Carlo Labagnara. Tra i progressi prodotti dalla ricerca scientifica farmaceutica, quello suoi nuovi anticoagulanti orali è un fiore all’occhiello per la salute psicofisica di chi è costretto ad assumerli con regolarità. Questi “farmaci innovativi sono già stati approvati in Italia per la prevenzione del rischio di eventi trombolitici in pazienti operati per protesi di ginocchio e di anca”, ma non sono prescrivibili per “prevenire l’ictus nei pazienti affetti da fibrillazione atriale”.

Il presidente del CONACUORE, prof. Gianni Spinella, nel ricordare ciò all’Agenzia Italiana del Farmaco sottolinea che i farmaci in questione sono stati già approvati dall’EMA, e potevano essere già adottati da settembre. Intano i pazienti attendono o, parte di essi si rivolge altrove, magari alla Svizzera o a Città del Vaticano”. Ciò certamente non è un bene perché di innesca una specie di discriminazione tra chi può e chi è nell’impossibilità.

L’Associazione GLI AMICI DEL CUORE di Guardia Sanframondi, ha anch’essa scritto all’AIFA sottolineando che “laddove ci dovessero essere ancora zone d’ombra che consiglino a non provvedere alla commercializzazione del nuovo più innovativo, riteniamo sia necessario, urgente ed indispensabile provvedere ad una grande operazione di trasparenza, informando i pazienti in attesa e coloro che, avendone la possibilità, acquistano detti farmaci all’estero. E’ estremamente importante al fine di non correre altri rischi e pericoli”.

Una preoccupazione importante, su cui non si può  assolutamente scherzare.

L’AIFA ha risposto dicendo testualmente: “… il processo di immissione in commercio di qualsiasi medicinale o di estensione delle indicazioni terapeutiche di un medicinale già autorizzato non si esaurisce con le rigorose valutazioni chimico-farmaceutiche, biologiche, farmaco-tossicologiche e cliniche che in questo caso sono state svolte dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) e che hanno la finalità di assicurarne gli accurati requisiti di sicurezza ed efficacia, ma prosegue con l’attività negoziale connessa alla rimborsabilità dei medicinali stessi….” il cui prezzo – scrive ancora l’AIFA – si basa su “rapporto costo/efficacia, rapporto rischio/beneficio, valutazione dell’impatto economico sul servizio SSN. Pertanto tenendo sempre presente l’obiettivo primario di garantire un rapido accesso al nuovo medicinale seppur nell’ambito del governo della spesa farmaceutica, la chiusura della procedura di negoziazione avviene solo dopo l’accettazione, da parte dell’Azienda farmaceutica titolare del medicinale, delle condizioni che vengono proposte a seguito dell’attenta valutazione dei criteri sopracitati”.

E’ evidente, a questo punto, che c’è un braccio di ferro sul discorso risparmio, sugli utili che si vogliono realizzare o sui tempi per il rientro delle spese sostenute. Per un’attenta valutazione del complesso discorso, è necessario conoscere qualche dato numerico che il CONACUORE ha sottoposto all’attenzione dell’AIFA: “la fibrillazione atriale aumenta di 5 volte il rischio di ictus. Il 92% degli ictus è di origine ischemica. In Italia i costi sanitari di un paziente con ictus grave ammontano a € 4000 durante il ricovero e a € 23500 nei primi tre mesi. Il costo sociale di un ictus, nei primi 6 mesi è pari a € 11.600…. Il maggior costo dei farmaci innovativi sarebbe largamente compensato dalla chiusura dei centro di dosaggio (più di 500) e soprattutto dai minori ictus e dalle minori spese per curarne gli effetti sui sopravvissuti”.

Indubbiamente ci troviamo di fronte ad una nuova battaglia del CONACUORE, cui partecipa attivamente anche l’Associazione GLI AMICI DEL CUORE di Guardia Sanframondi, nella cui “collaborazione” confida il direttore dell’AIFA dr. Pani – “per ogni futura azione a tutela della salute pubblica e nell’interesse primario dei pazienti”, come egli scrive in una nota del 28 gennaio prot. 9532/p.

9532-Nuovi anticoaugulanti orali

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