Lettera aperta ad un Consigliere comunale di Telese TermeGianluca Aceto. Questa mia è rivolta ad un Consigliere di Telese Terme, che recentemente è intervenuto sui presunti sprechi di energia presso l’istituto ‘Telesi@’. L’Innominabile (che è dotato di sufficiente intelligenza e ironia per non dolersi di tale appellativo), non immaginando di suscitare una superflua canea mentre tentava di fare sterile polemica amministrativa, anche stavolta è cascato male. Egli nulla sa del “nostro” (per l’Innominabile: “nostro” significa “di tutti”) istituto, di cui pure farebbe bene ad andar fiero. Si tratta, infatti, di una punta di eccellenza non solo nel Sannio ma in tutta la Campania e anche oltre. Ben oltre. Basta dare un’occhiata al sito web del ‘Telesi@’ per capire di che parliamo. O basterebbe mettere in modalità aperta l’orecchio, il cuore e l’intelligenza per scoprire che mondo si muove grazie alla passione e alla dedizione di dirigenti, insegnanti, personale ATA, dediti ogni giorno a metterci del loro per il futuro di migliaia di studentesse e studenti. Nonostante i problemi logistici, il ‘Telesi@’ cresce e cresce bene, dando lustro a tutti noi. Toccherebbe ringraziare gli autori di questo miracolo, invece di tirarli in povere polemiche di paese.

È da tanto che faccio politica, da militante, e tanta intelligenza e sensibilità ho visto spendersi per le cause migliori, che quasi mai sono quelli del potente di turno. Sono virtù che non abbondano nei moderni mercati della politica e della società, intrisi invece di invidie, mediocrità, meschinerie. Invidie, mediocrità e meschinerie che non basteranno a lordare il lavoro di tanti altri che, nella scuola come nell’amministrazione della cosa pubblica, ci mettono il cuore e l’anima. Senza tornaconti personali.

Caro Innominabile, permetti che io mi ri-presenti. Credo sia opportuno farlo perché, ho notato, alcuni credono che per il fatto che io ricopra ruoli istituzionali sia ingessato dalle cariche, quasi che esse debbano necessariamente imbolsire una storia personale e politica che ormai è quasi ventennale e decisamente estrema, per usare questa parola che a te piace tanto usare. Non mi sorprende, nella post-società dello spettacolo, sovente madida di ignoranza e superficialità, che si cambi il senso delle parole e dei termini, fino a far assurgere a ‘valore’ ciò che è un disvalore. In realtà anche Tacito parlava di questi fenomeni quando scriveva “hanno fatto un deserto e l’hanno chiamato pace”. Attualizzando: hanno massacrato una città e l’hanno chiamato sviluppo. Ma su questo tornerò dopo.

Del resto, fino a poco tempo fa il mondo ci ha guardato con pietà e schifo, non capendo come l’Italia potesse aver fatto del meretricio l’architrave dello Stato e del Governo. Allo stesso modo, ciò che in ogni luogo normale si chiamerebbe coerenza viene oggi definito “estremo” da chi, abituato a passare da un fiore (politico) all’altro, non si capacità di come possano sorgere anomalie di coerenza , paurosamente illeggibili alla luce dei propri codici di convenienza. Ve l’avevo già detto in un Consiglio comunale, l’anno scorso, e ora lo ripeto: a quelli come te manca una parte consistente della grammatica esistenziale e politica, e precisamente manca la semantica. Anche nella sintassi, a dire il vero, rivelate lacune mica da ridere. Insomma, occorre che ritorniate all’alfabeto del vivere in comunità, che avete riposto sotto il tappeto degli interessi di parte (spesso coincidenti con quelli di singole e ben note persone).

Anch’io sono di parte, illustre Innominabile, ma nel senso gramsciano: sono partigiano, sto sempre da una parte sola, da una vita intera. Hai visto quante sfumature semantiche hanno i termini della lingua italiana? Mica è facile raccapezzarvici! Lo stesso termine, in contesti (storie) diversi assume significati opposti e incommensurabili. Allora ti rammento un po’ da che parte vengo io e da che parte vieni tu. Perché, oltre ad essere estremo, io sono pure vizioso: ho il mortale vizio della memoria.

Io appartengo alla storia di chi, prima di me e di tanti altri, non ha mai chinato la testa davanti a idolatrati Imperatori che pensavano di avere il mondo ai propri piedi, satrapi d’Oriente che hanno banchettato a piene mani (com’era l’espressione precisa? Ah, ecco, “a sette ganasce”) la tavola imbandita dal lavoro dei cittadini, razziando le scorte per generazioni future.

Io non devo ringraziare quel tipo di gente, a cui non ho mai nascosto la mia ripulsa. Non sono stato messo a fare il sindaco o l’assessore da nessuno di questi soggetti, non porto la responsabilità dei disastri in cui versiamo oggi, non ho lucrato a scapito degli interessi collettivi. Non ho avuto nemmeno la fortuna di essere assunto nello stesso ente in cui il mio capo politico ricopriva il ruolo apicale. Questo vale per il passato, per il presente e soprattutto varrà per il futuro: non baratto la mia storia per un incarico istituzionale e nemmeno per un posto di lavoro. Non ho mai concepito la politica come uno strumento per “sistemarsi”. Non ho mai percepito un centesimo dalle casse comunali, nemmeno per il telefono di servizio. È talmente incomprensibile, tutto questo, agli occhi dei vari Innominabili che risiedono a Telese, che addirittura in un manifesto pubblico lo si è trasformato nella rabbiosa accusa di percepire chissà quali altri lauti emolumenti. Che tristezza, mi fate.

A proposito: il mio reddito, da quattro anni, è pubblicato sul sito della Provincia di Benevento. E il tuo? L’hai pubblicato o te ne sei dimenticato? Ricorda che sarebbe un bel gesto di trasparenza, anche per i tuoi colleghi di opposizione. Da quando faccio l’amministratore pubblico il mio reddito si è ridotto ad un terzo. Non so il tuo, perché non lo posso leggere da nessuna parte. Ma magari nei prossimi giorni provvederai.

Però la tristezza sparisce un po’ dietro un sorriso. Ricordo quando io e altri consiglieri di opposizione (Gianni Liverini e Michele Selvaggio), presentammo un’interrogazione per sapere se gli assessori avessero mantenuto l’impegno di non percepire indennità, come promesso in campagna elettorale. Ricordo che la tua risposta arrivò il venerdì: ci dicesti che avevi rinunciato a percepire l’emolumento. Il lunedì successivo avresti protocollato al Sindaco di allora la richiesta contraria: furbesca ‘genialata’ di chi oggi si erge a paladino della morale pubblica e afferma testualmente che «la morale “comunista” – nonostante anche gli ultimi e recentissimi scandali – è dura a morire ed a sconfiggere, forse perché rappresenta l’interessenza dei soggetti, abituati a casse integrazioni, indennità di disoccupazione, rivendicazioni di diritti senza considerare minimamente i doveri, posti facili e senza titolo o concorso nelle maglie del reticolo del potere regionale bassoliniano». Mi viene da sorridere ma è un sorriso amaro assai. Caro Innominabile, a Telese ci conoscono tutti, a te come a me…

Ecco, la mia parte è stata sempre quella opposta allo schifo che vedevo montare in mezzo alla mia città e ai miei concittadini.

Non solo. Io non ho nemmeno fatto finta di non capire e non guardare, girando la testa dall’altra parte. Questo serve sicuramente a evitare le aule dei tribunali, non a mettere a tacere la propria coscienza di cittadino consapevole né ai conservare il coraggio di fare politica. Perché fare politica, in senso estremo, per me significa trasformare le cose. Mi vergognerei se un giorno dovessi ridurmi ad assecondare la realtà e mi ritirerei a vita privata, giusto per serbare il minimo di dignità che serve per mantenersi in piedi.

Io, illustre Innominabile, sono quello che nel 2004 risultò essere il primo eletto della lista che perse le elezioni amministrative per un pugno di voti, in una gara che poi avremmo saputo essere stata truccata dall’inizio. Primo della lista e quarto in assoluto, giusto dietro di te (mi pare). E sono quello che nelle elezioni del 2010 è risultato essere il primo eletto in assoluto. Come vedi gli “estremi” non risultano così indigesti come pensi: siete rimasti tu e Berlusconi a dire certe cose, ma almeno lui ha Apicella…

Oggi tu, mio caro Innominabile, parli di manifestazioni e cortei, e incautamente dissotterri un cadavere ancora putrescente, che ammorba la coscienza collettiva di Telese Terme. Quanto sei ingenuo, caro Innominabile. Mi induci a ricordare a te e ai tuoi sodali i motivi di quelle lotte.

Ricordo a te e a tutti a quale destino volevate condannare l’allora Liceo scientifico: mille ragazzi da mandare in un ex molino industriale, che ‘casualmente’ era di proprietà dell’ex sindaco, che in quella fase ricopriva la carica di assessore ai lavori pubblici. La nuda proprietà dell’immobile, valutata ben tre milioni di euro, era solo la prima parte di una più corposa torta: infatti allo stesso proprietario sarebbero stati affidati quasi sei milioni di euro di lavori di ristrutturazione. La somma è facile facile: nove milioni di euro a vantaggio di un autorevole concittadino, sempre il solito. Oggi fai finta di scandalizzarti se un istituto all’avanguardia, esempio di edilizia scolastica in Italia, autosufficiente da un punto di vista energetico, modulare, con servizi aperti al territorio, una sorta di campus scolastico, possa costare circa dieci milioni di euro. Ma dove lo trovi il coraggio? Pagherei per vedere la faccia che fai mentre concepisci e scrivi certe cose.

A differenza tua, abituato come sei a “mantenere gli equilibri”, il sottoscritto e tanti altri non esitarono un solo istante a contrapporsi anche contro il presidente Nardone, coautore, insieme all’imperatore telesino, della nefanda idea di stipare oltre mille persone in un impianto industriale dismesso, sprecando davvero, in quel caso, le risorse pubbliche. La mattina del 16 novembre 2006, su il Sole 24 ore, Nardone era risultato il secondo presidente di province come indice di gradimento, in Italia. La sera si misurò con la più grande manifestazione popolare che il Sannio avesse vissuto fino a quel momento. Noi c’eravamo, tu no; noi sempre dalla stessa parte, tu pure, ma erano parti estremamente inconciliabili.

Non ci limitammo alla protesta, ma costruimmo una proposta che arrivò al finanziamento di dieci milioni di euro, il 12 novembre del 2009, passando attraverso un nuovo programma elettorale provinciale e un nuovo presidente. Nel 2010, però, la Giunta Caldoro decise la sospensione del provvedimento, insieme a centinaia di altri finanziamenti decisi in precedenza, adducendo problemi con il patto di stabilità. In altri termini, te lo spiego per l’ennesima volta, il problema, almeno ufficialmente, non era l’esistenza dei fondi (europei) ma la loro materiale erogazione entro l’esercizio di bilancio 2010. Ma c’è dell’altro. Alla base della motivazione, chissà se davvero la cosa ti sfugge, c’era la paura, da parte di esponenti politici e funzionari della Regione Campania, di invischiarsi in una situazione comunale per la quale Telese Terme uscì come notizia di apertura su tutti i giornali e telegiornali d’Italia. Te la sei dimenticata, la storia? O forse eri distratto? Da che parte stavi, allora? Sempre quella, sempre la stessa, con la testa rigorosamente levata a guardare la purezza delle stelle politiche che ti hanno via via abbagliato.

Non so se hai cambiato ancora lidi politici, ma probabilmente avresti potuto (e potresti) rivolgerti direttamente al tuo assessore regionale di riferimento, Severino Nappi, che intanto ha manifestato l’intenzione di spostare i soldi dell’edilizia scolastica pubblica sulla formazione professionale privata. Insomma, anche i dieci milioni previsti per Telese potrebbero (hai notato il condizionale?) svanire per essere destinati alle società che si occupano di questo appetibile settore. Insomma, i soldi ci sono, al punto che l’attuale Giunta regionale li potrebbe utilizzare per fare altro. Ecco, invece di alzare il telefono e i tacchi per impedire una cosa del genere, tu pensi di fare puerili polemiche telesine, non riuscendo ad ammettere che quella che sprezzantemente definisci “estrema sinistra” aveva trovato la soluzione all’annosa questione del polo scolastico.

Qual è l’orizzonte semantico dell’onestà intellettuale? Domanda troppo impegnativa, a questo punto.

Ma forse vuoi che ora rammenti a te e ai telesini di quando uscisti sui giornali per decantare un finanziamento di 200.000 euro per l’isola ecologica, che poi la Regione ha revocato. Eri tu il responsabile politico di tutta la faccenda, insieme al sindaco-imperatore ed ex assessore ai lavori pubblici. Oggi abbiamo un impianto incompleto, inservibile e non collaudato, su cui tu e il tuo capogruppo avete avuto il coraggio di avanzare un’interrogazione definendolo “completo” e accusandoci di non averlo messo in funzione. Un impianto per il quale la ditta esecutrice dei lavori ha già avanzato richiesta di pignoramento e si appresta a chiedere il commissariamento ad acta per esigere le spettanze. Un intrico amministrativo a cui sto cercando di porre rimedio, da un lato recuperando il finanziamento regionale e dall’altro avendo già acquisito altre risorse per il completamento e la trasformazione dell’isola ecologica in un’ecostazione a valenza territoriale. E tu ti permetti pure li lusso di dare fiato alle trombe?

Ti ripongo la domanda: ma dove lo trovi il coraggio?

E cosa hai fatto per la piscina olimpionica? E cosa hai fatto, da amministratore, per impedire le revoca di altri finanziamenti (POR, PIT, etc.) che sta precipitando addosso a noi in questi mesi e in queste settimane?

Forse è il momento di un confronto pubblico su tutto questo: mi sono stancato delle chiacchiere da marciapiede di chi è entrato in politica dalla porta di ingresso, quella del potente che ti chiama alla sua corte, quella dei “vincenti” che sono presi dalla frustrazione quando ad altri spetta il compito di decidere e di amministrare e sbottano la rabbia in maniera inconsulta. Forse è il caso di misurarci senza mediazioni. Io sono pronto.

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8 Commenti

  1. “Il Nostro orgoglio telesino,
    che in quel lontano 2010 fece riecheggiare armonie,
    e tu, Sindaco vicario,
    che giovi come un bambino agognante di disegnare la sua cittadina.
    Il mio orgoglio,
    da persona che sai non ne fa di complimenti,
    verso la nostra conoscenza,
    il modo che abbiamo di vedere il Mondo
    e
    quella concezione di una Politica non clientelare nè del lacchè di turno.
    Non si grida alla Santè,
    si è partigiani, Briganti,
    sempre sbagliati,
    in una società Orwellianamente pulsante buonismo ed ipocrisia.
    Dopo le tue ultime esternazioni,
    mi sento di gridarti forte
    che sono oltremodo onorato di averti sia come interlocutore Floydiano sia come Sindaco Vicario nella mia cittadina.
    ADELANTE Gianluca Aceto!”

    Non lasciarti scoraggiare, la TELESE che pulsa ancora sangue è con te e la pensa come te!

    In fede,

    Antonio Castellitto.

  2. GRAZIE GIANLUCA !

    Questo articolo è il manifesto di tutti quei telesini che si sono visti togliere nel corso degli anni l’ossigeno della legalità da questi sicari che adesso si ergono anche a paladini della cosa pubblica

    Mi ero ripromesso di scrivere un articolo più ampio rispetto ai post pubblicati come commenti, per ricordare la scalata, per fortuna bruscamente interrotta, di certi figuri che oggi si permettono ancora di giudicare e di parlare della storia politica di chi tutti i giorni deve dimostrare il suo valore per conservare uno straccio di contratto a progetto; chi sta sempre dalla stessa parte, chi non andrebbe mai con Mastella…neanche gratis…, chi non girerebbe la testa dall’altra parte se si trovasse al fianco di amministratori disonesti.

    Mi hai preceduto dando voce mirabilmente ai miei pensieri e facendo sentire finalmente la voce di chi sta cercando in poco tempo e con mille difficoltà di porre rimedio al “massacro chiamato sviluppo”.

    GRAZIE
    GRAZIE
    GRAZIE

    gennaro_s

  3. Sostengo le persone come te che si contrappongono con coerenza ad una cultura del potere dove i cattivi maestri e i faccendieri della legalità a senso unico hanno attinto a piene mani. Il tuo richiamo ad una politica fatta d’impegno, passione e moralità contribuisce a ridare speranza soprattutto ai giovani che hanno bisogno di esempi di onestà e di altruismo. Grazie del tuo intervento. Emilio Tazza.

  4. Bellissimo intervento, impossibile non condividere, ma se ancora dopo tanto si parla dell’innominato e delle sue sette bocche, se ancora fa tanto scalpore e tanti continuano ad amarlo ad odiarlo , ma comunque ancora, tra tanti un altro non riesce a far calare su di lui il sipario: forse ha anche cervello, forse dico “forse” ha arricchito tutti con il suo “sistema” che era di un mondo che non c’è piu’, e forse ripeto “forse”…ha anche sette cuori che lo rendono ancora tanto popolare da far PAURA.Lia Buono

  5. Comunque proprio quando la protesta degli studenti impediva che affluissero i finanziamenti per la ristrutturazione di quel fetentissimo mulino, per conto e su delega di “altri” giravo per la Regione Campania dove apprendevo direttamente che i finanziamenti per le ristrutturazioni (SOLDI) c’erano realmente mentre tutte le nuove costruzioni (poli scolastici) erano chimere di fine mandato, non sono una politica ma il POLO COI FISCHIETTI… lo abbiamo avuto. Tutto il resto è belle parole e aria fritta!!! Ma questo già l’ho detto…perso un treno il Liceo resta là e arrivederci e grazie, i Professori e i Presidi Grazie a DIO non sono politici. Lia Buono

  6. Pur non condividendo l’impostazione politica del vice sindaco Aceto, gli va riconosciuto che almeno,
    non si sottrae al confronto. Sarebbe anche un esercizio utile se venisse consumato con la serenità di considerare che una critica è un punto di vista esterno ed estraneo a chi la riceve ed è funzione essenziale delle proprie idee perchè, è certo, nessuno è perfetto.
    Non voglio entrare nei personalismi di questo post che nemmeno conosco ma vorrei esternare un mio punto di vista su argomenti che mi hanno riguardato.
    Qualche anno fa,rivolsi ad Aceto le mie perplessità sulla vicenda del polo scolastico.
    Il mio pensiero di allora rimane ancora lo stesso e cioè di aver personalizzato, e quindi condizionato un interesse pubblico a fini politici.
    Ritenevo che opere di tale ampiezza ed interesse sociale debbano nascere dallo studio e confronto di molteplici componenti territoriali e non dall’autocad della sezione di un partito che ha diffuso qualsiasi ipotesi, pur di attaccare un avversario politico con tutta l’idea.
    Se l’idea è migliore ma non si realizza, diventa un dispetto che paga il cittadino non chi l’ha prodotta.
    Progettare opere pubbliche d’interesse intercomunale senza tener conto di larghe analisi territoriali crea solo mostri, come l’ospedale di Sant’Agata,
    che finiscono per creare più danni di quanti possano risolvere.
    Il problema di metodo infatti, non è secondario a quello etico (nel merito condivisibile),
    ma viaggiano insieme e comunque, alla fine mi rassicurò che mia la mia nipotina appena nata,
    avrebbe certamente fruito del nuovo polo scolastico e che i metodi sarebbero stati d’eccellenza.
    Confesso di non averci mai creduto e
    per quanto potei approfondire dai protocolli d’intesa diffusi dal sito
    della Regione, uno stanziamento ed uno studio vero e proprio, infatti, non c’erano mai stati
    e non era nemmeno
    ragionevolmente possibile nella situazione di defalut economico dell’Ente.
    Poi, la politica ha mille risorse e tutt’è possibile ma se l’argomento si trascina anche in
    una campagna elettorale, la questione etica e di metodo insieme, non può risolversi
    che ora la colpa è sempre di altri quando da cittadini, ci tocca constatare che all’eccellenza
    dell’Istituto Telesia, ha provato a distaccarsi anche la sua unica sezione di Guardia.
    Qualche riflessione va fatta.

    • Gianluca, non entrando nel merito della vicenda, dal momento che sono cittadino amorosino, ti esterno però tutto il mio vivo compiacimento per il tuo modo di fare politica e di essere politico e ti confesso che guardo con molta invidia a Telese Terme dove ci sono confronti aspri tra le parti politiche ma ci sono anche persone di notevole levatura come te. Paragonato a Telese, il quadro politico amorosino è deprimente.

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