Ferrara Maria Angela. L’associazione il Gigante buono e L’Istituto Comprensivo Statale Scuola dell’Infanzia-Primaria-Secondaria di 1 grado di Telese Terme presentano la XIV ed. della Giornata del Fanciullo. Siamo ormai vicino all’Avvento e  in occasione delle festività natalizie propongono la riflessione sul dono, la sfida di solidarietà alternativa alla guerra. Un invito ad “entrare nella gioia” confidando nello sforzo di tutti, confidando nel massimo sforzo dei volontari, dei docenti, dei bambini/e, delle famiglie e nella collaborazione di tutta la popolazione. Proponiamo quest’anno la felicità, l’unica cosa che possiamo dare senza avere. Valori sono ben 14 anni che  parliamo di valori. Parliamo di altruismo sofferenza povertà dignità donazione solidarietà sociale amore, fede. Diceva San Giacomo “la fede senza le opere è una cosa morta”, io vi dico sempre : non è necessario conoscere molte cose; è necessario conoscerle e viverle. E sempre  S. Paolo, che dice: “non è necessario che sappiate tutte le cose, essere curiosi. La mente umana è limitata: “Non sapere plus quam  debes  sapere”, non devi sapere più di quello, che devi sapere. E “ sapere ad  sobrietatem , cioè per quello che è necessario perché tu sia un uomo. Quello è il punto più difficile cioè volete passare dalla vita  delle chiacchiere alla vita vera; dalla vita dell’incoerenza alla vita della coerenza? Incoerenza vuol dire che uno ha un’idea e vive in un’altra maniera:  Coerire , coesione, sapete che cos’è? Essere attaccati. Allora se uno vuole vivere nell’incoerenza è un uomo infelice, perché ha un’idea e nella sua vita non vive quell’idea, e quindi non la capisce neanche.

La giornata del Fanciullo è anche passare dall’idea all’azione ecco l’uomo che si muove perché l’azione corrisponde alla sua idea; allora abbiamo l’uomo nuovo, l’uomo di Dio: quello che pensa fa!

E’ amore. L’amore, non è una cosa che si può studiare: l’amore c’è o non c’è; se c’è lo vive. Se uno non sente l’amore vuol dire che non l’ha perché l’amore va vissuto, deve essere nella persona. Non basta pensare alla bontà  devi essere buono, e come sei buono conosci la bontà. L’uomo se non vive quelle cose non le capisce, s’illude di capire ma sono chiacchiere, liti discussioni, battaglie, “parole che battono l’aria”  come dice San Paolo. Che cos ‘è che dobbiamo fare noi? Dobbiamo fare questo: che voi giovani della comunità telesina  riusciste a passare dal metodo pessimo che c’è nel mondo della incoerenza, cioè del non vivere le idee, al metodo della vita: cioè di vivere le cose che si pensano , quelle giuste; evitare le altre. Vivendo così si conosce l’uomo, perché le idee non contano niente  quando non sono vere, oggettive, concrete…  Dice la gente  “ vale più una cosa fatta che cento cose da farsi”. Vale più un uomo che fa le cose, e non si limita a pensarle.

Diciamo anche “ l’un per l’altro”; ma son chiacchiere: sai cosa vuol dire l’un per l’altro? Che uno può disporre dell’altro. Io devo sapere se fra te e me siamo due fratelli, che io posso disporre di te e tu possa disporre di me. Quando ci muoviamo insieme esplode la fraternità vera!. Si fa presto a dire: “Noi siamo fratelli”; non c’è mica bisogno di dirlo, si deve vedere, una cosa che si vede.

Abbiamo sempre parlato di fraternità, siete cresciuti insieme, vi siete sforzati di vivere da fratelli. Ma non avete ancora in voi quella forza. Siete giovani. Ma siete sulla strada sella fraternità. La fraternità, la vita nuova si ottiene solo studiando bene e facendo bene quelle cose che sono giuste, che sono vere, che sono precise : ecco l’oggettività! Essere fratelli a chiacchiere non interessa; figli di Dio lo siamo, ma fratelli non lo siamo, perché si vede dai fatti che ognuno pensa a se stesso. Ecco il dono la riflessione della Giornata del Fanciullo; se siamo figli di Dio siamo fratelli: allora cominciamo a dire: per essere fratelli bisogna essere l’uno per l’altro.  “Noi siamo fratelli, perché? Perché io posso contare su di te, tu puoi calcolare su di me nelle gioie e nei dolori, negli affanni e nelle lotte, nelle battaglie, dappertutto: l’un l’altro”

Per la riflessione finale la fede mette in movimento  “ Un giorno, un politico vide in chiesa tanta gente a pregare. Disse al frate : Se pregano  , siamo a posto!”. “  Eh, no!”, fu la risposta del monaco: “ Se pregano, non siamo più a posto! Se pregano succede il pandemonio! Con la preghiera tutto cambia, non c’è più niente, non c’è più nessuno che stia al suo posto: la fede è pericolosa sovversiva!”.  Cos’è che ha spinto il musicologo e medico tedesco Albert Schweitzer (1875-1965) a lasciare carriera e comodità per dedicarsi pienamente ai malati di Lambarènè , in Africa? La risposta è una sola: una fede tanto bruciante da sentirsi obbligato a mettersi in movimento per fare della propria vita un dono! Una sera Schweitzer incontrò un altro grande credente, Raoul Follereau, l’apostolo infaticabile dei lebbrosi. Questi gli disse:” Senti, se ti capitasse di incontrare Gesù su queste povere strade africane, che cosa faresti?”. Il medico ebbe un momento di esitazione e poi rispose: “ Sai cosa farei?  Abbasserei la testa per la vergogna: abbiamo fatto così poco di quello che lui ci ha comandato!”. Signori a tutti coloro che a vario titolo con noi da XIV anni condividono, questa è la Giornata del Fanciullo..oltre le barriere, il cuore, il sogno: VALORI!.

Telese terme 10-12-2012

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