
Vincenzo Delli Veneri. Non intendevo questo: il pretesto delle poche righe, omesse, nella pubblicazione della mia nota grazie agli ultimi avvenimenti mi sembra sia passata una vita… Eppure era solo venerdì dell’altra settimana Chi dobbiamo ringraziare? ma che tu hai avuto, erano state lo spunto per una mia riflessione partita da due righe su Facebook, e ampliatasi sull’onda dei ricordi (a 58 anni si comincia a crogiolarsi nei ricordi) che aveva come interlocutore Americo per il semplice fatto che era stato quello che l’aveva determinata.
Chiedo scusa ad Americo per averlo coinvolto, ma non era da lui che attendevo risposte, anzi… per me lui rappresentava quel detto popolare che dalle mie parti recita: a te figlia le rico e tu nora me ntienni.
Con la mia consueta irritualità rispetto alle liturgie e alle gerarchie sindacali lo facevo fuori dal contesto sindacale di cui faccio parte, ma credevo di poter svolgere in un momento intimistico un ragionamento che era di Vincenzo e non del segretario di un sindacato.
Non a caso non ho usato carta intestata, ho firmato col mio nome e non ho mai citato il sindacato. Americo conosce i luoghi della discussione, le assemblee, i direttivi, le segreterie con cui la CGIL e la FLC costruiscono i momenti di democrazia in cui si determina la linea politico-sindacale della nostra organizzazione.
Non intendevo incitare alla violazione delle leggi, alla violazione delle regole della democrazia rappresentativa, … volevo solo ricordarmi di essere stato giovane anche io… ma forse non è permesso a chi ricopre un ruolo sindacale così esposto.
TI CHIEDO SCUSA
Spero di essermi spiegato che tu eri solo il pretesto per ricordare, e non c’era nessuno da colpire, men che mai tu eri il bersaglio della mia riflessione perché non c’erano bersagli, non fa parte della mia cultura, quella che ho raccontato a tutti voi col cuore aperto.
Vincenzo Delli Veneri