L’intervento di Cittadini in Movimento di S. Salvatore Telesino consente di rilevare come per la prima volta si possa parlare apertamente di un’opera pubblica a rilevanza strategica comprensoriale. Il primo elemento da non trascurare è proprio questo.

Sul merito delle questioni, rilevo i seguenti punti:

  1. l’impianto di compostaggio, non essendo preceduto da fase anaerobica, presenta notevoli problemi di gestione, non perché sia dannoso ma perché produce emissioni odorigene e quantità di percolato (di cui non si parla nell’intervento) incomparabili con un biodigestore di piccola portata. Il percolato è un problema ambientale e un costo: deve essere asportato e inviato presso impianti specializzati. Non è un caso che soltanto tre anni fa ci fu una sommossa popolare finanche contro un impianto di compostaggio che il Comune di Frasso Telesino voleva aprire in zona industriale. Anche in quella circostanza ci furono molte strumentalizzazioni, e il territorio perse un’occasione importante, frutto dell’intuizione politica di un’amministrazione che provava a risolvere il problema all’intera Valle Telesina. Insomma: un impianto di compostaggio non sarebbe la panacea che viene rappresentata;
  2. il digestato-ammendante non ha simili problemi perché perde la carica odorigena durante la lavorazione, che avviene in impianto chiuso, senza contatto con l’ossigeno (anaerobico, per l’appunto);
  3. attualmente, rinunciare alla produzione di biogas è un controsenso: basti considerare che lo prevede anche il programma del Movimento 5 Stelle, particolarmente attento all’energia e ai rifiuti (https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/materiali-bg/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf). Ricavare energia dai rifiuti umidi (senza incenerimento) è la cosa più giusta e razionale che oggi si possa fare, per motivi ambientali e anche economici. I piccoli impianti, a mio modesto avviso, sono molto migliori dei grandi, in quanto sono più prossimi al luogo di produzione dei rifiuti e più adatti a realizzare una filiera di qualità. L’energia recuperata serve a rendere meno oneroso il trattamento e quindi a creare economie per cercare di diminuire i costi che gravano sui cittadini. Con il mero compostaggio non ci sono recuperi energetici ma solo costi, a parte la vendita del compost (se certificato);
  4. ricordo che il digestato può essere compostato e commercializzato come prodotto con marchio di qualità certificato. Basta ci sia lo spazio per le linee di essiccazione. Altrimenti è comunque un ammendante naturale per la fertirrigazione;
  5. riguardo alla riduzione a monte dei rifiuti, anche il Comune di Telese attuerà misure per il compostaggio domestico. Però anche su questo bisogna bandire le ideologie: a parte che il compostaggio domestico è una procedura articolata, che non si può imporre a tutti i cittadini in tutte la parti del territorio, oggi noi non sappiamo quale sarà il beneficio quantitativo che realmente potrà essere apportato al ciclo rifiuti. E quindi fermare una programmazione per un “sentito dire” non sembra cosa saggia e raccomandabile;
  6. forse è mia ignoranza, ma non conoscevo l’esistenza di impianti di compostaggio così a buon mercato, come affermano i Cittadini in Movimento di San Salvatore Telesino. Però aspetto chiarimenti in merito. Rimangono tutti i problemi che ci sono per il biodigestore (aumentati): dove farlo, per quali quantitativi, a servizio di chi;
  7. non mi pare proprio che un impianto di compostaggio funzioni a prescindere dai quantitativi, anche perché deve ripagare l’investimento. In altri termini, non è vero che un impianto siffatto è automaticamente più economico e sostenibile di altri;
  8. ignoravo pure che esistono impianti di compostaggio che chiedono appena quaranta euro alla tonnellata per trattare i rifiuti. Vi prego, diteci immediatamente dove sono! Provvediamo immediatamente a prendere contatti per cercare di risparmiare qualcosa sui costi;
  9. Il biodigestore ha bisogno soltanto della FORSU per funzionare al meglio, per cui non capisco il riferimento all’aggiunta di sottoprodotti per aumentarne il rendimento energetico;
  10. non capisco nemmeno il riferimento alla storture indotte dal recupero energetico, che forse si verificano nei megaimpianti di tipo industriale, non in questi impianti “di quartiere”.

Le azioni e le scelte del gruppo di lavoro, su cui vogliamo procedere insieme a cittadini, saranno accessibili a tutti (a prescindere dal comune di residenza), così come gli incontri pubblici che faremo ancora sul tema dei rifiuti e del biodigestore. Saranno ben accetti i contributi tecnici che verranno.

Credo siamo l’unico comune della zona che ha fatto incontri pubblici per la partenza della FORSU, prima con le grandi utenze e poi con i cittadini. La raccolta differenziata è passata dal 25% (estate 2010) al 69% (dicembre 2012), senza aumentare la TARSU. Forse in tema di partecipazione e di risultati qualcosa di positivo l’abbiamo fatta.

 

Il Vice Sindaco  Gianluca Aceto

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1 commento

  1. I dati che abbiamo citato sono tratti da uno studio preliminare già consegnato da tempo all’amministrazione comunale di San Salvatore Telesino.
    La tecnologia che proponiamo è citata a pagina 113, di uno studio di Federambiente e Enea visualizzabile al seguente link:
    http://old.enea.it/produzione_scientifica/pdf_volumi/V2010Rapp_rifiuti.pdf.
    L’impianto comunale di Campo Tures è già operativo da anni senza aver mai creato nessun tipo di problema.
    Siamo ovviamente a disposizione per fornire ulteriori chiarimenti e contributi: la nostra è una proposta da approfondire e valutare, naturalmente, assieme ad altre possibili, e crediamo che ciò debba essere fatto nell’ambito della città telesina, anche al fine di individuare il sito più idoneo per ogni eventuale impianto si voglia realizzare.

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