Molisannio: la parola passi ai cittadini che vanno coinvolti in scelte così importanti!Pietro Di Lorenzo. Affollata riunione del Comitato Salviamo il Sannio a Pietrelcina, per discutere del futuro del Sannio e delle aree interne, anche se tutti gli intervenuti hanno posto al centro il tema referendario che sarà discusso domani al Consiglio Provinciale. A prendere la parola sono stati sindaci, consiglieri comunali, assessori, presidenti di comunità montane e consiglieri provinciali che si sono detti tutti favorevoli alla celebrazione del referendum, poiché devono essere i cittadini a poter  liberamente scegliere e decidere del proprio futuro.

Moltissimi gli interventi dei rappresentanti istituzionali. Si sono infatti succeduti al tavolo della presidenza i sindaci di San Bartolomeo in Galdo  Vincenzo Sangregorio, di Colle Sannita Giorgio Nista, di San Giorgio La Molara Luigi Paragone, di Pesco Sannita Antonio Michele, di San Marco dei Cavoti Franco Cocca che è anche consigliere provinciale, l’ex sindaco di San Giorgio La Molara Luigi Vella, mentre hanno fatto giungere un telegramma di saluto il sindaco di Castelvetere in Valfortore Luigi Iarossi e quello di Circello Carlo Petriella, gli assessori di Baselice Francesco Delli Veneri, di Ginestra degli Schiavoni Antonio Martucci e di Tocco Caudio Gianbattista Tontoli, i consiglieri comunali di Guardia Sanframondi Giuseppe De Blasio e di San Lupo  Giuseppe De Vincentis, di Foglianise Vito Antonio Pedicini di Limatola Pietro Di Lorenzo, i consiglieri Provinciali Spartico Capocefalo e come lo stesso Franco Cocca, il presidente della Comunità Montana del Taburno Libero Sarchioto. Tante anche gli spunti di riflessioni giunti dai cittadini e rappresentanti del mondo associativo oltre che dai rappresentanti del Comitato.

Al di là del merito della questione del Molisannio sì o Molisannio no,  sulla quale si possono avere pareri legittimamente diversi, tutti gli intervenuti si sono dimostrati convinti che la parola deve passare ai cittadini, visto che il riordino è avvenuto per decreto senza consultare i territori e i diretti interessati. D’altronde se il Consiglio Provinciale decidesse di dire sì alla richiesta di Referendum, si potrebbe innescare un effetto domino anche con altri territori interni come Avellino, l’Alta Daunia e l’Alifano per avviare la ricomposizione dell’antica Regione Sannio, che fu il sogno dei padri costituenti Raffale De Caro e Bosco Lucarelli.

Ridurre tutto il complesso riordino delle province alla battaglia per il capoluogo, appare perciò una disputa inutile e marginale, anche perché nessuno può immaginare che tale decisione non possa che scaturire da una piena condivisione tra i territori interessati, anche perché sul tappeto vi è la ben la più importante e fondamentale razionalizzazione degli uffici periferici: a nessuno può venire in mente di continuare a giocare a rubamazzetti, immaginando che la parte scippata se ne stia a guardare con le mani in mano. Tra l’altro incombono ancora ricorsi alla Corte Costituzionale, ai Tribunali Amministrativi e non va inoltre dimenticato le insidie di un iter parlamentare appena iniziato al Senato, che vede già una richiesta ufficiale di costituire un tavolo di confronto tra i parlamentari irpini e sanniti per affrontare i tanti nodi irrisolti sul tappeto. Inoltre non bisogna dimenticare, una volta concluso l’iter parlamentare, che le Province diventano Istituzioni di secondo livello con compiti residuali e che, come avviene per le Comunità Montane, il Consiglio ha facoltà di dislocare la propria sede in qualsiasi luogo. Ciò significa che oggi per decreto Benevento potrebbe anche essere il capoluogo delle due Province, ma senza accordo domani un nuovo Consiglio potrebbe anche decidere in modo del tutto diverso. Ma al di là delle tante ipotesi emerse, vi è stato l’unanime visione che tutte le aree interne soffrono il peso insopportabile di un esasperato Napolicentrismo, che può essere attenuato solo se si avvia una nuova fase di decentramento amministrativo dando vita alle associazione dei comuni per una governance che possa decidere autonomamente senza imposizioni e rigide visioni. Inoltre con la costituzione della città metropolitana, che secondo il governatore Caldoro dovrebbe avere una conurbazione che comprenda oltre alla provincia di Napoli anche territori del salernitano, casertano e avellinese, la restante macro provincia costituita dai restanti territori di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, la nuova provincia avrebbe un ruolo ancor più residuale rispetto a Napoli.

Ecco perchè domani risulta essere storica la seduta del Consiglio Provinciale, che con il contributo di tutti i Consiglieri si potrà avviare l’iter di richiesta del Referendum,  intestando a proprio merito l’avvio di una nuova visione con il coinvolgimento dei cittadini facendoli diventare compartecipi alle scelte democratiche e fondamentali per il proprio futuro e dando vita ad un processo di riconciliazione tra cittadini e istituzioni che ridurrebbe il forte distacco che si è venuto a creare e a cui oggi assistiamo.

Benevento, 11 novembre 2012

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