Se paghi l’accesso al Museo, Cerreto ti ri-pagaLorenzo Morone. Terra di giuristi il Sannio. Dal grande Marco Antistio Labeone (I secolo a.C.) sino agli Antonio Guarino, ai Venditti, ai Mazzacane dei tempi nostri. Tutti di Cerreto. La cittadina a ridosso del Matese, «epicentro culturale della nazione sannita»( Luigi Labruna), fu distrutta da un devastante terremoto il 5 giugno del 1688. La città, finalmente oggetto di scavi archeologici che ne stanno mettendo in mostra le antiche vestigia, fu ricostruita celermente grazie all’impulso dei Carafa e dei vescovi. La ricostruzione richiamò artisti e maestranze forestiere, fra cui molti «mastri faenzani» napoletani, «dipintori», «riggiolari» che installarono le loro fornaci soprattutto nella parte bassa del paese e nel vicino casale di San Lorenzello. Nelle loro botteghe si formarono numerosi artisti locali, che diedero inizio a vere e proprie dinastie le cui fabbriche divennero celebri. L’esaurirsi degli appalti della ricostruzione, che fece di Cerreto la «perla» del diadema dei Carafa , e il mutare del gusto verso la fine del Settecento, con l’imporsi della porcellana e della terraglia, allontanò dalla maiolica i ceti altolocati. I ceramisti migliori si trasferirono altrove, ma la produzione cerretese si mantenne qualitativamente elevata. Ad impedire che molti di questi tesori della cultura materiale nostrana fossero dispersi o definitivamente perduti ha provveduto nella prima metà del Novecento un riservato e austero giurista cerretese, benestante e appassionato cultore di storia patria, il giudice Vincenzo Mazzacane (1878-1956). Dedicando il suo tempo libero alla raccolta delle più varie testimonianze della vita e delle espressioni artistiche della terra natale, quel magistrato riuscì a scovare in polverose soffitte, botteghe e bancarelle di robivecchi, case rustiche o padronali, chiese dirute, splendide, bellissime ceramiche. La sua speranza era di affidare un giorno le sue collezioni ad un Istituto pubblico del paese di origine. ” È trascorso più di mezzo secolo dalla sua morte e ora quel proposito, a lungo apparso un miraggio, in parte si realizza grazie all’intelligenza degli amministratori del Comune di Cerreto e alla sapiente generosità dei suoi nipoti”..(Labruna). La raccolta di inestimabile valore artistico del nonno, che ben testimonia il valore culturale e la rilevanza del lascito per la comprensione di un pezzo importante e ancora vitale della storia delle nostra civiltà meridionale, è esposta da sabato 27 ottobre nel Museo cerretese. Ma perché tutto abbia una ricaduta sul territorio, è stata studiata dall’amministrazione, di concerto con gli addetti al settore, una strada nuova per incentivare, attraverso la visita al Museo, alcune attività cerretesi: alberghi, ristoranti e botteghe ceramiche. L’idea è semplice e, almeno per ora, vincente: il costo del biglietto d’ingresso al Museo, concepito come contributo per consentire allo stesso di vivere di vita autonoma, senza pesare troppo sulle casse del Comune, è recuperabile spendendo presso quegli esercenti che aderiscono all’iniziativa: Se paghi l’accesso al Museo, Cerreto ti ri-paga.

Così, per ogni visitatore del Museo, il biglietto di ingresso si trasformerà in un bonus da spendere presso alberghi, ristoranti e botteghe ceramiche. Ognuno di questi esercizi ha infatti approntato una offerta da sottoporre al turista: sconti, pacchetti, gadget vari. Parimenti, per invogliare i clienti a visitare il Museo, gli stessi esercizi offriranno ai propri clienti un biglietto omaggio acquistato a condizioni speciali. Tale strada, assolutamente nuova nel panorama dell’accoglienza turistica nazionale, sostituisce quella tradizionalmente percorsa degli sconti per gruppi che risultano essere un semplice incentivo a visitare il Museo e basta. La speranza è che il circuito funzioni e che si possa allargare anche ad altre aziende commerciali, per la creazione, poi, di una sorta di “marchio di qualità cerretese” che garantisca l’acquirente e lo invogli a sostare e/o acquistare a Cerreto. Ricordiamo che il Museo è aperto di giovedì, sabato, domenica e festivi, sempre su prenotazione.

Lorenzo Morone- Assessore alla cultura

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