Continuare a definire studio di fattibilità il documento allegato alla delibera con cui la giunta provinciale, a due giorni dal suo scioglimento, su proposta dell’assessore Aceto ha stabilito di allocare un digestore anaerobico nei pressi del centro abitato di Telese, a ridosso della stazione ferroviaria, è un’offesa alla competenza del professore che ne è il redattore. Il documento a cui fa riferimento l’Assessore Aceto ha poco a che vedere con i contenuti di uno studio volto a definire la fattibilità tecnica dell’opera e la sua convenienza economica. In esso viene illustrato, per linee generali, che cosa è un digestore anaerobico e le soluzioni possibili per mitigarne l’impatto. Null’altro.
Mi sono già espresso sull’argomento in termini di non contrarietà a tali tipi di impianti evidenziando però la necessità di scegliere il sito idoneo ad accoglierli (e quello di Telese non lo è) attraverso il coinvolgimento dei cittadini.
Visto quanto riportato nella delibera di giunta provinciale (individuazione sito, mandato ai tecnici del settore ambiente della Provincia per la redazione del progetto preliminare, nomina del Responsabile Unico del Procedimento), visti i circa 50.000 Euro spesi dalla Provincia di per la redazione dello studio (predisposto in soli 9 giorni, compenso di circa 5.500 euro al giorno) a seguito della disponibilità dell’area da parte del comune, dire che non si è deciso il tutto nelle segrete stanze e che tutto è ancora da definire con il coinvolgimento dei cittadini, è un singolare concetto di partecipazione.
Al di la degli aspetti tecnici, nè il digestore anaerobico nè tecnologie similari sono contenute nel programma amministrativo dell’attuale maggioranza che governa il comune di Telese Terme. La decisione di dare la disponibilità del sito da parte del comune andava concordata quantomeno con i componenti della maggioranza, condivisa con i cittadini e poi portata in Consiglio comunale. Tutto ciò non è avvenuto. Qualcuno ha sbagliato e dovrebbe assumersi le responsabilità politiche agendo di conseguenza.
Gennaro Capasso