Enza Zotti. La casa in cui l’anziana donna viveva,  al centro della civilissima cittadina di Telese, non aveva un campanello e tantomeno un citofono, aveva murato la porta d’ingresso  e barricato le finestre e i balconi del suo tugurio infestato da grossi topi. Le manie di persecuzione, che spesso le davano allucinazioni, le dilaniavano la mente in una sofferenza che non riusciremo mai ad immaginare ed aggrediva verbalmente e spesso fisicamente, quelli  che il suo oscuro male le faceva vedere nemici.

Più volte i vicini chiedevano alle autorità  competenti  di imporle la bonifica del cortile esterno all’abitazione,  dove accumuli di paccottiglie e immondizie,  emanavano e a tutt’oggi emanano terribili miasmi .

I parenti, visti come i suoi peggiori nemici, si erano allontanati temendo per la loro incolumità, poiché possedeva  due cani rabbiosi addestrati all’aggressione e spesso diveniva minacciosa armandosi di roncole, asce, tridenti o catene.

Molte volte i vicini denunciavano aggressioni, o meglio venivano denunciati da lei per aggressioni dopo essere stati da lei aggrediti. Le autorità competenti  di fronte a tali situazioni nicchiavano, temporeggiavano, indietreggiavano e alle ripetute richieste d’intervento rispondevano con un “non ci lasca entrare” o meglio “ci minaccia”.

Dopo la morte dell’unica figlia avvenuta sei mesi orsono, in lotta da ben tredici anni con un cancro, la situazione precipitava. Finalmente un giudice  “trovato in città” decideva di occuparsi di lei e le cercava un tutore che, purtroppo, non trovava tra i familiari.  Le sue due sorelle ancora viventi, di molto più anziane di lei e molto malate, non potevano essere assolutamente di  supporto.

Veniva affidato il tutoraggio al sindaco di Telese e quindi ai servizi sociali di detto comune.

Mercoledì 6 marzo 2013 una vicina, nonostante più volte ingiuriata oltraggiata e minacciata, mossa da pietà e illuminata dalla misericordia, rendendosi conto che da più giorni non notava luci accese di sera e  alcun movimento durante le ore di luce, avvisava i servizi sociali .

Questi  intervenivano bussando più volte e, non ricevendo risposta facevano forzare l’unico ingresso non barricato. Entravano nell’impraticabile tugurio e rinvenivano la poveretta distesa supina sul  pavimento del corridoio,  morta, secondo i medici, da più giorni,  con il viso, il collo e le mani  dilaniati dai topi, con i quali condivideva la caverna mai esplorata da alcuno, da dove, quelli che vi entravano,   quel giorno, ne uscivano allucinati

La  realtà stava superando la più orrenda delle fantasie.

Dio abbia pietà non di Assunta. Dopo tanta sofferenza sulla terra e l’orribile morte, le saranno sicuramente rimessi tutti i peccati e, dopo aver ritrovato il senno sulla luna, sarà accolta dal Dio dei  nostri padri che, nella sua pietà e misericordia, la condurrà a godere della sua luce eterna. Ma pietà il Signore dovrà avere di noi, i così detti normali, gli indifferenti figli della secolarizzazione e delle nostre  istituzioni e apparati dispendiosi e inefficienti.

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2 Commenti

  1. C’era un Giudice Tutelare era stata Affidata al Sindaco di Telese Terme!riemerge con prepotenza una parte oscura di me stessa per impormi di non rinnegarla: era mia zia e con Concetta la figlia nata quasi con me e morta di un terribile cancro poco fa, da bambine abbiamo vissuto molto insieme. Ha avuto un destino terribile e io “la cugina odiata invidiata e … fortunata” tutto quello che posso fare è impedire che storie come questa possano ripetersi a persone solo, in fondo, molto malate. Lia Buono

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