Pietro Quercia. Droga, pizzi non denunziati, risse, furti in appartamenti… ed ora anche ladri d’ auto.Questa è diventata Telese, il paesino tranquillo, ove, fino a qualche anno fa, eravamo abituati a lasciare le chiavi nel chiavistello di casa o nel lunotto della macchina. Ora costretti a cambiare le abitudini, ora costretti a mettere le inferriate alle finestre ed ai balconi, proprio come a Napoli: sintomatico biglietto da visita per turisti.
Eppure era tutto annunziato.
Ma, stare oggi alla individuazione dei responsabili sarebbe il ripetersi e piangere sul latte versato. Rivolgo quindi un caloroso appello alle Istituzioni, alle Forze dell’ ordine operanti sul territorio ad un maggior impegno: ora abbiamo veramente toccato il fondo.
Il problema non è soltanto telesino, ma di tutti i paesi della Valle. Dovremmo fare blocco al dilagare della delinquenza, dovremmo intervenire in tempo (se ce n’è ancora) a che la Valle Telesina non diventi il nucleo operativo delle attività camorristiche: il rischio è serio.
Ecco, quindi, l’importanza della costituenda “Città Telesina”, non solo la raccolta differenziata.
Corrono voci che TIR sospetti percorrono, di notte, la Fondovalle Isclero diretti dalle nostre parti. Cosa vengono a scaricare i TIR, di notte, sul nostro territorio? Si parla di rifiuti tossici. Sarà forse vero?
Nel dubbio, trasferisco questi interrogativi, con il cuore in mano, ai Tutori dell’Ordine della valle telesina in modo che possano rassicurarci, magari con un comunicato stampa.
Beh, ti racconterò un fatto, un Telesino doc, che denuncia per aggressioni verbali, disturbo alla quiete ed occupazione pubblica, da parte di conduttori di un locatore Telesino. Il locatore era stato informato già di cosa accadeva nel suo appartamento. Nonostante le prove di verbali delle Forze dell’ordine, i telesini (che dietro le spalle morvoravano contro i denunciati) hanno ampiamente taciuto e così, la denuncia, che poteva avere un successo incredibile, è stata archiviata. Telese sta subendo danni incredibili, ma il fatto più, lasciatemi passare il termine, infame, è che i telesini doc, subiscono a testa bassa. Oppure è in atto un imbarbarimento collettivo? Oppure da paese tranquillo, ci siamo trasformati in cloaca dovuto ai fatti che tutti sappiamo? Ma una domanda ben più terrorizzante è: perchè i telesini onesti stanno zitti? E’ il quieto vivere oppure il “fatti solamente i tuoi affari e campi 100 anni”? Questa mentalità, ci ha portato alle peggiori situazioni. Intanto, pochissimi TELESINI onesti, fanno qualcosa per la salvaguardia del territorio, gli usurai sociali, non avranno vita facile!
Abbraccio, Pietro!
Ancora telesini DOC di razza ariana! Perchè ai telesini non DOC non vengono perpetrati furti? Ottimo in clima di memoria! Comunque Telese è sempre vicinissima a Napoli
( e a Napoli i Telesini doc sono i cafoni di fuori! ) e comunque nel mondo! siamo in crisi economica il che aumenta la microcriminalità, e alle forze dell’ordine non sono permessi comunicati stampa senza autorizzazioni e permessi.Antonio I Napoletani li criticate tutti ma se non se le comprano e affittano loro le case, sarà un paese fantasma il nostro Telese, che te ne fai?… Ciao Lia Buono
Tamarro il primo, vigliacchi gli altri. Sono le situazioni che contribuiscono alla nascita, crescita e proliferare della camorra: cieco, sordo e muto. E così un fesso si atteggia a “guappo di quartiere”.
Cosa dirti Antonio, dovremmo ritrovare gli antichi valori.
Ricambio l’abbraccio con impeto.
Pietro Quercia.
Sull’argomento, cara Lia, la discussione potrebbe protrarsi all’infinito. Qualcosa ho detto nell’intervento su questo sito “Occhio alle ditte”. Io mi auguro che non vengano altri napoletani onesti ad investire, con l’acquisto di una casa a Telese, i propri risparmi. Me lo auguro per loro affinché non rimpiangano poi il cattivo affare. Perché ciò è successo e mi è stato detto in quei giorni della raccolta delle firme per il Poliambulatorio: hanno acquistato a Telese credendo nella vivibilità del paese, invece hanno riscontrato gli stessi enormi problemi di Napoli.
Non era, però, ipotizzabile che fra i tanti, onestissimi napoletani venuti a popolare Telese si fosse introdotta la “mela marcia”?
Tu sai, a Napoli ho vissuto la mia “giovinezza” e nutro per essa un profondo amore ed è per questo sentimento che rimpiango Napoli e la stragrande maggioranza dei napoletani che ritengo siano degne del massimo rispetto.
Ti abbraccio caramente.
Pietro Quercia.
La questione, non è di natura economica, ma di natura ambientale. Telese, da 10 anni a questa parte, non riesce ad assicurare più posti di lavoro per i telesini, figuriamoci per i non autoctoni. Non si tratta di memoria, nè di razza ariana, anche la Palestina è attaccata da 70 anni dal regime Sionista, che si fa scudo con il primo genocidio massmediatico della storia. Ma si sa, che, come la Palestina, stiamo subendo numerosi attacchi da parte di chiunque abbia sfruttato il nostro territorio per arricchirsi sulle spalle di telesini onesti. La mia seconda casa, è in un paesino in montagna, di quelli che hanno creato una economia chiusa agli investitori non autoctoni, e si registrano solamente furti occasionali in abitazioni, solo che la qualità della vita è altissima. A Telese, invece, abbiamo aperto le nostre porte a cani e porci, ed ecco cosa ne è scaturito, ma chi ci ha mangiato sopra, sono solamente i palazzinari e coloro che non hanno pensato alle barbarie delle loro scelte. Senza indotto industriale – lavorativo, chi può venire? Solamente persone in pensione che renderebbero questo paese morto in 10 anni. E di non telesini che rimpiangono le proprie scelte di aver messo futuro qui, ce ne sono. Sociologicamente, un territorio che offre microcriminalità, non piena occupazione e soprattutto, scarsa vivibilità, perde l’appeal commerciale, quindi, su questo aspetto, concordo ulteriormente con Pietro. Dico solamente che alla quantità va sempre anteposta la qualità, ecco. Di telesini cafoni ce ne sono a iosa, così come è vero che ce ne sono altrettanti, seppur nelle nicchie, che vorrebbero una Telese migliore. Ma bisogna che ognuno si assuma le proprie responsabilità, soprattutto alla luce di quanto stia avvenendo, con lo spirito di compassione che provo verso chi, ha messo la firma, spinto da lobbies, alla morte di una Telese tranquilla, poi, verso chi su Telese continua a mangiarci, è impossibile e non logico che per una casa a Telese, al posto di digitare il prefisso 0824, bisogni digitare 081 o 0823. Quest’ultimo fatto, dovrebbe far riflettere.
Un abbraccio sia a Lia che a Pietro!
Lapsus. Volevo sopra dire “compiango Napoli ed i napoletani onesti” e non “rimpiango.
Pietro Quercia.
Buon pomeriggio.
Da circa sei anni ho lasciato la natia Napoli e vivo in Amorosi, quindi in Valle Telesina.
Non per necessità, ma per scelta, oltretutto mio padre è amorosino, mia madre è di appena al di là del Volturno.
Cosa ho trovato in Valle Telesina?
Serenità, tranquillità, il piacere di riscoprire amicizie e coltivarle, il piacere e la possibilità di poter fare tutto in una mattinata (banca, posta, spesa etc. etc.).
Però, però…….
La vicinanza geografica con la provincia napoletana e casertana (per favore, non dimentichiamolo mai, c’è anche la provincia casertana), oltre ad una delinquenza, minoritaria quanto si vuole ma indigena, sicuramente crea dei problemi di gestione del territorio.
Sicuramente, come zona, siamo “appetibili”: non abbiamo, o forse no lo sappiamo, il “boss” della zona che ci protegge, quindi siamo, per chi vuol delinquere, “terra vergine”, che può esser colonizzata, senza incontrare resistenze.
Allora, dobbiamo metterci ben fissato nel cranio, che se chiniamo la testa, non vediamo, e facciamo finta che va tutto bene, sarà venuta meno anche l’unico baluardo civile che si può opporre al dilagante malcostume.
E bastano piccoli gesti, non avendo paura perché è proprio quello che bisogna combattere: il menefreghismo ed il pensare che tanto….qualcun altro risolverà.
Io, ad Amorosi, mi son beccato almeno due volte dei bei “vaffa…..” perché son andato ad avvisare i vigili che alcune macchine avevano occupato il posto per i disabili.
E fisicamente non sono un superman che può buttarsi “in eventuali mazzate” senza timori.
ma bisogna parlare, bisogna avere questo coraggio.
Certo, il mio esempio è di poco conto ma di fronte a cose più complesse, l’importante è non sentirsi soli perchè soli, vivaddio, non lo siamo, non siam diventati improvvisamente paesi abitati solo da delinquenti.
Ricordo poi, che, ad ondate, i furti d’auto in Valle si verificano: ricordate l’estate di due anni fa? Ad Amorosi ci fu gente che non usciva la sera e montava la guardia alle macchine, e qualcuno, pare, sparò anche colpi in aria.
Non dobbiamo ergerci a giustizieri, ma esser vigili assolutamente si.
Condivido in pieno l’intervento della Sig.ra Buono: i napoletani, come i beneventani, come i casertani, annoverano buoni e cattivi ed è perfettamente logico, come giustamente si interroga il Sig. Pietro Quercia, che, nel numero, si siano infilate parecchie mele marce; anche alle Istituzioni e a noi stessi, per quel pochissimo che possiam fare, il compito di non far prevalere i “cattivi” definitivamente.
Altro discorso è infine quello di chi gli affari con i cattivi li fa: dopo, sarà inutile piangere lacrime di coccodrillo.
Saluti
Signor Pietropaolo,
mi permetto di rassicurarla che Amorosi, sebbene disti a solo 6 chilometri da Telese, è una realtà diametralmente opposta. Si tratta di un paesino ancorato ancora ad un contesto di civiltà. A Telese, nostro malgrado e controvoglia, ci troviamo a fronteggiare problemi che sino a qualche anno fa non esistevano. Lungi da me dalle accuse di napolicentrismo e casertacentrismo, dappertutto ci sono i buoni ed i meno buoni, ma qui, rimpiangiamo i tempi dove si poteva uscire tranquillamente, lasciare le chiavi vicino alla macchina e sentirsi sicuri. Sentirsi sicuri in casa propria, ecco, questo ci manca. Ben venga una civiltà multirazziale, ma che si rispettino usi e costumi oltre a cittadini ed ambienti in cui si viene a vivere, non è detto che accoglienza sia sinonimo di “vado lì e me ne frego, tanto posso tacciare di intolleranza e di inospitalità”. Ed è sinonimo di educazione, rispettare il prossimo, specialmente se si è in qualità di ospitati (anche perchè, è un diritto non naturale quello di residenza, ma gli autoctoni, sono sempre persone che hanno costituito un “clan sociale” con propri usi, costumi e conoscenze). Il mio non è discorso di chiusura, ma di preoccupazione per la sicurezza e il buon vivere nel mio territorio, e mi spiace che non venga compreso a fondo questo mio sentimento.
Mi auspico di esserle stato chiaro.
Le fornisco il mio più sincero saluto.
Buongiorno Antonio,
ci diamo del tu se per te va bene.
Ho letto solo stamane la tua risposta e, ti confesso, che mi era sfuggito il tuo precedente intervento: abbiamo scritto quasi in regime di contemporaneità.
Allora, sei stato chiarissimo, limpido.
Purtroppo, non posso che darti ragione.
Quando si è pensato ad una crescita esponenziale ed improvvisa di Telese, crescita che passasse solo per il canale dell’edilizia, non si è tenuto poi conto che quel canale, prima o poi, sarebbe stato soggetto ad inaridimento con tutte le conseguenze del caso.
Quando parlavo di terra “vergine” da un punto di vista dell’appetibilità delinquenziale mi riferivo appunto al fatto che il rischio che l’intera valle telesina possa essere oggetto di attenzioni è assolutamente reale.
Mi fai poi riferimento ad Amorosi. Mah, che dirti…..se parli con i miei concittadini, Amorosi è un paese che è già entrato nel baratro e non ne esce, ed anche ad Amorosi, si parla sempre del passato, con prospettive legate al futuro perlomeno nebulose.
Avevo perfettamente compreso che il tuo non fosse un discorso di chiusura: la preoccupazione è giusta, condivisibile e – ti prego di credermi – travalica i confini telesini, soprattutto alla luce di questa matassa ingarbugliata che è la “Città Telesina” con l’Unione dei comuni (chissà poi se avverrà).
Credo che mai come ora, i nostri amministratori siano chiamati a scelte coraggiose e decisive per i nostri territori perchè voglio credere che il carro possa essere ancora mantenuto per la discesa (italianizzazione di un detto tipicamente napoletano che sicuramente avrà sentito innumerevoli volte Pietro Quercia).
Questa speranza diviene certezza quando leggo interventi come il tuo che riporto virgolettato “intanto, pochissimi TELESINI onesti, fanno qualcosa per la salvaguardia del territorio, gli usurai sociali, non avranno vita facile!”.
Un affettuoso saluto.
Pino
Com’è bello il leggere e capirsi tra persone perbene!
Manca solo l’unione che dovrebbe ottenersi al di fuori dei partiti politici.
Ricordiamoci sempre che la malavita colpisce il singolo o colui che viene lasciato solo, per omertà o vigliaccheria.
Vi abbraccio tutti, con affetto.
Pietro Quercia
Il “tu” è più che accettato. La scelta unica che possano fare gli amministratori è quella di fare del loro meglio, al giorno d’oggi, questa cosa, può risultare rivoluzionaria, ma sono i cittadini che devono essere una base forte e sicura, sennò, anche con amministratori capaci, si hanno situazioni imbarazzanti. Il concetto è sempre quello, con basi sicure, anche gli amministratori saranno sicuri, ma vale anche il viceversa. La risorsa necessaria, è un sempre maggior coraggio nella terra bruciata intorno al peccatore che pur sapendo di peccare, lo fa. In Italia, dove notoriamente siamo tutte mosche, invece di essere api che ronzano intorno al miele, la situazione peggiora perchè al posto di proteggere l’oppresso si appoggia candidamente l’oppressore. Una analisi di coscienza collettiva, risolverebbe molte cose, ma a mutare, devono essere Leggi, Burocrazie di Legge, ed una volta per tutte, la LEGGE NATURALE (non quella del diritto positivo) deve valere per tutti, senza distinzione alcuna, solo le donne ed i bambini, dovrebbero nutrire più tutele. Adoro tutti i popoli, ma come già detto, ogni società ha il buono ed il marcio, ahimè, a Telese non abbiamo avuto particolare fortuna, ad Amorosi, invece, noto che si sono insediate, ottime Persone, il chè mi rende fiducioso verso il futuro.
Abbraccio circolare ai partecipanti alla discussione!