I “Telesini a 5 Stelle” rappresentano non una parte, ma una piccolissima parte (meno del 1%) degli elettori che lo scorso Febbraio hanno votato Movimento 5 Stelle a Telese Terme. Una piccolissima parte che ha deciso, con spirito civico e con un’azione di volontariato, di rimboccarsi le maniche ed attivarsi su temi cari al Movimento i quali, molto spesso, diventano tematiche che interessano tutti i cittadini. Non a caso il Movimento 5 Stelle è un movimento di cittadini le cui azioni si sviluppano dal basso, non dall’alto dei vertici di un Partito o di persone aderenti ad un Partito politico. L’argomento, di cui parleremo, è la prova di decisioni provenienti da un gruppo ristretto di politici appartenenti a Partiti, in conseguenza di poteri ad essi attribuiti. Per chi conosce le dinamiche e le basi culturali del Movimento 5 Stelle, è noto che il programma è frutto del contributo degli attivisti; esso è in continuo aggiornamento, elaborazione ed estensione. Il programma del Movimento 5 Stelle, alla voce ENERGIA, va letto dal primo rigo; è naturale che, se si legge solo l’ultimo rigo e si riporta all’attenzione della pubblica opinione solo quello, si tenta di eseguire un’operazione ingannevole, che ha come obiettivi da un lato di minare la credibilità di coloro che si oppongono alle proprie tesi, dall’altro di portare l’acqua al proprio mulino. Si tratta della classica strategia usata dal giornalismo militante e di parte, nonché dai professionisti della politica. Nel programma del Movimento 5 Stelle vanno distinti due capitoli, ENERGIA e RIFIUTI:
Capitolo ENERGIA del Movimento 5 Stelle
Con riferimento all’approvigionamento energetico, in sintesi, si prevedono prima di tutto una serie di proposte finalizzate alla riduzione del fabbisogno energetico sia nel pubblico che nel privato ed alla riduzione degli sprechi e delle inefficienze nella produzione termoelettrica. Solamente dopo che sono stati realizzati questi obiettivi, ed in CARENZA DELL’OFFERTA DI ENERGIA, si potrà accedere alla costruzione di nuovi impianti di generazione elettrica, tra i quali rientrano i biodigestori anaerobici. I Forum tematici del Movimento 5 Stelle, sull’argomento Biodigestori, concordano, tra l’altro, sull’opportunità che tali impianti, di PICCOLA TAGLIA, debbano essere riservati alle aree rurali ed alle Aziende agricole e zootecniche per il loro esclusivo fabbisogno energetico, nonché per la produzione di concime. Al di fuori di queste realtà, la contrarietà del Movimento agli impianti di biodigestione anaerobica è dimostrata in numerose occasioni, tra cui citiamo la più recente: la prima marcia nazionale ad Assisi con lo slogan “No alle centrali a biogas”, che si tiene proprio in questi giorni ed alla quale è annunciata la partecipazione di Parlamentari del Movimento 5 Stelle.
Capitolo RIFIUTI del Movimento 5 Stelle
Riguardo alla gestione dei rifiuti, con riferimento ai rifiuti organici, il Movimento 5 Stelle ha aderito alla strategia dei cosiddetti “Rifiuti Zero” che, per ragioni di sintesi e senza voler essere riduttivi, prevede l’avvio verso sistemi che possano ridurre la loro produzione ed il loro conferimento verso le discariche. Tra i perni di questa strategia vi è l’incentivazione all’uso di Compostiere domestiche e industriali. Per inciso, va rimarcato il fatto che il Partito “Sinistra Ecologia Libertà”, nel suo programma, condivide in pieno la strategia “Rifiuti Zero”; ci chiediamo da giorni quali siano le ragioni del silenzio sulla vicenda, di Gianluca Serafini, che è Consigliere Comunale di maggioranza a Telese Terme, ma è soprattutto il Segretario Provinciale di “Sinistra Ecologia Libertà”.
I due capitoli (ENERGIA E RIFIUTI) andrebbero tenuti distinti; la scelta di gestire i rifiuti per scopi energetici (produrre energia elettrica) indirizza, tra le varie soluzioni esistenti, verso impianti tipo i Biodigestori anaerobici. La scelta di gestire i rifiuti con l’obiettivo di ridurne la produzione a monte, di ridurne il conferimento in discarica, di ridurne i costi e di incentivare i cittadini con sconti, deve orientare verso soluzioni diverse, in linea con la strategia “Rifiuti Zero”.
La Provincia di Benevento, poco meno di trecentomila abitanti e con una densità di popolazione pari a 137 abitanti/Km quadrato, è la più piccola della Campania ed una delle più piccole d’Italia. Riteniamo che né a Telese, né a Molinara, né in altri Comuni vi sia necessità di ulteriori approvvigionamenti energetici. La Provincia di Benevento si presenta quale realtà ideale per avviare l’ambizioso progetto “Rifiuti Zero”. Il mega-progetto biodigestori, con lo STIR di Casalduni sovradimensionato per le esigenze provinciali e da adibire anche a Stazione di trasferenza (stoccaggio e trasferimento), a nostro parere, risulta non necessario oltre che sconveniente. E tralasciamo, per ragioni di spazio, di introdurre argomenti inerenti l’ambiente (emissione di CO2) e la salute (Clostridium botulinum), già posti all’incontro pubblico, che saranno affrontati in prosieguo. Quanto alla visibilità politica, laddove questa sarà meritata, siamo certi che andrà solo a vantaggio del Movimento, e non di singoli o gruppi più o meno piccoli. Inoltre, non parteciperemo mai ai “dialoghi costruttivi” cui ci hanno abituati i politici ed i Partiti, non ci incantano, conosciamo bene il loro “senso unico”, la loro “parziale” utilità e la loro logica; noi dialoghiamo con i cittadini. Infine, l’iniziativa del Referendum nasce perché noi ai politici non crediamo, non crediamo al “nulla di deciso” quando i cittadini sono interpellati con 6 mesi di ritardo, e senza spiegarcene le ragioni; e poi, la materia è delicata, controversa e di grande attualità, se non ora quando ricorrere ad una delle più alte espressioni di democrazia?
per Telesini a 5 Stelle Angelo Cinquegrana – Michele Clarizia – Ottavio Coppola – Sergio Paliotti – Bruna Varrone
Non credete a chi oggi in cerca di identità politica cerca consensi tra gli elettori del M5S interpretando scorrettamente il programma del Movimento.
Di seguito un estratto di Montecitorio a 5 Stelle:
“I deputati della Commissione Ambiente M5S sono ad Assisi, alla marcia contro gli impianti a biomasse e biogas: impianti inquinanti, che producono poco, che consumano territorio agricolo, e che vengono costruiti febbrilmente ovunque solo per accapararsi i soliti incentivi.
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Assisi: 25 maggio 2013, in corso convegno del Comitato Terre Nostre, dove si parla di impianti a biomasse e biogas. Negli ultimi 4 anni sono sorti in Italia impianti in oltre 1400 comuni, per 3,8 GW di potenza, fonti rinnovabili? Utili? Lo sarebbero se ci fosse un piano energetico, se ci fosse in prevalenza autoconsumo, se ci fosse significativa significativo recupero dell’energia termica (cogenerazione), se non ci fossero colture dedicate che sottraggono almeno 400 ettari di suolo nobile per 1 MW di energia. Invece ci troviamo di fronte a un piano lobbistico in una nazione che ha già 120 GW orari di potenza elettrica oraria con un consumo medio nazionale di 30 GW e 16 GW da fonti più sostenibili (dal solo solare fotovoltaico). Uno spreco di oltre 15 miliardi di euro per costruire gli impianti e 6 miliardi di euro all’anno per pagare la scarsa energia prodotta dagli impianti che si sostengono solo grazie agli incentivi (energia pagata 4 volte più del valore di mercato, 12 volte di più valutando la resa energetica)
per cui negli ultimi 4 anni circa 40 miliardi di euro gettati, e il denaro non ci risulta abbondare…per non parlare di inquinamento: un impianto a biogas da 1 MW di picco emette NOx, al dì, pari a 10.000 auto che percorrono 20 km in un giorno…e di inquinamento invece ce ne è in abbondanza…per questo oggi siamo alla marcia ad Assisi per difendere il territorio, l’ambiente, la salute e la società!”
Complimenti ai Telesini a 5 Stelle per il grado di disinformazione che deliberatamente mettono in campo, al fine di alimentare la confusione che essi stessi hanno contribuito a creare. E memo male che affermano di essere per la trasparenza e al servizio dei cittadini.
I Telesini a 5 Stelle, nonostante siano da giorni impegnati in studi e approfondimenti, ancora non si rendono conto che nella strategia Rifiuti zero si inseriscono perfettametne gli impianti come quello di cui si tratta. Ragion per cui la programmazione e l’azione del sottoscritto, prima da assessore provinciale e poi da vicesindaco, sono perfettametne coerenti con il programma del partito di cui fa parte.
Loro mi sembrano decisamente più confusi, al punto di inventarsi un capitolo RIFIUTI in un programma che scrive ben altro da quanto affermano, e che – CONTRARIAMENTE A QUELLO CHE SCRIVONO – tiene insieme proprio i due temi: energia e rifiuti.
Rimando a uno dei tanti programmi locali dei 5 Stelle, precisamente quello del Comune di Guastalla, che parla di Rifiuti zero e prevede questo:
“Costruzione di un impianto di Compostaggio-Digestione Anaerobica con altri comuni della Bassa per crerare compost per i campi (meno fertilizzanti chimici) e biogas dagli scarti organici, agricoltura e da cucina;
•Accordo con imprese per costruzione di un moderno Centro Riciclo modello “Vedelago” per i Comuni della Bassa dove si ricicleranno anche gli scarti plastici, cartacei, prima ”non riciclabili” che in questo modo potranno essere riutilizzati trasformandoli in sabbie sintetiche per l’edilizia (ed evitando escavazioni nel Po) e per l’industria plastica. Così facendo gli scarti non saranno nè seppelliti (discarica) nè bruciati (inceneritore)”.
Questi punti sono il cuore del Piano rifiuti della Provincia di Benevento, da me voluto e in corso di attuazione. L’impiantistica sarà pubblica e non in mano a soggetti privati.
Lo so che ammettere di aver preso una cantonata può costare fatica, ma prima lo faranno meglio sarà anche per i Telesini a 5 Stelle, che prima o poi dovranno stancarsi di tentare vane arrampicate sugli specchi.
Per aiutare i Telesini a 5 Stelle nel loro lavoro di studio, ricerca e mobilitazione popolare, allego il testo integrale dell’articolo 14 della proposta di legge Rifiuti zero, che riguarda il trattamento dell’umido.
I Nostri non si sono ancora accorti che è esattamene ciò che vogliamo fare a Telese:
“Art. 14
Semplificazione delle procedure per l’impiantistica del riciclo
1. In attuazione del principio generale della gerarchia di trattamento, per la realizzazione di impianti di trattamento per il riciclaggio e per il recupero sia di frazioni secche sia umide, sono privilegiate le procedure di autorizzazione accelerate e, ove previsto, semplificate ai sensi dell’articolo 214 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni. Le regioni, comprese quelle a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano nelle forme stabilite dai rispettivi statuti di autonomia e dalle relative norme di attuazione, adottano un iter amministrativo che, lasciando fermi i termini più brevi vigenti, imponga la conclusione del procedimento e il rilascio del titolo autorizzativo a cura dell’amministrazione competente entro e non oltre dodici mesi dalla data del deposito del progetto definitivo da parte del soggetto richiedente.
2. Gli impianti che godono del descritto regime speciale provvedono esclusivamente al trattamento per il recupero di materia e sono identificati nel modo seguente:
a) impianti per la selezione dei rifiuti urbani indifferenziati dedicati alla massimizzazione del recupero di materia al fine del riciclaggio ovvero provvisti di linea di presso-estrusione delle plastiche e di produzione di materia prima secondaria, con esclusione di quelli destinati alla produzione di combustibile derivato da rifiuti (CDR) o di combustibili solidi secondari (CSS);
b) impianti di compostaggio aerobico, compresi i cosiddetti impianti di compostaggio aerobico elettromeccanici, e impianti di digestione anaerobica con successivo compostaggio aerobico alimentati con la frazione organica rifiuti solidi urbani (FORSU), con capacità di trattamento inferiore a 36.000 tonnellate annue e con potenza elettrica inferiore a un megawatt;
c) impianti di selezione e di riciclo di frazioni secche differenziate, con eventuale linea di presso-estrusione delle plastiche e di produzione di materia prima secondaria con capacità di trattamento inferiore a 36.000 tonnellate annue;
d) centri per il riuso e centri di raccolta di cui all’articolo 24.
3. L’attività degli impianti di digestione anaerobica, tra cui quelli previsti dal comma 2, lettera b), è autorizzata alla produzione di biogas con espressa finalizzazione alla trasformazione della totalità del biogas in bio-metano, tramite trattamenti di purificazione e di adeguamento alle caratteristiche richieste dai gestori della rete, privilegiando l’immissione nella rete pubblica di distribuzione, fatta salva la quota di bio-metano da biogas impiegato negli impianti di bassa potenza termica ed elettrica per il fabbisogno energetico necessario al funzionamento degli impianti stessi e l’obbligo del trattamento della frazione residua del digestato in impianti di compostaggio aerobico per la produzione di compost di qualità. È altresì previsto l’uso del bio-metano da biogas come carburante per autotrazione da commercializzare nelle reti autorizzate, specialmente in caso di assenza di rete pubblica di distribuzione del gas. Dalla data di entrata in vigore della presente legge è vietato il ricorso alla combustione del biogas non purificato e prodotto con il descritto processo tecnologico, e tale divieto di combustione del biogas è esteso a tutti i nuovi impianti di digestione anaerobica con successivo trattamento aerobico di qualsiasi dimensione e alimentati sia da FORSU e sia da scarti agricoli che producono compostato idoneo all’impiego in agricoltura e nel giardinaggio, nonché agli impianti a biomasse derivate da altre frazioni organiche provenienti da rifiuti in generale.
4. Gli impianti che hanno ottenuto l’autorizzazione all’esercizio delle attività con procedura semplificata non possono nel tempo essere autorizzati a trattare materiali in ingresso diversi da quelli originariamente previsti. Entro e non oltre il termine di tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare emana un apposito decreto con cui vengono definite le procedure amministrative e stabilite le caratteristiche tecnologiche e costruttive degli impianti, in ordine alle operazioni di immissione in rete e commercializzazione del bio-metano da biogas di cui all’art. 20 e 21 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28”.
Consiglio un supplemento di analisi, prima di discettare anoora in materia.