
Erano uno spettacolo unico che sarebbe potuto diventare e, per molti già lo era, un’attrazione incredibile, ci riferiamo ai cavalli di Camposauro. Per tanto tempo, sia i grandi sia i bambini, potevano ammirare i “cavallucci” di Camposauro. Un pezzo di natura incontaminata e uno spettacolo eccezionale, vedere il capo mandria “guidare” la corsa dei suoi simili e ammirare la potenza innocua degli equini in libertà è stata, almeno per i soci di Ekoclub, un’esperienza inebriante. La scorsa settimana, il Comune di Vitulano, attualmente commissariato, ha deciso di vendere i cavalli di Camposauro. Ricavando una somma irrisoria, si parla di 1.200 euro e, ascoltando le proteste di qualche cittadino poco sensibile alla natura, all’interesse che i cavalli avrebbero potuto suscitare per un turismo ambientale ma, molto più interessato al proprio “orticello”, il commissario ha deciso di vendere, e ci è riuscito, dieci cavalli, tra i quali, almeno 4 cavalle gravide. L’unico acquirente, naturalmente, trasformerà i cavalli in mortadelle, vendendoli ad un macello. Attualmente i cavalli sono “parcheggiati” in un recinto alla località Carpineto di Vitulano, in attesa di andare incontro ad un destino di morte certa. Questi cavalli, originariamente appartenenti a qualche signore di Vitulano, sono stati abbandonati nella piana, a causa delle ultime leggi che obbligano il censimento degli animali e l’applicazione del Micro Cip. Piuttosto che censirli, si è preferito sbarazzarsene abbandonandoli al loro destino.
I cavalli, a causa di questo trattamento poco civile dei loro proprietari, si erano adattati perfettamente al nuovo habitat ed erano diventati un’attrazione unica per il territorio. Il Comune, se proprio avesse voluto adottare una decisione per evitare che i cavalli, durante il periodo invernale, pascolassero nei campi coltivati alla ricerca di cibo, avrebbe potuto adottare una serie di soluzioni, moto più logiche e nel rispetto dell’ambiente e degli animali. Con una spesa irrisoria avrebbe potuto acquistare del fieno per i 20 giorni più freddi e i cavalli non sarebbero andati alla ricerca di approvvigionamenti, sempre il comune, avrebbe potuto microcippare a proprio nome i cavalli e stipulare un’assicurazione per gli eventuali danni arrecati. In fine, con una campagna di marketing, mirata ad ammirare i cavalli allo stato brado, con i soli incassi derivati dai visitatori, avrebbe potuto far diventare i cavalli una risorsa per il territorio e dare lavoro a qualche giovane disoccupato del posto facendolo diventare una guida turistica. Ekoclub, nei prossimi giorni, continuerà a seguire la vicenda dei cavalli di Camposauro, sperando di salvare loro la vita e di tutelare gli altri che sono sfuggiti alla cattura.
Luigi La Monaca – Presidente Provinciale Ekoclub International