Non era mai successo, e penso non solo a mia memoria, che una volta conosciuto il risultato delle urne, nessuno si è dichiarato vincitore e i Partiti hanno dovuto prendere atto che tutti, indistintamente, chi più chi meno, sono stati puniti dall’elettorato. Questo stato di cose, oltre a provocare un serio dibattito interno ai Partiti, sta provocando la paralisi del Paese. L’unica voce di trionfante vittoria si è alzata a Cerreto Sannita.

Qualcuno, attraverso un volantino e dichiarazioni rese alla stampa locale, si è arbitrariamente e falsamente attribuito il risultato del PD a Cerreto ( facendo finta di dimenticare che questo partito raccoglie tre correnti , venendo smentito, per questo, da autorevoli rappresentanti locali ); si è aggiudicato anche i voti del Centro (con i quali non c’entra per niente); e, per quanto riguarda la il risultato del PDL, nonostante questo partito sia risultato il primo a Cerreto con il 35% dei consensi, ne ha artatamente sottolineato la flessione in voti trascurando, volutamente, che il PDL ha subito una notevole flessione a livello nazionale perdendo circa 8 milioni di voti. Desta una qualche perplessità costatare che un politico di tal fatta riduca il risultato delle elezioni politiche, che hanno riguardato l’Italia intera, ad un fatto esclusivamente cerretese!

Per finire, tanto per gradire e per non smentirsi, non poteva mancare la stoccata cattiva rivolta al sottoscritto con l’espressione “candidatura velleitaria”. Se l’intenzione era di ferirmi in qualche modo, il tentativo è andato fallito. Quando, infatti, mi è stata richiesta, così come a tutti i dirigenti provinciali, la disponibilità  a candidarmi nella lista Monti, ero pienamente consapevole che si trattava di una candidatura difficile, praticamente irrealizzabile. Al contrario di altri autorevoli dirigenti del Partito che pur interpellati, hanno preferito defilarsi, io ho ritenuto di dare la mia disponibilità  “con spirito di servizio e con senso di civile responsabilità” come ho scritto chiaramente sul manifesto di presentazione e come ho ripetuto, con altrettanta chiarezza, a tutte le persone che ho incontrato.

Non mi infligge nessuna pena, quindi, quella espressione, perché  non mi sono sentito né mi sono comportato come se fossi senatore neanche per un secondo, né ho mai pensato di poterlo diventare. Evidentemente, questa mia serenità è difficile da capire, soprattutto da parte di chi di velleità, negli ultimi tempi, ne ha avute tante e tutte tristemente deluse e si vede adesso costretto a dare dei segnali di vitalità perché la grazia per la quale ha ricevuto l’ultima poltrona sta lentamente ma inesorabilmente evaporando. E non basterà una strampalata e mistificatoria analisi del voto, con annesso ed ingiustificato attacco personale, a far dimenticare ai cittadini l’assenza politico-amministrativa, l’inattività  e l’immobilità che hanno caratterizzato i quattro anni di vicepresidenza alla Provincia. Anni in cui quella poltrona prestigiosa doveva essere messa a servizio del territorio e non di un velleitario ( questo si ) rilancio personale. Rimando al mittente, dunque, l’espressione “candidatura velleitaria”, svuotata di ogni cattiveria e livore, perché in me non albergano questi bassi sentimenti, sintomo di un ormai conclamato declino politico e personale.

23 marzo 2013

Lucio Rubano

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