
Pietro Quercia . Il Minieri non accettò di buon cuore le modifiche apportate al contratto di concessione, malgrado la riduzione del 50% della somma da spendere per migliorare lo Stabilimento e la riduzione del canone annuo a £. 5.000; non gli dispiacque l’aver dovuto cedere alla Provincia i bagni Jacobelli e tutte le sorgenti acquistate, ma si lamentò (lo si legge nei suoi scritti) della riduzione della durata della concessione: da 55 a 45 anni. Riuscì, comunque, nonostante la riduzione a £ 250.000, a portare le Terme di Telese a livello europeo. Ciò fino al 1974, anno della scomparsa dell’ultimo dei due figli subentrati all’ing. Eduardo nella gestione dello Stabilimento pubblico. Poi ?
Il poi è ciò che vedete.
“Verba volant scripta manent” continuo, quindi, a leggere, nei documenti, le pagine di storia.
Nella foto di testo della 1^ parte dell’ intervento si evince che, nell’anno 1901, sulla sorgente Santo Stefano Lanterria era operante una Ditta che imbottigliava l’acqua sulfurea.
E’ chiaro, quindi, che la sorgente sgorgò, a seguito di scavi, dopo il 1882, data della modifica del primo contratto ed è altrettanto chiaro che il suolo e la sorgente fu acquistata dal Minieri per impedire la concorrenza che gli faceva, in grosso, il Ievolella.
Sulla sorgente S. Stefano, il Minieri beneficiava di una “concessione perpetua” che non poteva usufruire per due motivi:
Primo. Perché gestiva le sorgenti delle terme pubbliche;
Secondo. Perché glielo impediva l’ articolo 8 del Disciplinare 1954/82 che recitava:
“La Ditta esercente, per il periodo di validità del presente contratto, non dovrà avere personalmente o per interposta persona alcuna concessione per sfruttamento di acque uguali o analoghe a quelle di Telese, nell’ambito del territorio della Provincia di Benevento La Ditta stessa non può esercitare lo sfruttamento o la utilizzazione o la vendita delle acque in concorrenza con quelle di Telese, in quanto ad esse uguali o analoghe per le qualità terapeutiche.
Tale divieto ha ugualmente valore per il periodo di validità del presente contratto.
In caso di inosservanza della presente clausola, l’Amministrazione appaltante ha il diritto di dichiarare decaduta la Ditta dall’appalto, di incamerare la cauzione, di procedere al riappalto in danno o alla Gestione in economia in danno della Ditta, e al risarcimento dei danni.”
Con successive modifiche e proroghe chieste dalla “Minieri s.n.c. per poter usufruire dei benefici di cui all’ art. 22 della Legge 14/5/1981 n. 219 (danni provocati dal terremoto dell’80) si giunge alla Proroga 31.12.1986/ 31.12.1996 comprensiva di modifiche di contratto.
E’ questo il contratto di proroga tanto discusso, che avrebbe dovuto mettere l’Impresa Minieri in condizioni di pieno rispetto degli obblighi contrattuali.
Fu, invece, uno dei motivi delle dimissioni dell’ Assessore anziano Ezio Esposito dall’ Amministrazione comunale dopo soli 6 mesi; l’altro l’ “approvazione schema convenzione per la redazione dei piani esecutivi e conseguenti modifiche ed integrazioni alle norme ed ai grafici del P.R.G”.
Modifiche ed integrazioni che stravolsero il P.R.G. adottato dall’Amministrazione precedente la D’Occhio & Co.
Ma questa è storia che persone competenti (quale io non sono) devono pur scrivere, per i danni irreversibili prodotti alla nostra ancora bella Telese.
E mi fermo qui.
Spero mi abbiate perdonato lo sfogo, peraltro contenuto. Ritorno al Contratto di proroga 31.12.1986/ 31.12.1996 ed alla lettura degli atti.
Art. 6 lettera h) “l’Impresa si obbliga direttamente o a mezzo di altro soggetto – sia esso persona fisica o giuridica – a realizzare ovvero attivare 75 nuovi posti letto nell’ ambito dei Comuni di Telese e/o S. Salvatore Telesino. …. Per quanto riguarda il Comune di Telese va esclusa l’area adiacente il Grande Albergo Telese.”
Art. 8 – “L’ art. 8 del disciplinare del 3.3.1954 (quello che vietava lo sfruttamento di acque uguali o analoghe), è soppresso dall’ articolo 2 del contratto del 2.11.1970.”
Non sono riuscito a procurarmi il contratto 1970, mi incuriosisce ancora conoscere i criteri e le valutazioni date (ammesso che siano state date) sulla cancellazione di un articolo tanto importante perché non consentiva all’ Impresa lo sfruttamento della concessione perpetua che ha da sempre usufruito sulla sorgente Santo Stefano Lanterria; mi fu chiaro, invece, il perché l’ art. 8 non fu ripristinato col contratto di proroga 1985.
Infatti fu quasi immediata la richiesta di concessione edilizia per la costruzione di un Albergo termale. Questa la Relazione dell’ Impresa:
“Nell’ambito degli impegni contrattuali assunti dalla IMPRESA A. MINIERI s.n.c. nei confronti del CONSORZIO PER LA AMMINISTRAZIONE DEL COMPLESSO IDROTERMALE DI TELESE E S.SALVATORE TELESINO, è prevista la realizzazione o attivazione, nei territori dei Comuni di Telese e/o S.Salvatore Telesino, di complessivi 75 posti letto alberghieri (cfr. art.6 punto h nuovo contratto di sub-concessione).
Relativamente al Comune di Telese, sempre per impegno contrattuale, la realizzazione dei nuovi posti letto alberghieri è previsto che avvenga su aree già di proprietà dell’ IMPRESA MINIERI ma diverse da quelle adiacenti al Grande Albergo Telese.
L’IMPRESA, al fine di creare strutture diversificate sia per quanto riguarda l’ offerta ricettiva che l’utenza cui questa si rivolge, realizzerà 50 posti letto nell’ambito del Comune di Telese e 25 posti letto nell’ambito del Comune di S.Salvatore Telesino: mentre per Telese si tratterà di una realizzazione ex novo, per S.Salvatore Telesino sarà recuperata una villa di fine ‘700 inizi ‘800 già di proprietà della famiglia Minieri che servirà da qualificato supporto alla realizzanda struttura museale che il Comune di S.Salvatore Telesino si appresta a creare nell’Abbazia Benedettina ubicata nello stesso complesso monumentale del quale fa parte la Villa stessa.
L’Albergo da 50 posti letto che sarà realizzato a Telese avrà caratteristiche tali da essere classificato a tre stelle (ex 2^ Categoria) in base alla vigente normativa regionale.
Annessi all’Albergo saranno realizzati dei reparti termali onde consentire alla clientela di poter usufruire delle cure senza allontanarsi dall’ Albergo stesso. Come fascia di classificazione, si è individuata, come detto, quella delle 3 stelle tenendo conto dell’ attuale situazione dell’ offerta ricettiva presente a Telese Terme.
Ecc… ecc… ecc…”
Come sia stato possibile, in corso d’ opera, vendere la struttura alla Maugeri e come sia stato possibile il trasporto dell’ acqua sulfurea della sorgente Santo Stefano, per circa due chilometri, per alimentare una struttura adiacente al Grande Albergo, ove si praticano tutte le terapie praticate nello Stabilimento pubblico non sono in grado di rispondere.
Vorrei, però, che qualche cittadino competente (sono in tanti a Telese) soddisfacesse ad una domanda che mi pongo da ignorante perché mi restano solo elementari nozioni scolastiche sulla precipitazione dei sali minerali:
So che l’acqua sulfurea va commercializzata in bottiglie di vetro altrimenti si alterano le qualità terapeutiche. L’ acqua della sorgente Santo Stefano, che passa attraverso una tubatura di gomma come quella usata per l’ irrigazione dei campi, per giunta sottoposta a temperature non idonee, è sempre miracolosa per l’ utente che, per le cure, si rivolge presso il Grande Albergo?
Non mi sarei rivolto alla storia remota se non avessi coscienza che gli errori dei recenti storici possano essere ancora corretti: ciò rappresenterebbe, per Telese, il ritorno all’antico splendore.
……
E’ la storia a volere giustizia ! (1° parte)
Caro Pietro, mi congratulo con te per l’esatta ricostruzione di una pagina di storia che riguarda la ns. citadina.
Proto.
Carissimo amico, ho considerato la lunghezza dell’ intervento ed ho potuto consentirmi solo un cenno sulle tue dimissioni, da me fortemente volute con il conforto di Donato Iannella: eravamo preoccupati della tua salute se tu avessi continuato, solo in mezzo ai Giuda.
Voglio, però, riportare l’ intervento, in Consiglio, di Dante Franco, sicuro di farti piacere.
“Il Consigliere Franco, chiesta ed ottenuta la parola, afferma che non si sente sereno e tranquillo nell’affrontare questo argomento. E’ preoccupato inoltre che il suo intervento possa essere considerato di speculazione politica; cosa che non è nelle sue intenzioni. Un assessore che si dimette, afferma Franco, che dimostra una grossa coerenza deve far pensare tutti: maggioranza e minoranza.
L’ Assessore Esposito, continua Franco, è stato molto chiaro, anche attraverso gli articoli pubblicati sui giornali, per cui ci dobbiamo sentire colpevoli tutti se non riusciamo a contestare le accuse che ci fa; parla di gestione collegiale del potere che non c’è stata, di “famiglia”, dice più avanti che la strada era già segnata.Ci ricordiamo, continua Franco, di un documento fatto dall’Esposito e dalla sua coalizione nel mese di Luglio scorso. Come la mettiamo, colleghi, con la denuncia dell’Esposito? Ci sentiamo tranquilli? Accettiamo le dimissioni o le respingiamo? Il fatto che l’Assessore anziano, conclude Franco, dopo sette mesi va via è un fatto molto grave. Se non è possibile legalmente, almeno moralmente respingiamo le dimissioni.
Ezio? … senza commenti.
Pietro Quercia.
Caro Pietro, non conoscevo l’intervento di Franco e ti ringrazio per avermene reso edotto. La storia delle mie dimissioni non è stata ancora raccontata, forse lo farò. Voglio anticiparti che i giuda non erano tutti di parte democristiana. I peggiori stavano fra di noi, nei più alti livelli.
Ezio Esposito
Peter, aiutami a capire, te lo chiedo con una massima di Confucio: Se c’è un rimedio perchè te la prendi? E se non c’è un rimedio perchè te la prendi?
Intervengo in commento per chiedere all’amico (se me lo consente) Ezio Esposito di raccontare invece il “fatto”. Sono certo che non farà piacere a molti, ma sicuramente farà ancora più luce su quegli anni che non esito a definire “bui”. Mi complimento, intanto, sia con Ezio che con Pietro per il loro coraggio ed il loro effettivo amore per Telese Terme.
Caro Flaviano, serebbe come dire “ma che te ne fotte?”.
Forse hai ragione, o forse no…..
Ti saluto. Pietro Quercia.
Caro Peter, ho citato Confucio non Pino Daniele e non è assolutamente questo il senso della mia domanda, volevo solo capire meglio il confine tra recensore e censore nella storia delle Terme e se, visto che non ho il piacere di conoscerti, nella tua vita professionale ci sono esperienze imprenditoriali o manageriali, un saluto a te.
Questo mio “Rap dell’acqua solfurea” mi sembra in tema:
Acq acq, sulf sulf
libera le Terme dai baroni,
dalle famiglie dei vassalli e da quelle dei valvassori,
acq acq, sulf sulf
che in quel di San Laurienzo e Cerreto ci accusano che
il cocktail “acqua minerale e tarallucci” non si può piu’ fare ,
ché i loro forni sfornano più taralli dei forni sulfurei di Telese
e i taralli si azzuppano tutta l’acqua sulfurea,
e che dell’acqua sulfurea a Telese c’è rimasta solo la puzza,
C’è rimast sul a puzz !
Acq acq, sulf sulf, puzz puzz.