Telese Terme: è la storia a volere giustizia! (1 parte)Pietro Quercia. E’ stato bello stare in mezzo ai cittadini per tanti giorni,  colloquiare con loro, scevri da schematismi politici perché tutti d’accordo nel ritenere la politica nazionale sempre più corrotta, con implicazioni di loschi personaggi di tutte le tinte politiche.  Tantissimi sono i napoletani che popolano la nostra Telese e tantissimi di loro vi hanno messo radici perché convinti di andare ad abitare in un paesino tranquillo, centro di servizi sociali e con possibilità di svago per avere un meraviglioso lago e pregiate acque minerali. Ma in tanti mi hanno confessato di voler vendere ciò che, con sacrifici, hanno acquistato perché profondamente delusi.

Ho colto anche la volontà di tanti che, per aver letto i miei interventi su Vivitelese ed avendomi conosciuto, mi hanno espresso il desiderio di voler conoscere la Storia sulla questione Terme.

Ho deciso, quindi, di informarli e, senza alcun personale commento, rivolgermi ad essa (storia) e riportare, cronologicamente, documenti che giustificano la mia e la rabbia di coloro che ne sono a conoscenza.

La Storia.

Creata la provincia di Benevento, nella di cui circoscrizione cadde lo Stabilimento termale di Telese, essa ne reclamò la consegna dalla provincia di Caserta; e, l’ebbe, avendovi provveduto il Dicastero dell’Interno in data 10 luglio 1861, con risoluzione comunicata al Prefetto di Caserta.

Nonostante le liti giudiziarie in atto e che seguirono tra le due Province ed i comuni di Solopaca (Telese ne era frazione) e San Salvatore Telesino, la provincia di Benevento, credendo nei poteri terapeutici delle acque, spese Lire 240.000 per importanti opere di bonifica, per la costruzione dell’attuale Viale Minieri, per la deviazione della strada  per San Salvatore Telesino, prima di cederle in concessione, nel 1877, all’imprenditore napoletano Eduardo Minieri. La durata della concessione era di anni 55, il canone annuo di lire 6.000 per i primi dieci anni e lire 500.000 per opere di miglioramento nello Stabilimento pubblico.

 Tra il 1880 e il 1881 il Minieri inviò vari Esposti alla Provincia, nel primo dei quali lamentava propri errori di calcolo ed esternava le sue disillusioni sulle acque di Telese. Per i mancati guadagni se la prendeva con le acque solfuree dette Spinelli, di Cancello (CE), con le acque Albule presso Roma e finanche con i briganti.

Nei confronti dei telesini scriveva:

“ …Cerco migliorare la vendita dell’acqua di esportazione, per sopperire alle dette perdite, ed ecco quei buoni villici di Telese si mettono subito all’opera, per farmi la concorrenza: ognuno fa dei fossi nei fondi limitrofi; sono incoraggiati, alcuni trovano l’acqua, la vendono, distraggono da me i pochi compratori, minacciano la concorrenza in grosso, mi costringono ad abbandonare l’idea, perché, seguitando,avrei lavorato per essi…” e, mentre minacciava di recedere dal contratto stipulato nel 1877, si rivolgeva al ministro Depretis affinché intercedesse presso la Provincia per ottenere la riduzione del 50% della cifra da spendere e che in parte aveva speso per migliorie e la riduzione del canone annuo da lire 6.000 a lire 5.000.

“La Concessione è una passività grossa” – concludeva il Minieri.

L’Amministrazione provinciale si pose ad indagare ed indugiò molto nel provvedere.

Allora seguì l’Esposto del 21 ottobre 1881, col quale il Minieri offrì la retrocessione dello Stabilimento, contro il solo rimborso delle opere stabili di miglioramento, rinunciando alle  spese che aveva sostenuto per analisi chimiche; Progetto generale di giardinaggio, planimetria, ed altimetria; Progetto di Bonifica dell’intero Agro telesino; ecc.

Con  l’Esposto che inviò alla Deputazione Provinciale in data 22 novembre 1881 fece, in dettaglio, l’elenco delle opere stabili effettuate che la Provincia avrebbe dovuto rimborsargli nel periodo di cinque anni a rate annuali e senza interessi e l’elenco delle spese sostenute alle quali rinunciava al rimborso.

Il Consiglio Provinciale si riunì in data 21 marzo 1882. All’ordine del giorno: Determinazione sulle pendenze col concessionario dei bagni di Telese.

Prima di giungere alla delibera, tra tanto altro che ometto, si legge testualmente:

“…La Commissione esaminando il contratto, à trovato un ostacolo nell’articolo 7.In esso è fatto obbligo al Concessionario d’imputare nella somma dei lavori a spendere a Telese, il valore dello stabilimento Jacobelli coi miglioramenti che vi avrebbe apportati, che alla fine della concessione avrebbe dovuto rimanerlo proprietà della Provincia.

Questo fatto è importante, perché lo scopo che il Consiglio si proponeva era quello di evitare alla fine della concessione qualunque concorrenza alla Provincia.

Dall’altra parte la Commissione considerò che i diversi progetti già assorbono le L. 250 mila per lo che lo stabilimento Jacobelli sarebbe rimasto di proprietà del concessionario. Vero è che non vale molto, ma la sorgente è importante, tanto che diede modo a Jacobelli di costruirvi quello Stabilimento che ha fatto sempre grande concorrenza a quelli della Provincia.

Preoccupati di ciò la Commissione, à invitato il Concessionario a cedere da ora alla Provincia quello Stabilimento.

Gli si è detto: Si accorderà la diminuzione degli oneri, ma oltre alle migliorie fatte e da fare dovete cedere lo stabilimento Jacobelli senza alcun compenso.

Oltre a ciò era a conoscenza di parecchi che il Concessionario à acquistato diversi suoli e sorgenti a Telese che sono tanto indispensabili per lui che à erogate somme alquanto importanti. La Commissione à visto la necessità che egli dovesse spogliarsi anche di questo. Ed essendo state da lui accettate tali proposte la Commissione crede di proporre il seguente schema di deliberazione:…”

Segue la delibera, formata da 8 punti che viene approvata, dopo ampia discussione, per appello nominale, con 23 voti favorevoli, uno contrario e uno astenuto.

Continua……

 

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2 Commenti

  1. Caro Pietro, la storia non solo la vuole la giustizia ma la rende a chi la rispetta e la divulga così com’è, senza “infiocchettature ad arte”. Continua nel tuo racconto di come stanno veramente le cose e speriamo che anche questo contribuisca al completo “risveglio” della coscienza civica dei cittadini telesini (DOC o IGT che siano).

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