
Lorenzo Morone. “lupus mutat pilum, non mentem” dicevano i grandi romani maestri di sintesi. Ma noi abbiamo ben poco dei romani … siamo, orgogliosamente, sanniti. Abbiamo quindi bisogno di qualche rigo in più, abusando della pazienza di chi ci legge, per stigmatizzare certi comportamenti da parte di chi trova difficile accettare il ruolo di comparsa dove è stato protagonista assoluto. Luigi XIV, le Roi Soleil, governò sulla Francia per oltre settant’anni, “L’état, c’est moi!” “Lo Stato sono io!” diceva autocompiacendosi, “Après moi, le déluge” , ”Dopo di me il diluvio!” sentenziava ammirando la Reggia di Versailles. Ma, nonostante la sua “grandeur”, la Francia seppe vivere anche senza di lui, partorendo l’illuminismo e la Rivoluzione francese. Orbene, in un paese del Sannio, vive un politico che quando era al potere, si alzava il mattino e, guardandosi allo specchio, diceva: “Cerreto c’est moi”. Poi, canticchiando: …Tutti mi chiedono… tutti mi vogliono,……Figaro, Figaro Figaro, Ahimè, ahimè, che furia! Ahimè, che folla! Uno alla volta, per carità , uno alla volta, uno alla volta, si recava nella stanza di cui solo lui deteneva le chiavi e, assiso sulla regal poltrona, a suon di pugni sbattuti sul tavolo per intimorire chi osasse alzare un dito, assolveva, condannava, dettava lezioni di diritto pubblico dalla sua Reggia che, nel frattempo, aveva provveduto a decorare, a suon di cambiali, con arredi “fiorentini”?! e luci da discoteca.
Ma qualcosa cambiò, e il potere crollò grazie ad un manipolo di irriverenti che conquistò il palazzo. Ma i coraggiosi nulla poterono di fronte al Congresso di Vienna che, riunitosi, sentenziò: “L’Amministrazione DEVE cadere” E così fu! Ritornato al potere, il novello re Sole governò ancora con la sicumera di chi crede di poter pensare e decidere per tutti, eventualmente sostituendosi anche al Santo patrono. E a chi osava contraddirlo, con la corona in testa gridava: “Dio me l’ha data, guai a chi me la tocca”
Purtroppo, per lui, ci fu un secondo scambio di poltrona nella sala consiliare, cambio architettato da un manipolo di “ ex amici, ex professori frustrati, vecchi sognatori e…. tecnici dalle dubbie competenze” che conquistarono la Bastiglia e lo obbligarono a sedersi su un volgare seggio da oppositore. “Tanto cadranno subito” divulgò urbi et orbi per sostenere il morale dei tifosi. “Après moi, le déluge” dettò agli strilloni perché dagli angoli loro affidati diffondessero il panico nel paese. Ma le poltrone degli “abusivi” non vacillarono, il diluvio non venne. In compenso, nell’ordine, vennero: gli scavi di Cerreto Vecchia… “è una cosa che, se tutto va bene se ne parlerà tra un secolo!” (parole sue di pochi mesi fa!), la Biblioteca del Sannio, Il Museo di interesse regionale con la Collezione Mazzacane, la ripresa dei lavori della bretella, fermi da 13 anni….Girolio…Cerreto non fu sommersa dalla spazzatura, la terra bruciata cominciò a dare frutti e anche per la Parata si aprì uno spiraglio di sfruttamento eco-sostenibile. Addirittura la vice-presidente dell’Associazione giornalisti Europei dedicava a Cerreto una pagina di encomi e il Prof. Luigi Labruna, Preside della Facoltà di Giurisprudenza della Federico II, dalle pagine del Corriere definiva Cerreto: “epicentro culturale della nazione sannita”. Ebbene, mentre avviene tutto questo nonostante i debiti paurosi accumulatisi negli ultimi anni, invece di pudicamente tacere, lo stesso, forse nervoso perché all’unanimità Cerreto era stata riconfermata Comune capofila nella guida delle politiche a favore di migranti, anziani, bambini, poveri, giovani, precari, ex detenuti, nonostante le … attese, esterna in Consiglio con l’”aulico” linguaggio appreso nelle aule parlamentari e poi strategicamente si allontana. La tattica è collaudata e, si sa: il lupo muta il pelo, non il vizio. E così, con la stessa disinvoltura con la quale passava dai banchi del Parlamento ove cantava convinto a squarciagola :”… meno male che Silvio c’è” ai banchi del Consesso Comunale ove chiamava “incompetente” chi non conveniva sulle sue scelte, oggi che canta, sempre con convinta scelta di campo, per carità, “avanti popolo”, nello stesso Consiglio augura ai detentori del “suo” potere: “Dovete bollire a fuoco lento senza cuocere mai!”. E, durante l’ultima assise, definisce la dottoressa Caterina Meglio, ed il suo gruppo: ignoranti, immorali e lobbysti. Motivo? avere organizzato Girolio, una manifestazione che ci ha resi protagonisti la dove prima eravamo semplici comparse, a costo quasi zero … come tante altre manifestazioni. Ecco cosa pensa uno dei 100 Sindaci ospiti a Cerreto: “Gentilissimo Sindaco, nel ringraziarLa per la disponibilità mostrata nell’incontro con i componenti della “Città dell’ OLIO”, voglio esprimerLe i complimenti per la bellezza della Cittadina che governa. E’ un centro con Chiese favolose e splendide; con Palazzi nobiliari che mostrano uno scrigno indescrivibile di storia. Nella mente del visitatore si avvicendano i momenti storici e l’origine del grande popolo sannita…. Il convegno svolto è stato un’occasione per promuovere, in modo congiunto, il territorio del Mezzogiorno… “ Oltretutto, grazie al Gal Titerno e alla Camera di Commercio, Cerreto non ha speso nulla ed il capitale investito è RIMASTO tutto in loco. Alberghi e ristoranti hanno fatto il pieno. I produttori d’olio hanno vissuto una bella giornata seminando e raccogliendo qualche frutto. Chissà quanti dei soldi usciti dal NOSTRO bilancio per pagare le Movide d’oro rimanevano a Cerreto. I vari Roy Paci con gli Aretuska, Elio & Le Storie Tese, Bandabardot venivano, cantavano un’oretta e se ne andavano con il fardello pieno di marenghi d’oro. E la marea di giovani lasciava Cerreto all’alba, in un mare di problemi, per tornare ai lidi abituali. E le casse si svuotavano. Inesorabilmente. Ciliegina sulla torta è stata abbandonare il civico consesso mentre stava parlando un altro Consigliere che osava replicargli. Andarsene senza nemmeno salutare, lasciando nell’imbarazzo il solo capogruppo costretto ad arrampicarsi sugli specchi per non far votare la apertura di una riserva faunistica sulla Parata: “non abbiamo sentito i ceramisti!”…ohibò! E già, ma noi siamo lobbysti. Noi che avevamo appena dovuto approvare l’ennesimo debito fuori bilancio…più di 100.000 Euro per un avvocato incaricato, anni fa, di un arbitrato non proprio obbligatorio…ma “qui mi taccio”, perché criticare è lesa maestà. Ma se noi perdessimo, uno dopo l’altro, tutti i vecchi amici, qualche dubbio sui nostri comportamenti lo avremmo.
Grazie Caterina, grazie GAL, grazie Camera di Commercio.
Il Gruppo “Libertà e partecipazione”.