte dei tecnici, delle galle sintomatiche ed è emersa la presenza di nuovi insetti autoctoni antagonisti del cinipide: QUESTO FA BEN SPERARE.

Altra forma di lotta che si sta sperimentando è la potatura verde, da effettuarsi dopo lo sfarfallamento del cinipide e dopo la sua deposizione delle uova, allo scopo di stimolare le piante a produrre nuova vegetazione fogliare e nuove gemme non più esposte a deposizione delle uova del cinipide. Logicamente occorrerà aspettare un po’ di anni per avere risultati attendibili, anche se già quelli attuali sono positivi.

Data la notevole diffusione dei castagneti nel territorio di Cusano Mutri (BN), e considerata anche l’importanza qualitativa e quantitativa della locale produzione di castagne, il sindaco Pasquale Frongillo ha mostrato attenzione per la lotta al “cinìpide” (o vespa cinese), insetto killer del castagno, assicurando, come già fatto negli anni scorsi, anche per il futuro il contributo dell’amministrazione comunale all’acquisto del Torymus sinensis, insetto utilizzato per combattere il “cinìpide” galligeno del castagno, delle cui larve il Torymus si ciba.

Ma vista l’importanza e la vastità del problema, vengono ovviamente auspicati un po’  da parte di tutti (e non solo dai proprietari dei castagneti della regione) interventi più massicci e ancora più efficaci nella lotta all’insetto killer del castagno; interventi non solo per iniziativa regionale, ma anche ministeriale.

Emidio Civitillo

 Per vedere le altre numerose immagini e la descrizione, cliccare sul link  La lotta per salvare i castagneti.

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1 commento

  1. Gent.mo Prof. Emidio, come Le ho anticipato per telefono,Le ho inviato il contenuto della delibera della Giunta Regionale nr. 104, approvata nella seduta del 27 maggio 2013 (in attesa di pubblicazione), recante azioni per contrastare gli attacchi di Cinipide galligeno, molto dannosi per l’economia legata alla produzione di castagne.
    Credo che nell’allegato siano indicate anche azioni specifiche da promuovere sul territorio. Con viva cordialità. Carmine R. COVELLI

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