Comunicato stampa n.35 del 19/04/2013 – Oggetto: Il caso emblematico dell’isola ecologica – La vicenda dell’isola ecologica rappresenta un caso emblematico di cattiva gestione amministrativa, le cui conseguenze sono cadute sulla nostra Amministrazione e, purtroppo, anche sui cittadini. Dopo circa due anni di contenzioso, il responsabile dell’Ufficio tecnico comunale, ing. Maurizio Perlingieri, è riuscito a far valere le nostre ragioni, sovvertendo un iter che fino a questo punto ci aveva visti soccombere su tutta la linea: revoca del contributo regionale pari a € 200.000; anticipo di pagamento, con fondi comunali, di oltre 30.000 euro, alla ditta esecutrice, che intanto ci aveva chiamati in giudizio; cessione del credito, da parte della stessa ditta, ad una banca; pagamento delle spettanze per progettazione e direzione lavori.

«Come se ciò non bastasse, per circa due anni, e fino al deposito della relazione del consulenze tecnico nominato dal Tribunale di Benevento, non potevamo metter mano al cantiere ed avviare le attività dell’isola ecologica. Par questi motivi, non abbiamo potuto nemmeno utilizzare le risorse messe a disposizione da Consorzi nazionali di filiera, nell’ambito degli accordi da essi sottoscritti con la Provincia di Benevento, per fare dell’isola ecologica una vera e propria ecostazione, cioè una struttura in grado accogliere anche la cittadinanza e attuare forme innovative di gestione delle parti differenziate dei rifiuti urbani».

Contro l’impresa esecutrice dei lavori, il consulenze del tribunale ha riconosciuto al Comune di Telese Terme un danno superiore a € 300.000, stabilendo la verità dei fatti e mettendoci nelle condizioni di guardare con maggiore serenità al futuro, almeno in riferimento gestione dei rifiuti. Ringrazio il responsabile dell’Ufficio tecnico, ing. Maurizio Perlingieri, per il lavoro che sta svolgendo con competenza e abnegazione, segnando significativi risultati per la comunità».

Le prossime azioni saranno le seguenti:

  1. Avvio dei lavori di completamento e adeguamento, onde rimediare a quanto non eseguito dalla ditta appaltatrice. Il progetto è pronto e sarà coperto con fondi comunali;
  2. Riconoscimento, per l’isola ecologica, di determinati codici CER, onde ricevere tutte le autorizzazioni necessarie ad avviare le attività;
  3. Avvio dell’ecostazione, utilizzando le risorse messe a disposizione dai Consorzi di filiera tramite la Provincia di Benevento.

«Questo percorso ci porterà a raggiungere un ambizioso traguardo: migliorare i servizi senza alzare i costi. Infatti il Comune di Telese Terme, grazie all’ecostazione, potrà incassare direttamente i proventi della vendita del materiale, che dal 2015 dovrà anche corrispondere a determinati criteri qualitativi. Riguardo ai livelli quantitativi, pare utile ricordare che all’insediamento dell’Amministrazione Carofano la raccolta differenziata era al 25%, e che essa si è chiusa al 31 dicembre 2012 al 69%. Insomma, mi pare che un po’ di risultati li stiamo raccogliendo, anche perché ci aspettano ulteriori, importanti scelte».

NB: Si riportano ampli stralci delle conclusioni depositate dal CTU del Tribunale di Benevento

«SULLA DIFFORMITA’ DELLE OPERE ESEGUITE RISPETTO AL PROGETTO APPROVATO:

Si è evidenziato che non è mai stato sottoscritto, tra la Stazione Appaltante e l’impresa affidataria, l’atto aggiuntivo riguardante i lavori previsti dalla perizia di variante approvata con Deliberazione di Giunta Comunale n°266 del 25.11.2008. Confrontando il computo metrico del progetto di variante approvato con la contabilità redatta dalla direzione lavori in data 29.05.2009 emergono alcune discordanze rispetto alle previsioni di progetto. Tali discordanze sono evidenti in quanto: a) non vengono realizzate alcune categorie di lavori previste in progetto; b) alcune categorie di lavori previste in progetto vengono realizzate applicando prezzi diversi da quelli contrattualmente definiti. A solo titolo esempio si è evidenziato che:

1) la prevista tettoia in ferro riportata nella macrovoce 8 del computo metrico approvato non viene realizzata. E, ciò, in mancanza di autorizzazione da parte della Stazione Appaltante;

2) la prevista pesa a ponte riportata nella macrovoce 9 del computo metrico approvato riporta un costo di €.10.306,31. A seguito del ribasso del 29,884% offerto dall’impresa affidataria in sede di gara detto costo viene contrattualmente definito in €.7.226,37. Nella contabilità dei lavori eseguiti redatta dalla direzione lavori, la pesa a ponte assume un costo di €.13.308,15 e, ciò, senza alcuna apparente giustificazione e in mancanza di autorizzazione della Stazione Appaltante.

3) I previsti locali servizi riportati nella macrovoce 11 del computo metrico approvato riportano un costo di €.4.312,82. A seguito del ribasso del 29,884% offerto dall’impresa affidataria in sede di gara detto costo viene contrattualmente definito in €.3.023,98. Nella contabilità dei lavori eseguiti redatta dalla direzione lavori, i locali servizi assumono un costo di €.5.817,09 e, ciò, senza alcuna apparente giustificazione e in mancanza di autorizzazione della Stazione Appaltante.

Per quanto accertato, lo scrivente ritiene che la contabilità dei lavori eseguiti, redatta dalla direzione lavori, manifesta profili di illegittimità  poiché redatta in violazione dell’articolo 159, comma 1, e succ. e articolo 160, comma 1, e succ. del D.P.R. 554/1999 allora vigente. Il certificato di pagamento che doveva essere emesso dal R.U.P. (come previsto dall’articolo 169 del D.P.R. 554/1999 allora vigente) manifesta, di conseguenza, ulteriore profilo di illegittimità in quanto si certifica il pagamento di opere difformi dal progetto approvato e difformemente a quanto contrattualmente definito.

SULLA MANCATA E/O CATTIVA ESECUZIONE DELLE OPERE EFFETTIVAMENTE REALIZZATE:

Dalle verifiche condotte sui luoghi di accertamento emerge con tutta evidenza che alcune opere realizzate dall’impresa esecutrice non rispettano la regola d’arte o del buon costruire. In particolare si è accertato che:

– buona parte della recinzione in rete metallica, che delimita l’area della Stazione Ecologica, è risultata divelta ed aperta in due punti in quanto alcuni pali in legno che reggono la rete metallica non sono saldamente vincolati al terreno.

– l’impianto di illuminazione dell’area, costituito da n°5 pali metallici con sovrastanti armature e da una rete di tubazioni interrate in PVC per consentire il passaggio dei cavi, non è collegato alla rete elettrica. Il cavo elettrico proveniente dall’apparecchiatura illuminante si ferma nella foratura metallica del palo dove andrebbe inserita la cassetta di derivazione da palo anch’essa mancante. L’impianto di messa a terra del palo di illuminazione, ove presente, è incompleto e non realizzato a regola d’arte.

– la casetta prefabbricata in legno oltre che difforme alle previsioni di progetto è mancante, al suo interno, delle previste partizioni. Non è stata realizzata la pavimentazione che doveva estendersi anche nella zona esterna di spiazzo e non è stata realizzato alcun impianto tecnologico (elettrico, idrico e sanitario).

– la pesa a ponte presenta i pannelli superiori di chiusura in parte smontati. Non è stato rinvenuto alcun impianto elettrico con quadro di comando e di manovra e, pertanto, non è stato possibile verificare il suo funzionamento.

– la piattaforma sopraelevata è stata realizzata in rilevato e il materiale di riempimento è contenuto dalle pareti in cemento armato. La pavimentazione del piazzale sopraelevato, realizzata con rete elettrosaldata e calcestruzzo di spessore variabile da cm. 8 a 10, in più punti è lesionata con evidenti segni di dissesto e/o di cedimento. Dai sondaggi praticati nella pavimentazione si può osservare che il sottostante materiale utilizzato per il riempimento non è idoneo allo scopo e non è stato compattato prima della formazione della pavimentazione in calcestruzzo. Le acque meteoriche infiltratesi attraverso il calcestruzzo hanno provocato un assestamento del sottostante materiale di riempimento determinando il galleggiamento di quasi tutta la pavimentazione di calcestruzzo. Allo stato, la piattaforma sopraelevata non può essere percorsa dai pesanti mezzi di trasporto.

– le ringhiere in ferro della piattaforma sopraelevata e delle rampe di accesso ed uscita non sono verniciate e sono trattate solo con antiruggine. Per dette ringhiere in ferro si è verificato che non sono stati realizzati i fori per i saliscendi degli appositi settori apribili.

– le caditoie in calcestruzzo atte alla raccolta e smaltimento dell’acqua piovana proveniente dal piazzale sopraelevato sono parzialmente dotate di telai e griglie metalliche.

– non è stato rilevato l’impianto idrico previsto in progetto.

– non è stata rilevato l’impianto antincendio previsto in progetto e mancano i due gruppi motopompa. Nella Tavola G-9 del progetto i due gruppi dovevano essere posizionati in adiacenza al casotto prefabbricato di legno e in prossimità della rampa di discesa della piattaforma sopraelevata.

– l’impianto fognario è difforme da quello previsto in progetto sia per quanto riguarda il numero e il posizionamento dei pozzetti sia per quanto riguarda le tubazioni.

SULLA QUANTIFICAZIONE DEI DANNI E DELLE CAUSE RELATIVI ALL’OGGETTO DELLA VERIFICA:

In ordine alla quantificazione dei danni e delle cause relative all’oggetto della verifica il sottoscritto consulente, per quanto accertato, ritiene che l’anomala procedura del pubblico appalto, la condotta dei relativi lavori e l’esecuzione degli stessi, in parte non eseguiti a regola d’arte e in parte non realizzati, hanno determinato per la Stazione Appaltante un danno che può così essere individuato e determinato:

1) danno derivante dalla mancata o non corretta esecuzione di alcune opere che, invece, la direzione lavori ha in parte contabilizzato per eseguite e in parte realizzate a regola d’arte. Queste opere, con la redazione degli atti contabili e l’emissione del certificato di pagamento, sono state illegittimamente liquidate all’impresa affidataria. Per quanto emerso dall’accertamento il sottoscritto consulente ritiene che per completare e collaudare la Stazione Ecologica Integrata è indispensabile procedere:

a) nella demolizione e nel rifacimento di alcune opere non realizzate a regola d’arte;

b) nel completare quelle opere parzialmente eseguite;

c) nel realizzare quelle opere previste nell’appalto a corpo che, invece, non sono state eseguite.

Per quantizzare questo danno lo scrivente ha utilizzato come strumento di riscontro il progetto di variante approvato con delibera di G.C. n°266 del 25.11.2008 e redatto un computo metrico dei lavori necessari per completare la Stazione Ecologica Integrata e renderla collaudabile. Tale computo metrico, il cui importo ascende ad €.89.848,18 oltre IVA al 10% , è stato redatto sulla base dei prezzi del prezzario Opere Pubbliche della Regione Campania vigente dell’anno 2011 […].

2) danno derivante dal maggior costo che la Stazione Appaltante dovrà sostenere per rendere l’opera pubblica collaudabile sotto il profilo tecnico e amministrativo. Questi costi sono rappresentati dall’incarico professionale per la redazione di una perizia tecnica relativa alle opere di completamento, dall’incarico professionale di direzione lavori, dall’incarico professionale di coordinatore della sicurezza sia nella fase di progettazione che in esecuzione, dalle spese per la procedura di una nuova gara d’appalto, dal maggior costo delle opere di completamento per gli incrementi di prezzo dovuti ai materiali, mano d’opera e noli; dall’incarico professionale per il collaudo tecnico-amministrativo dell’intera opera.

Per quantizzare questo maggior costo lo scrivente ha preso in esame il quadro economico del progetto di variante, approvato con deliberazione di Giunta comunale n°266 del 25.11.2008, ove è indicato un costo per spese tecniche (progettazione, direzione lavori, sicurezza, ecc.) pari a €.18.500,00. Detto importo corrisponde ad un’aliquota percentuale del 15,49% calcolata sull’importo totale dei lavori previsti pari ad €.119.398,42. Applicando la stessa aliquota percentuale sul totale dei lavori di completamento già stimata in €.89.848,18 si ottiene un costo per spese tecniche pari ad €.13.917,48 oltre IVA e CNAPAIA.

3) danno derivante dalla perdita del finanziamento pubblico. Dall’esame della documentazione relativa al pubblico appalto è emerso che la Giunta Regionale della Campania, con decreto dirigenziale n°135 del 24.11.2009, ha revocato il finanziamento di €.200.000,00 già concesso al Comune di Telese Terme con decreto dirigenziale n°1378 del 04.12.2008. Dall’esame del decreto di revoca si evince che non è stato adottato alcun atto di liquidazione e il Beneficiario Finale non ha presentato alcuna spesa certificabile sul P.O.R. 2000/2006 ,  e ciò in quanto non sono mai stati redatti ed approvati la relazione sul conto finale ed il certificato di regolare esecuzione».

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