Ferrara Maria Angela.Tempo di bilanci, tempo per tutti di tirare le somme, di fare il punto con se stessi e con la propria condizione esistenziale. Non soltanto per ricapitolare momenti ed esperienze significative vissute nel corso dell’anno, ma anche per cercare di scorgere un senso unitario nel cammino finora percorso ed interrogarsi sulle scelte fatte e sugli esiti da esse prodotti. Perché se è vero che nella vita non si può tornare indietro, che non esiste il tasto “rewind” per riavvolgere il nastro e, magari, dare un taglio diverso alla storia modificando il montaggio ed eliminando le scene venute male, non guasta ogni tanto soffermarsi per qualche momento a riflettere sui passi compiuti, sugli obiettivi raggiunti e portati a buon fine e su quelli, invece, disattesi o smarriti lungo il tragitto. Certo, l’esigenza di stilare un bilancio al termine di un anno intenso e ricco di eventi è un bisogno che accomuna un po’ tutti, ma sembra essere una tappa obbligata soprattutto per chi, come gli adolescenti, sta vivendo una fase della propria vita segnata da cambiamenti profondi, dalla confusa e travagliata ricerca della propria identità, dalla difficoltà di trovare la propria strada e di orientarsi in una realtà circostante spesso avvertita come ostile o, comunque, complessa da decifrare. Ed ecco che diventa ancor più ineludibile, per i più giovani, domandarsi non solo che cos’è cambiato nella propria vita, ma anche che cos’è cambiato dentro di loro, nel passare attraverso successi e delusioni, lasciandosi trasformare in profondità dalle esperienze vissute, dalle relazioni intrecciate, dagli ostacoli incontrati ed eventualmente , superati. Fare un bilancio dell’anno appena trascorso non significa, infatti, soltanto soppesare perdite e guadagni (in termini di amicizie smarrite o conservate, di investimenti affettivi rivelatisi più o meno vincenti, di traguardi raggiunti o falliti, di occasioni colte al volo o mancate). Significa anche, come ogni azienda che si rispetti, fare il punto del proprio “ stato Patrimoniale”, di quel che si è messo a frutto e tesaurizzato per accrescere e consolidare il proprio capitale fisso. Per noi, per i nostri partner per coloro che hanno collaborato in varie esperienze e vari Eventi sul territorio è stato un anno da incorniciare. Unica nota stonata la latitanza dell’Amministrazione Comunale che nella ripartizione dei fondi ha penalizzato, come sempre l’ass. Il Gigante Buono. Nei nostri confronti nelle partecipazioni Ufficiali solo promesse di quelle che servono solo per riempirsi la bocca poi solo disfattismo e scelte sbagliate anche quando il Sindaco e gli Assessori sono risultati latitanti alla campagna per Fabio, ad eccezione dell’ass. Aceto che contribuiva in forma personale all’aiuto al bimbo, questa è stata una nuova sconfitta non nostra non degli sponsor, non della comunità che ci ha aiutato ma vostra, della politica e di scelte sbagliate. E a risentirne è stata la valorizzazione, la salvaguardia la promozione turistica. Vedremo per le prossime proposte quale trattamento ci sarà riservato visto che ci cimenteremo su tematiche importanti come Eventi che riguardano: il Vivere, L’Ambiente , la Famiglia, i Giovani. Il coronamento dell’anno da incorniciare è stato senza dubbio un percorso avviato in estate con il Memorial, costruito con le attività di solidarietà con la conferma della Giornata del Fanciullo, La Cena Solidale, La Campagna x Fabio, il Capodanno dei Giovani, la Colletta Alimentare e i pacchi alimentari distribuiti nella comunità e premiato dalla nomina della Presidente Provinciale di Unicef e Younicef Giovani. La dott.ssa Carmen Maffei che ha scelto e nominato l’adetto stampa del Gigante Buono il sig. Alterio Antonio alla carica di referente per la Valle Telesina a costruire il nuovo percorso Unicef per sottolineare l’arbitrio immane di negare ai bambini il diritto alla vita per continuare a lavorare nelle grandi emergenze del mondo affinchè questo diritto venga rispettato. E una persona impegnata da sempre nel volontariato attivo, impegnato nel diffondere la cultura del dono e dell’aiuto potrà solo accrescere e testimoniare in spirito di solidarietà una speranza di sensibilizzazione e investimento sui giovani e per i giovani.. Ed ecco il bilancio. E, a differenza di quello delle aziende, che è sempre a rischio di deprezzamento e può essere perso in un baleno, questo è un capitale che nessuno potrà mai alienare, un patrimonio di esperienze e competenze umane che si sedimenta una volta per tutte nel cuore degli adolescenti e che, anche se non spendibile nell’immediato, andrà a costituire la solida base su cui edificare il proprio futuro e far germogliare le proprie speranze. Di qui la trasformazione da ass. a Fondazione.
Telese Terme: positivo il bilancio per ‘il Gigante Buono’
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