
Giuseppe Sangiovanni . “Oltre 30 anni fa, mio zio, Pietro, con quattro amici, ebbe l’idea di questa festa- racconta Paolo Nicolella, attuale Presidente dell’Associazione Cornuti Ruvianesi(voluto a tutti i costi negli anni scorsi da Raiuno nella trasmissione “I Soliti Ignoti”, condotta da Fabrizio Frizzi)- che ebbe luogo con pochissimi temerari, perché nella gran parte delle persone mancava la sfrontatezza giusta per esibire il carico pendente! Erano altri tempi. Tutto cominciò per gioco. Una sfida, poi vinta da mio zio, che per la cena offri il suo montone, simbolo della festa dei becchi. Si potevano contare sulle dita di una mano i partecipanti alla prima edizione. L’anno dopo, lo sparuto gruppo dell’anno precedente sfilò in processione in compagnia di nuovi adepti. Fu un successo, bissato per anni. Alla morte di mio zio Pietro, divenne presidente mio cugino Giuseppe, che dette l’anima, portando la manifestazione agli onori delle televisioni nazionali. Nel 1998, Giuseppe mori prematuramente. Dopo la tumulazione della salma al cimitero, un amico disse: e ora chi sarà il nuovo presidente? Pochi secondi, gli occhi degli amici presenti puntati su di me, ed ero diventato il nuovo Presidente!” Singolare e simpatico “monopolio” della famiglia Nicolella nella presidenza del sodalizio. Tre i presidenti in 35 anni con lo stesso cognome: uno zio e due nipoti. Aculei istituzionali nel Dna! Oltre settemila i presenti che quest’anno hanno assistito all’evento, cominciato con la lettura dei ‘Dieci comandamenti dei becchi, con il battesimo dei nuovi adepti, a seguire l’alzabandiera e la caratteristica processione per le anguste stradine di Ruviano. Nel finale, l’incendio del totem, canti e balli con un gruppo di brasiliane, l’apertura degli stand gastronomici con prodotti tipici locali e buon vino, e nel finale fuochi d’artificio. Alla fine della serata, il Presidente Nicolella ha salutato gli ospiti dando appuntamento a tutti per il prossimo anno. Da registrare quest’anno, la defezione della chiesa locale, che non ha partecipato all’evento(il prete, negli anni scorsi, esibiva pure lui le corna- su un palco davanti la chiesa). Il nuovo Vescovo quest’anno, non ha concesso il placet ed i becchi in processione, seppur amareggiati un poco, hanno evitato il passaggio della “processione” davanti alla chiesa.
“Cornuto è bello! Siamo felici e contenti”. A gridarlo in coro un nutritissimo gruppo di cornuti doc, riunitisi anche quest’ anno a Ruviano, arcinoto in Italia e nel mondo come “il paese dei cornuti!. Una leggenda, divenuta “realtà”, alla fine degli anni settanta, quando alcuni giovani pieni di entusiasmo ed ardenti d’amore per la terra natia, vollero dare seguito alla leggenda, tramandata da secoli di generazione, in generazione. Per diventare cornuti doc!
Una presa di coscienza sulla necessità di difendere il “marchio”- in via d’estinzione. Per non dimenticare il curioso e bizzarro rito, verosimilmente già presente in era pagana, nel minuscolo paesino della provincia di Caserta: interrotto negli anni anche per lunghi periodi, e di tanto in tanto ripreso – che ormai da 35 anni, si celebra puntualmente ogni anno.
Tutto iniziò come uno scherzo. Il cupo mese di novembre. Si riunirono, si dettero da fare, spesero la loro baldanza giovanile, ma anche i pochi spiccioli che avevano da parte, affrontarono diffidenze ed incredulità, freddezze ed assenteismi, decisi a celebrare la Festa dei Cornuti, collocata l’undici novembre, in onore di S.Martino, noto protettore dei portatori d’aculei.
Andò tutto per il meglio. Sfilando coraggiosamente in processione per le strade del paese, con mastodontiche corna sulla testa, in una sorta di “autoflagellazione collettiva”. “Furono premiati da applausi e da lodi esterne, ma anche dalla soddisfazione intima che la coscienza del bene regala agli uomini di buona volontà”- racconta Pasquale Petrazzuoli, segretario dell’Associazione Cornu
E fu sull’eco del successo della festa, che l’anno dopo i cornuti organizzati, diventati per l’occasione una ventina, tornarono all’assalto. Decisi a dare soluzione di continuità alla tradizionale festa. La fine dell’estate di quell’anno fu il preludio alla nascita di un’associazione. L’ACR: Associazione Cornuti Ruvianesi. Sodalizio presieduto da Paolo Nicolella, che conta centinaia di soci anche oltre oceano.
Associazione cresciuta negli anni, per l’arrivo di nuovi adepti, ogni anno in fila chi per cominciare il noviziato, chi per ricevere il “battesimo” e la conseguente patente di becco.
GRANDE IRONIA
Cornuto è bello. I duemila abitanti del paesino(invaso da circa 2000 curiosi) casertano sono orgogliosi di esserlo- e l’undici novembre di ogni anno si ritrovano, provenienti dall’intera penisola (qualcuno anche dall’America) – per festeggiare il loro patrono, sfilando in processione, con gioia e “speranza”- con tanto di stendardo, santo, monaco, chierichetto e presidente – tutti in costume tipico, accompagnati dalla banda per cantare il caratteristico inno dei cornuti: processione che si conclude con l’incendio del fantoccio di pezza, naturalmente munito di grossi aculei. Uniti dalle armi portate sulla testa, “mimetizzati” per gioco- con buona dose d’ironia. “Terapia” per allontanare lo spettro di “pesi” veri sulla fronte- per dribblare ed esorcizzare l’incombente pericolo: l’anamnesi di qualche “antropologo”del luogo.
LA PROCESSIONE
Goliardia, ironia, folklore- per valorizzare il “prodotto tipico ruvianese. Le corna Processione, inno, battesimo nuovi adepti, discorso del Presidente dell’Associazione, che ha elencato anche quest’anno le dieci buone regole del cornuto doc.““E’ un momento di allegoria, ironia, spensieratezza e puro divertimento- racconta-il presidente Nicolella. La nostra associazione- dice sorridendo- è nata con lo scopo di far valere i propri diritti, per alleviare le sofferenze delle persone colpite dalla sindrome dei bernoccoli, per aiutarle in modo corretto sul piano neuro-riabilitativo, tramite un sereno confronto con le altre vittime”.
CORNUTI FENOMENO ANTROPOLOGICO FINITI IN DUE UNIVERSITA’ ITALIANE e ALL’ESTERO
Ruviano, patria dei cornuti, che sorprendentemente sono saliti in cattedra(almeno in due università italiane, in un convegno a Berlino, ed in volumi universitari. A quando la festa nazionale? Festa terapizzante per milioni d’italiani spesso alle prese con il fastidiosissimo peso sulla testa: un buon metodo per alleviare il doloroso carico pendente!
Giuseppe Sangiovanni