Un chiarimento per San Salvatore TelesinoMarina Galardo. In riferimento all’articolo intitolato “replica alla maggioranza” e redatto dal gruppo civico “Partecipazione Popolare per San Salvatore Telesino”, pubblicato su ViviTelese nonché sul quotidiano Il Sannio, martedì 3 aprile, nel quale vengo menzionata, mi sembra doveroso qualche chiarimento.

Non credo che i dipendente di qualsivoglia Amministrazione dello Stato Italiano, possano scendere in campo, per commentare e ribattere alle vivaci dinamiche della politica inerenti la gestione dell’Ente nel quale prestano servizio. Tale banale regola di buona diligenza ed etica professionale non mi può impedire però dal dare qualche spunto di riflessione ai cittadini-utenti del Comune di San Salvatore Telesino (e non solo) circa il perché io presti servizio presso questo specifico Ente Territoriale.

  • Perché forse io ho vinto un regolare concorso pubblico accessibile a tutti i cittadini Italiani, che di fatto mi ha inserita legittimamente nel mondo del lavoro della P.A.;
  • Perché forse la legge dello Stato Italiano che riforma il Pubblico Impiego consente ed incentiva il trasferimento delle risorse umane da un ufficio all’altro  (D.Lgs. n.165/01) potenziando di fatto l’Istituto della Mobilità, e confinando il “pubblico concorso” ad extrema ratio di un più complesso sistema di reclutamento del personale. (TAR Campania-V Sezione, sentenza n.5278 del 10/11/2011)
  • Perché forse ho titoli di studio “universitari e non” che vanno a costruire il mio curriculum vitae, e che mi equiparano per dignità professionale e competenze lavorative ai validissimi colleghi autoctoni e veterani.
  • Perché forse una legge della Repubblica Italiana, meglio conosciuta come riforma Brunetta, ridimensiona il potere della politica, in materia di gestione delle risorse umane (art. 49 comma 1 D.Lgs 150 del 27/10/2009) per trasferirle sic et simpliciter ai funzionari competenti, che devono decidere attenendosi rigorosamente alla normativa vigente in materia di Pubblico Impiego.
  • Forse perché il Legislatore ha previsto che: “le Pubbliche Amministrazioni garantiscono parità e pari opportunità tra uomini e donne e l’assenza di ogni forma di discriminazione, diretta e indiretta, relativa al genere, all’età, all’orientamento sessuale, alla razza, all’origine etnica, alla disabilità, alla religione o alla lingua, nell’accesso al lavoro, nel trattamento e nelle condizioni di lavoro, nella formazione professionale, nelle promozioni e nella sicurezza sul lavoro”. (art. 7 comma 1 D.Lgs. 165/01).

Nella speranza di essere stata  breve e chiara il più possibile, voglio solo ricordare che qualora si dovesse continuare, con riferimenti allusivi, diretti o indiretti, volti a discriminare ed a censurare la mia persona, mi vedrò costretta, mio malgrado, a tutelare la mia integrità morale e professionale nelle opportuni sedi, nei confronti degli autori di siffatte dichiarazioni.

La mia speranza, consapevole soprattutto di trovarmi tra persone oneste intellettualmente, e dotate di buon senso civico, è quello di essere giudicata solo ed esclusivamente per il lavoro da me svolto, e di non essere il vettore per condurre attacchi politici che non mi competono e non mi interessano né come persona né come professionista.

Dott.ssa Marina Galardo

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