Gianluca Aceto. Sono passate alcune settimane dal cabaret sul polo scolastico di Telese Terme, andato in scena a cura della casa di produzione UDEUR & associati. Ho letto tanti interventi: politici, amministratori, saputelli di altri comuni che cercano fortuna nel paese in cui sono nato e cresciuto io. Bene: l’era di internet e dei social network può rappresentare un’occasione di democrazia, partecipazione, dibattito. Anche se spesso mi tocca constatare non l’inverarsi del consapevole agire comunicativo ma la semplice “democratizzazione” dell’idiozia, nel senso che ogni cretineria, un tempo confinata e confinabile nel privato, oggi può assurgere agli onori (si fa per dire) della cronaca. Una volta, quando c’era la politica seria, quando i partiti avevano una credibilità e una funzione riconosciuta, tutto questo non sarebbe mai accaduto. Il baratro è stato percorso in lunga parte, se quella che Guy Débord definiva “società dello spettacolo” oggi può a malapena essere chiamata “accolita dell’avanspettacolo”. È il circo Barnum di cui scrivevo qualche anno fa, rivolgendomi all’allora imperante Giuseppe D’Occhio, non a caso definito “valoroso Pino” da uno dei relatori UDEUR. Del resto, che i simili stiano bene tra di loro lo dicevano gli antichi, mica se l’è inventato tal Fucci da Benevento…
Non ricostruisco le modalità dello show, che pare abbia appassionato ben ristretta platea. Non parlo della signorilità del sindaco, Pasquale Carofano, e dell’assessore ai lavori pubblici, Gianni Liverini, che furono presenti per ascoltare le proposte risolutive del problema, ricevendone tuttavia contumelie e l’impedimento finanche a portare i saluti dell’amministrazione comunale. Stessa sorte toccò alla dirigente scolastica, per volere dei massimi esponenti presenti in sala: Clemente Mastella e Severino Nappi. Voglio parlare (e scrivere) delle questioni di merito, e provare a capire fino a che livello si può spingere l’improntitudine umana, capovolgendo il senso delle cose e arrivando a invertire la parte della vittima con quella del carnefice.
Non so come mai il leader di un partito, uno che solo pochi anni fa ha determinato il quadro politico nazionale, si abbassi a parlare del sottoscritto (umilissimo politico, al suo cospetto) con battute da scuola elementare: sic transeat gloria mundi, mi verrebbe da pensare. Anche perché in tutta questa storia Clemente Mastella non è stato mai, e ripeto mai, tirato in ballo o accusato di chissà quali colpe. Non ce n’era ragione. Probabilmente qualcuno l’ha attizzato per bene e lui, come ceppo ardente, s’è incendiato. Solo che ormai è primavera e conviene aprire le finestre più che accendere il fuoco. Non siamo nemmeno in campagna elettorale: un tantino fuori tempo.
Parlare di “bufale”, “strumentalizzazione politica”, “inconsistenza delle amministrazioni comunale (di Telese Terme) e provinciale”, significa scambiare il proprio delirio onirico e (anche qui si fa per dire) politico per la realtà dei fatti. Potrei liquidare la faccenda con una semplice espressione: scenziaggini in libertà, sciocchezze che non meritano nemmeno considerazione, invenzioni di pugili suonati che arrancano nell’angolo della storia. Tuttavia le parole di Mastella, Nappi & C. sono gravissime, a giudicare dai resoconti giornalistici e dai comunicati ufficiali dell’UDEUR. La tesi di fondo, uscita fuori dalbrainstorming udeurrino, è che il protocollo d’intesa tra Regione Campania e Provincia di Benevento sarebbe un’invenzione, soltanto fumo gettato negli occhi di tanti ingenui che hanno creduto alla favola e, conseguentemente, hanno dato i propri voti a noialtri imbonitori.
La prima considerazione che mi viene è sul contesto: mi pare del tutto evidente che l’UDEUR, abituata a concedere favori gli amici e ai parenti di turno, non sia in grado di comprendere quei limpidi percorsi amministrativi a cui pure dice di richiamarsi. Ci sono degli atti ufficiali che, certamente, non possono essere definiti “bufale” o invenzioni. Il protocollo d’intesa di cui parliamo, infatti, fu recepito da una delibera di Giunta regionale ed entrò a far parte della legge di bilancio della Regione. Il finanziamento, lo ricordo ancora una volta, era dato dal POR FESR, per complessivi 200 milioni, a cui si sarebbe aggiunta una riserva FAS di 100 milioni. Tali somme erano destinate ai luoghi di apprendimento. La Giunta regionale di allora decise che con questo termine si intendevano non le scuole di formazione private ma i luoghi in cui e mediante cui realizzare l’educazione e l’istruzione pubblica, seguendo criteri innovativi che portassero oltre il mero edificio scolastico. Questa scelta, lo ricordo agli smemorati udeurrini, non fu l’inconfessato segreto dell’assessore regionale Corrado Gabriele, ma un percorso concordato, costruito e ufficializzato insieme alla Commissione europea. Ci sono quintali di documentazione, di atti e corrispondenze ufficiali, innumerevoli incontri in Regione e a Bruxelles: tutto alla luce del sole, tutto ufficiale. Un percorso lungo e difficile, ma che ebbe l’imprimatur europeo. Evito di riportare di nuovo tutti i documenti, cosa che ho già fatto in passato proprio su queste pagine. Mi limito ad allegare la relazione che l’assessore uscente, Gabriele, consegnò agli assessori entranti, Nappi (formazione) e Miraglia (edilizia scolastica).
Perche le parole di Nappi e Mastella sono tanto gravi? Perché non si tratta soltanto di mera propaganda politica che, per quanto becera, potrebbe lasciare il tempo che trova? È presto detto: affermare che la magistratura dovrebbe indagare su quegli atti, facendo intravvedere chissà quali profili penali, significa non soltanto attaccare il politico o i politici che furono protagonisti della vicenda, ma addirittura significa dire che i funzionari regionali avrebbero avallato e certificato il falso, ponendo i visti di regolarità tecnica e contabile che hanno sempre accompagnato gli atti di cui si discorre. Forse quelli dell’UDEUR non ci crederanno, ma per fare una delibera ci vogliono un sacco di procedure e di pareri, e non basta essere il figlio o l’amico dell’assessore o del segretario politico di riferimento. Bene, gran parte di quei funzionari sono sempre là, in Regione Campania, magari nello stesso settore in cui erano quando davano concretezza amministrativa e giuridica agli indirizzi politici della giunta Bassolino. Allora oggi, dopo il cabaret delle scorse settimane, dovrebbero dimostrare di non essere quaquaraquà e defenestrare immediatamente quei funzionari. Non solo: un attimo dopo averli presi a calci nei fondelli dovrebbero portare le carte in Procura, che sta pure essa al centro direzionale, qualche metro distante dall’isola A6 dove ha sede l’assessorato di Nappi. Denuncino tutti, allora, perché un amministratore che sospetta di reati e non ne dà notizia agli inquirenti è esso stesso colpevole di omissione.
Chiedo all’UDEUR di denunciarci tutti, politici e funzionari. Denunci, il prode Mastella, magari facendosi accompagnare in procura dal “valoroso” D’Occhio, che fece giusto in tempo a conferirgli la cittadinanza onoraria. Altrimenti taccia, taccia per sempre: così eviterebbe figure barbine. Dispiace molto che proprio da lui vengano certe superficiali affermazioni, proprio lui che sta attraversando molte vicissitudini processuali, scaturite spesso dalle denunce di confonde l’agone politico con le aule dei tribunali. Ma è la vecchia storia della trave e della pagliuzza.
Che la tesi di Nappi e Caldoro sia debole, del resto, lo dimostra un dato incontrovertibile: che io sappia, la delibera con il finanziamento del polo non è mai stata revocata, ma soltanto sospesa negli effetti, e la sospensione fu motivata esclusivamente a causa del patto di stabilità. Chiedo a Nappi, allora, di procedere con la revoca formale e di motivarla con le dotte argomentazioni con cui ci ha illuminato poche settimane addietro. Dopo la revoca, il Comune e la Provincia potranno impugnare l’atto al TAR e chiedere anche il risarcimento dei danni che la scellerata sospensione sta causando a tutti noi. Ce l’ha Nappi il coraggio di mettere nero su bianco, in atti ufficiali, quello che va raccontando in giro?
Tutto questo l’assessore regionale dovrà spiegarlo rispondendo all’interrogazione che il suo predecessore, Corrado Gabriele, gli presenterà a breve. Magari potrà dirci se risponde al vero che i 200 milioni di euro, programmati per l’istruzione pubblica, sono stati definitivamente persi perché non impegnati (cioè non spesi) entro il 31 dicembre 2011.
A proposito: le prospettive di cui si sarebbe dovuto parlare dove sono finite? Quali sono le proposte dell’UDEUR per dare a Telese il polo scolastico che si è meritata sul campo? Mistero fitto: scarni contenuti concreti, a fronte di quintali di fango buttati in faccia a tutti noi. È la mutazione genetica di un partito che, pur governando la Regione, è inabituato a stare all’opposizione in quei territori da sempre concepiti come proprietà di derivazione feudale.
Affermare, ancora oggi, che non cera il progetto esecutivo o, addirittura, che non era stata individuata l’area è semplicemente ridicolo, soprattutto da parte di chi ha a disposizione tutti gli atti prodotti da Regione, Provincia e Comuni di Telese Terme e San Salvatore Telesino. Altrettanto vergognoso è insinuare che il CISEM sarebbe un’agenzia privata, scelta senza selezione pubblica. Non so chi sia il mentitore, consapevole o meno, so soltanto che certe nefandezze non possono essere sottaciute. La Regione Campania realizzava il Progetto EQF in collaborazione istituzionale con il CELE / OECD/OCSE (Centre for Effective Learning Environments/ Organisation for Economic Co-operation and Development/Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) che si occupa del tema dell’Edilizia Educativa di qualità a livello mondiale, e con il CISEM (Centro per l’Innovazione e la Sperimentazione Educativa Milano – Istituto di Ricerca della Provincia di Milano e dell’Unione delle Province d’Italia) che, come da attestazione formale dell’OCSE, è l’unico Ente di Ricerca specializzato nel settore dell’Architettura Educativa e dell’Innovative-Learning. Centri di eccellenza pubblici, dunque, come già ripetutamente sottolineato in passato, dai quali si attendevano le linee guida per la progettazione. Poi sono arrivati Caldoro, Nappi e Miraglia…
Il polo scolastico di Telese Terme è esplicitamente citato nel programma di mandato del presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile. L’edilizia scolastica è stata una delle priorità di questa amministrazione, al punto che non esiste una scuola superiore, in tutta la provincia, che non abbia giovato di migliorìe strutturali. Il caso di Telese era il più difficile, ma la soluzione si era trovata: 10 milioni da fondi europei e il resto da mutui che avrebbe aperto la Provincia: si tratta di uno dei tre interventi segnale (azione D) dell’EQF. Quelle risorse sono ancora necessarie. La Regione è latitante e totalmente disinteressata, e corre il rischio di vedersi revocati interi programmi di investimento (non solo quelli di cui parliamo qui): ormai non si può più parlare delle responsabilità di Bassolino tentando di nascondere le proprie. La Regione è quasi del tutto inattiva, come sanno gli amministratori locali e le imprese private, che ancora non vengono pagate per lavori eseguiti anche due anni fa. In questo quadro desolante, constatata la sordità anche rispetto al polo di Telese, la Provincia sta tentando di attivare dei mutui per l’avvio di un primo lotto funzionale, presentando il progetto per il completamento presso bandi ministeriali: è l’ultima strada, mancando del tutto, nella filiera, quello che fino a due anni fa era l’anello più forte e convinto: la Regione, appunto.
Fa un po’ senso (mi scuseranno i puristi della lingua e dell’etichetta) dover ascoltare i rappresentanti di un partito che per tanti anni ha governato Regione, Provincia e Comune, non producendo nemmeno una chiacchiera per la costruzione del polo di Telese; rappresentanti che oggi tacciano di falsità una programmazione seria, lungimirante e concreta che solo a causa della loro insipienza e incapacità è andata probabilmente perduta. Senza parlare dei tanti “commentatori” che dicono di andare in giro per gli uffici regionali (non è dato di sapere a quale titolo, occupandosi professionalmente di altro, vagano per quegli uffici a chiedere dell’edilizia scolastica); o che, magari proprietari di suoli a cui era stato promesso qualcosa dal “valoroso D’Occhio”, ce l’hanno con l’attuale amministrazione comunale che sta facendo rispettare le leggi urbanistiche. E che dire di quel giovane virgulto udeurrino, che con Telese non c’entra proprio nulla e che pure si permette di pontificare come fosse il padre del popolarismo europeo? Forse ricordo male, ma mi pare sia lo stesso che nel 2009, in occasione delle elezioni comunali, era residente a Telese, presso l’abitazione di uno stretto parente di Vincenzo Fuschini, oggi consigliere di opposizione dell’UDEUR e già allora impegnato a racimolare nuovi residenti , tutti transitori, visto che dopo le elezioni sarebbero ritornati a risiedere nei rispettivi comuni. Mi pare di ricordarne quattordici, in tutto, ma la memoria potrebbe ingannarmi. Ma davvero pensate che le persone siano così stupide da farsi incantare dalle vostre cravatte e dai vostri bei vestiti? Ma di che parla questa gente? Ma con quale credibilità?
Pure stavolta l’ho fatta lunga e mi sono lasciato prendere dall’indignazione. È un termine giustamente in voga, “indignazione”: richiama un moto dell’animo che si fa tumulto del sangue. Tutta roba che non si addice a chi fa politica; e del resto lo dico da sempre che non raggiungerò mai i livelli di Mastella e Nappi. Ma siamo nel periodo pasquale e allora mi viene in aiuto la citazione di Erri De Luca da Tu, mio, che poche settimane fa mi ricordava una persona a cui voglio molto bene: « “Adda tene’ pacienza pure int’a casa soia”, doveva avere pazienza pure a casa sua. È bella la pacienza in napoletano perché mette un po’ della parola pace dentro la pazienza».
Tuttavia non c’è pace senza verità, e spesso la seconda è intimidita dai prepotenti di turno e ha bisogno di chi la difenda e protegga, anche a costo di picchiare il pugno sul tavolo. Per questo “pace” e “indignazione” non segnano mai il tratto della contraddizione e anzi camminano fianco a fianco: la strada è lunga e piena di fango, e a farla in due la fatica pesa un po’ meno e non si rimane inzaccherati.
Shalom.
Copia-di-Relazione-x-Assessore-Nappi-03-06-2010-
Essere solidale con chi si esprime con tanta chiarezza, con chi è costretto ad ingoiare bocconi amari offerti da colui o coloro che, come Bossi chiama “Roma ladrona” vuol forse dire transitare da un estremo politico all’altro?
Non so quanto possa gratificarti la mia solidarietà, ma è sincera. Auguri di buona Pasqua.
Pietro Quercia.
commentatori” che dicono di andare in giro per gli uffici regionali (non è dato di sapere a quale titolo, occupandosi professionalmente di altro, vagano per quegli uffici a chiedere dell’edilizia scolastica)”. Temo di non poterti rispondere ma ti assicuro avevo l’ordine di farlo! Non posso risponderti ma in quegli uffici sono andata e il motivo di fiondo era che quei finanziamentiche dovevano arrivare al mulino si tento’ di deviarli a Guardia!! Lia Buono
Se un amministratore espone ai suoi cittadini i beni e servizi per il quale si è impegnato a realizzare concretamente, credo che chiunque non potrebbe che rendergli onori e meriti. Scrivere tanto per la cronistoria dettagliata di un ambizioso progetto politico che non è realizzabile nell’immediato e forse, neanche nel prossimo futuro,non è utile,ne onorevole ne meritorio. Auguro una buona Pasqua ai lettori e gestori del sito a cui va la mia stima per l’instancabile impegno.
Non per disprezzo (“il miglior disprezzo è la noncuranza” recita un noto proverbio) ma per Cristiana Misericordia – l’oiktirmòs dei Vangeli (II Corinti 1,3) – che non rispenderò più, né oggi né in futuro, alle meditazioni mediatiche del Sig. Aceto e dei suoi accoliti.
Vincenzo Fuschini
L’Articolo si commenta da solo come il percorso fino ad oggi dello scrivente…solo chiacchiere da bar e niente altro…ma a breve delucideremo di nuovo su quanto scritto e definitivamente faremo chiarezza
Ringrazio Pietro Quercia per le parole utilizzate in questa come in alte occasioni. Fa piacere sapere che le differenze di idee non annullano la considerazione che si può avere di una persona, quando essa viene sottoposta ad un giudizio scevro da pregiudizi.
In precedenza ho avuto modo di ringraziare altri amici che mi hanno manifestato, con parole commoventi quanto sincere (e commoventi proprio perchè sincere), la loro vicinanza. In certi frangenti si avverte il bisogno di non sentirsi soli, soprattutto quando il baccano insulso delle iene vorrebbe annunciare lauti banchetti di avanzi.
Ai parassiti preferisco gli acerrimi avversari, quelli che ti affrontano corpo a corpo. Alle iene preferisco lupi, aquile e farfalle. Lupi e aquile, ché affrontano il rischio della morte quando sono incapaci di procurarsi il cibo con la propria forza e il proprio coraggio. Le farfalle perchè, anche se destinate a vivere poco o nulla, si ostinano a dare al mondo colori e leggerezza.