
Telese si Telese no. Vincenzo cosa significa? Vorrei che tu me lo spiegassi considerato che sei salito in cattedra e credi di rivolgerti ad una scolaresca di sprovveduti. Io sono per Telese, lo sono ancora, malgrado le ferite laceranti inferte nel suo meraviglioso corpo; Io sono per Telese e grido affinché lo scempio, le violenze subite ormai da circa trent’anni non lo porti alla morte.
Enzo, credimi, non posso avercela con te, sia perché so come i tuoi genitori ti hanno educato (tuo padre mi è amico) sia perché ti ritengo responsabile solo in piccolissima parte dei mali di Telese.
Ce l’ho con te quando ti ergi a paladino di personaggi che non meritano la tua stima.
Non ti considero un beota nel senso spregiativo del termine, ti considero, invece un ingenuo quando ti poni a difesa di colpevoli che tacciono. Tu e tu solo parli, noi perlomeno siamo in tre ed appena leggo che già siamo in quattro.
Si, è vero, vi sono amministratori e semplici cittadini che, nella legalità, hanno beneficiato del vigente PRG, ciò non può darmi fastidio se i beneficiari sono stati i telesini proprietari di terreni.
I dubbi vengono sulla legalità dello strumento edilizio ancora in adozione, sul travagliato e lungo iter per giungere ad una adozione con un colpo di reni dell’allora Sindaco.
Mi è difficile sintetizzare in poche righe un travaglio durato sette anni a partire dal 1984 con un buon PRG redatto dall’ arch. Vincenzo Vallone; mi è difficile sintetizzare ricorsi al TAR tra Provincia e Sindaco ex-tempore; voglio solo trascrivere qualche rigo di un articolo che, sfogliando tra i documenti, mi ha colpito. L’articolo è datato 27 ottobre 1992, a firma di Andrea Rocca ed apparso nella cronaca di Benevento sul Mattino. La minoranza consiliare “Crescere insieme” con un dossier si rivolge al prefetto Fusco. Il giornalista scrive:”…Ed ancora,è stato esaurientemente illustrato il problema della cementificazione selvaggia conseguente all’applicazione di un PGR che ha tutta una sua storia alle spalle e per il quale pende ricorso al TAR; si sono detti preoccupati della “invasione massiccia del territorio urbano da parte di palazzinari senza scrupoli che agiscono indisturbati con il palese consenso degli Amministratori”..”
Dovrei ora ricordarti, giacché fingi di non ricordare o perché eri troppo giovane e disinteressato a questi problemi, che il PRG dell’Amministrazione Di Mezza prevedeva uno sviluppo di popolazione di nemmeno mille individui, vale a dire di complessivi quattromila abitanti. Ora Telese ne conta ottomila e, se si dovessero occupare i 1.200 appartamenti liberi, dimmi tu, da tecnico, cosa sarebbe Telese, quale collasso ci colpirebbe per quanto riguarda la viabilità, i servizi pubblici e non solo.
Mi dai poi una lezione sulle aree che, obbligatoriamente deve prevedere un PRG. Voglio ricordare solo la deficienza di una individuazione: Il verde pubblico.
Su ciò mi pongo un interrogativo, mi chiedo: – La deficienza non è dovuta al fatto che un terzo del territorio è occupato dal Parco termale? – Esso, infatti, dovrebbe essere di libero ingresso e, le acque, di libero attingimento per i cittadini di Telese e San Salvatore. Invece no. Per avere l’accesso dobbiamo chiedere al Servizio sanitario la credenziale per un ciclo di cure termali e l’acqua la dobbiamo pagare.
Con la promessa di darla io a te una lezione sulla storia e le vicissitudini del PRG in vigore in un prossimo futuro, mi preme ricordarti ancora:
In campo di politica nazionale, per non aver saputo trattenermi dal non rispondere sulle “fregnacce” che troppo spesso sentivo (frasi ripetute non so quante volte, anche da docenti) per denigrare Berlusconi, venivo additato di appartenenza al PDL.
Lo stesso succede in politica locale. Per aver appoggiato ed a volte difeso l’attuale amministrazione, mi hanno dato del comunista. Ora del grillino.
Ti confesso che non mi turba minimamente nessuno dei tre attributivi perché il fascismo lo porto nel cuore. Mi avrebbe turbato, e non poco, se qualcuno mi avesse dato del mastelliano.
Dopo la grave crisi che tenne per lungo tempo impegnata la cronaca nera dei quotidiani provinciali, regionali e non solo, chiamato a dover esprimermi, non ebbi dubbi a votare e far votare l’attuale amministrazione (non conoscevo Carofalo, non conoscevo Aceto e nemmeno Liverini), avevo, però, una riserva ed era il dott. Capasso, in quanto lo ritenevo responsabile, seppure non in ugual misura, insieme a Pino D’Occhio dei danni prodotti al paese.
Il dott. Capasso non mi ha smentito: come Schettino ha abbandonato la nave e crede di averla fatta franca.
Ai naufraghi ricordo che c’è ancora un’ancora di salvezza.
Pietro Quercia
Caro Pietro, meno male che ci sei! Come ho affermato sempre, anche se non sei poi tanto vecchio, “sei la memoria storica di Telese” anche nel senso che molti, troppi, la memoria l’hanno davvero corta.
Sig. Pietro non intendo entrare nel merito delle questioni tra Lei ed il dott. Fuschini.
La invito solo a leggere di nuovo la mia nota inviata al Sindaco. Mi sono dimesso da assessore, ma sono rimasto nella maggioranza, proponendo un fattivo programma politco-amministrativo da attuare nei prossimi due anni. Non comprendo, pertanto, l’accostamento con il personaggio che Lei indica; non sono sceso dalla nave nè vi scenderò mai, pur ritenendo comunque che è su una rotta pericolosa che la può portare alla deriva. Sarebbe ora anche di guardare in avanti concretamente. La nave, ovviamente, per me è Telese.
Non può immaginare quanto ho gioito per i Suoi chiarimenti. Auguro quindi una buona navigazione, non con Schettino capitano.
Pietro Quercia.
Sento il dovere di chiarire che non ho mai usato metafore per dire le mie verità. Quando ho citato Schettino mi riferivo proprio a lui, a colui che parcheggiò la Concordia sugli scogli del Giglio. Se qualcuno ha creduto che mi riferissi al nostro sindaco Carofalo non mi conosce affatto.
Non ho nulla da dire di Carofalo e non ho cambiato il giudizio iniziale su di lui. Lo ritengo sempre un onesto e serio ragazzo. Se un giorno dovessi cambiare opinione, con documentate motivazioni, non userei metafore.
Buon lavoro a tutti, c’è ancora tempo per recuperare il tempo perduto perché capisco i motivi dei ritmi blandi.
Pietro Quercia.