
In uno dei pochissimi incontri ai quali è stato consentito agli assessori di partecipare per la definizione dello statuto della Città Telesina, svoltosi presso il comune Telese, ebbi a dire che più che una unione di comuni avevo l’impressione che si stava andando verso una unione di sindaci. Devo mio malgrado constatare che la percezione che ad oggi si ha della tanto attesa Cittá Telesina non si discosta da quella mia riflessione.
Le incontrovertibili considerazioni espresse da Carmine Cacchillo in merito all’unione dei cinque comuni della bassa Valle Telesina spero possano servire da stimolo per rivedere il percorso sino ad oggi seguito.
Come ho avuto più volte modo di dire non bisogna commettere l’errore di basare le ragioni dello stare insieme solo sull’unire dei servizi, attesa la necessitá di abbassarne i costi, ma bisogna costruire solide fondamenta sulla omogeneità socio-culturale dei cinque comuni essendo essi accomunati da uno straordinario patrimonio storico, artistico, paesaggistico ed architettonico che affonda le proprie radici nella comune origine dell’antica Telesia.
Vanno definite con urgenza, attraverso un concreto processo partecipato aperto ai contributi delle parti sociali, imprenditoriali e culturali, le politiche per lo sviluppo economico complessivo del territorio, partendo dalla sinergia tra il comparto del turismo e quello dell’agricoltura.
Processo partecipato che deve vedere il coinvolgimeto dei cittadini nella “discussione” delle scelte e non nella “comunicazione” delle scelte da un palco o in incontri pubblici ristretti.
Insieme all’amico Carmine Cacchillo, mi farò promotore di un incontro tra i coordinatori ed i dirigenti del Popolo della Libertà dei comuni interessati dall’unione per definire le azioni da porre in essere affinchè quanto prodotto dai cinque consigli comunali sia di reale supporto alla crescita ed alla competivitá del comprensorio telesino.
