Pietro Quercia. Continuano a scorrere,attraverso tutti i canali televisivi, le tristi immagini di devastazione che ha colpito l’Emilia e sento di dover stringere al cuore, in un platonico, tenero abbraccio, coloro che hanno perso i loro cari, le loro case, il lavoro. La mente mi porta indietro di 32 anni allorquando la natura, a volte maligna, si ribellò e disseminò, in Irpinia e dintorni, distruzione e morte.
Fu una immane tragedia, di ben altre dimensioni rispetto al terremoto in Emilia: 280.000 sfollati, 8.848 feriti, 2.914 morti, nove paesi completamente rasi al suolo, paesi mai sentiti nominare ma che poi divennero tristemente noti.
Restano e rimarranno indelebili nella memoria le montagne di macerie, i corpi dilaniati delle vittime, gli sguardi atterriti dei sopravvissuti e lo schifo nauseante della ricostruzione che ebbe seguito a quel triste evento.
Sporche manovre politiche e camorristiche fecero lievitare il numero dei paesi colpiti con la conseguenza che la stima iniziale dei danni che, nel 1981 ammontava a 8.000 miliardi delle vecchie lire, salì, nel 2010, a 66 miliardi di euro.
A nulla valsero le Commissioni d’ inchiesta Scalfaro, Mani pulite e Mani sul territorio se non a condanne minime non riguardanti i politici nazionali collusi e dei quali si conoscevano i nomi e cognomi.
Invito coloro che, nel 1980 erano in età di intendere ma che mostrano memoria corta e coloro che non erano ancora nati, alla lettura, sull’ enciclopedia libera Wikipedia, di: “Terremoto dell’ Irpinia”.
Ed a Telese Terme, cosa successe?
Mi limito a dire che Telese non restò fuori dalle speculazioni.
Lascio, però, un foglio in bianco.
Ma non perché non voglia riempirlo con questo articolo, ma perché spero di dare alla stampa, in un prossimo futuro, tutta la documentazione in mio possesso, non solo sul terremoto dell’80.
Non c’è mostro più mostro di colui o coloro che speculano sulle tragedie altrui, su coloro che hanno perso i loro cari ed i loro poveri averi, frutto di una vita di stenti ed un fiume di sudore.
E se ancora oggi, malgrado il brutto periodo di recessione che stiamo attraversando, qualcuno dovesse dirmi, com’è successo per il passato: “…e chiamalo fesso”, a quel qualcuno ricordo che il “non per niente fesso” gli ha messo le mani in tasca e privato del portafogli. Tutto ciò nell’apparente legalità, senza rischiare la galera.
Attenzione, quindi, cari emiliani!
Non per caso ho riportato brevemente quel che successe nel mio meraviglioso Sud. Gestitevi quel poco che vi verrà dato tramite i vostri politici e fate attenzione alle Ditte. L’appello accorato vi giunge da un uomo appartenente all’estrema destra, innamorato dell’Italia tutta.
Pietro Quercia