
Ada Gagliardi. Solo ora che lo abbiamo accompagnato in centinaia all’ultima dimora mentre una pioggia greve, tediosa – insolita per la sua durata in questi ultimi giorni di luglio- si abbatteva sui nostri cuori e si faceva sentire nei recessi dell’anima, ci rendiamo conto che don Nicola non c’è più. La sua Scuola, il glorioso Liceo “Luigi Sodo” si è stretto intorno alla famiglia per manifestare la solidarietà per una perdita così grave. Il rito funebre, che si è svolto nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo martire, gremita all’inverosimile, è stato accompagnato dai canti eseguiti dalla “sua” Shola Cantorum, quella stessa che don Nicola con Alfonso Guarino fondò una trentina di anni fa e che, alla fine, ha voluto tributargli l’ultimo omaggio intonando, cosa eslege in una chiesa, il canto” Sant Laurenz mij” composto dallo stesso don Nicola e da Alfonso Guarino, testo abituale nelle serate estive laurentine, molto amato specialmente dagli emigrati, perchè rinnova la semplicità, i valori del buon tempo che fu. Cosa dire di don Nicola che non sia stato già messo in evidenza? E’ stato per 41 anni preside del Liceo “Sodo”, scuola che ora vuole e deve proseguire la sua storia nel segno della tradizione e della continuità, ha educato e formato generazioni di allievi che si sono, poi, distinti e continuano a farlo nelle professioni e nelle diverse attività lavorative, è stato punto di riferimento per centinaia di giovani della Valle Telesina, che lo hanno amato e rispettato come un padre.
Già, un padre! Così Fabio Corbo , uno dei suoi ultimo alunni, lo ha ricordato, immaginandolo “lassù” sorridente e sereno, guardare e benedire i suoi allievi protesi nelle strade della vita. E’ stato un insigne maestro, un grande storico , ha scavato nei meandri della storia locale facendola conoscere ed apprezzare a tanti. “L’amore per la terra natia e gli studi di storia locale che da essa scaturiscono non perderanni valore validità in quanto corrispondono a una intima imprescindibile esigenza della società civile .”Così scriveva Guido Del Basso De Caro nella prefazione dell’oper di don Nicola ” Telesia -Telese :due millenni”, per sottolineare quanto fosse importante il “loci natalis amor ” per poter capire la grande storia. Ha lanciato con la sua prima opera del 1968 il recupero e l’amore per la ceramica e ha contribuito, con i suoi studi e le curate monografie, a far conoscere ed apprezzare l’arte figulina delle nostre terre anche al di fuori dei confini nazionali.
Ma è stato anche un grande sacerdote , “l’uomo per gli altri”, come ha affermato S. E. Mons. Michele De Rosa all’Omelia della Messa esequiale. Citando San Giuseppe Cafasso, un grande sacerdote dell’Ottocento, amico di San Giovanni Bosco, il Presule ha ricordato che la dimensione dell’amore accompagna l’uomo in tutte le fasi della sua vita “Noi nasciamo per amore, viviamo per amore, moriremo per amore”. E don Nicola l’amore l’ha praticato, dando tutto se stesso per amore della Scuola e dei giovani, fino alla fine, dedicandosi all’educazione, alla formazione e alla scrittura. Pregevoli i suoi ultimi lavori, drammatizzazioni della vita di Mons. Luigi Sodo e del grande santo Alfonso de’ Liguori.