Vincenzo Delli Veneri. La vicenda del dimensionamento della rete scolastica, che si avvia faticosamente a conclusione, lascia una valutazione amara rispetto a strascichi che hanno coinvolto le nostre comunità.

Abbiamo letto i comunicati di un deputato che è stato attore della politica sulla scuola e che ha contribuito a determinarne il disastro: ha dimenticato di aver votato il provvedimento legislativo che portando a 600 il numero minimo di alunni ha causato la perdita dell’autonomia della scuola che lui ha, probabilmente, frequentato.

Le responsabilità sono sempre di altri ad altri livelli, mai personali o della propria parte politica.

Si sostiene che la Regione ha operato bene: linee guida pubblicate il 24 novembre; delibere provinciali entro il 31 dicembre, delibera regionale entro il 15 gennaio.

Come la legge nazionale prevedeva 900 alunni sia in Lombardia che in Campania, così la legge regionale li prevede per la scuola di Napoli, di Scampia o di San Bartolomeo in Galdo. Di queste scelte sappiamo, quindi, le responsabilità nell’aver annullato le differenti densità di popolazione, orografia, viabilità, trasporti, strutture, servizi…

La Regione che si era data una scadenza ad oggi non ha ancora pubblicato la sua delibera.

Unica Provincia della Regione Campania che ha rispettato la road map scandita dalle linee guida (tempi, confronti con enti locali, dirigenti scolastici e forze sociali) è stata la Provincia di Benevento; certo si poteva fare meglio, se ci si fosse avviati in giugno e non a novembre inoltrato.

Molti studenti non sanno ancora oggi a quale scuola “dimensionata” iscriversi.

Vero che siamo in campagna elettorale, ma vedere il fuscello nell’occhio altrui e non la trave nel proprio è davvero facile, ma non porta benefici al nostro territorio.

Anche i “campanili” hanno guerreggiato l’un contro l’altro armato, per una direzione, per qualche plesso in più, per stare con quel vicino e non con l’altro.

Si vuole insegnare a diventare cittadini del mondo e si è nemici di chi ti vive accanto.

Educare alla convivenza, alla solidarietà, all’integrazione superando tutti gli egoismi confligge con le sollecitazioni che i nostri giovani studenti hanno subito, alle volte anche dai loro stessi educatori. Non si spiega diversamente le lotte tra scuole, tra comunità, tra enti locali, tra dirigenti scolastici che in questi pochi mesi si sono accese, anche con il coinvolgimento di studenti e genitori a cui il dimensionamento non ha toccato il proprio docente, la propria aula, la propria scuola …

Anche qualche modifica al piano provinciale, di cui un giornale sembrerebbe l’unico ben informato, sarebbe avvenuta su sollecitazione dell’ente locale e dopo il confronto regionale avuto con tutti i partecipanti al tavolo della Provincia di Benevento.

Queste proposte non sono state né presentate né discusse a quel tavolo, ma non ci risulta che siano state discusse neanche con i cittadini e con le istituzioni scolastiche coinvolte.Ma c’è chi è convinto che così “la Regione Campania ha corretto le storture di un piano di dimensionamento”.

Concetto strano della democrazia

 

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1 commento

  1. Non ho seguito la vicenda del dimensionamento scolastico, roba per politici e sindacalisti, ma so una cosa che dopo questa operazione mi hanno chiamato 3 scuole, essendo da anni in graduatoria in terza fascia. Questo avvalora la mia idea che i sindacati come i politici di mercato del lavoro non ci capiscono nulla e difendono solo una minoranza dei lavoratori, senza peraltro ottenere risultati. Invito il sig. Delli Veneri a rileggere il mio intervento: Vendola e i sindacati sanno di stantio e mi auguro da iscritta al Movimento 5 stelle che il risultato elettorale possa spedire a casa quanti più politici e sindacalisti sia possibile.

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