Il Brigante ed il BarbaroAntonio Castellitto.  Da giorni, è  in atto una diatriba, chi mi conosce, sa dove mi vede schierato, con spirito ardente di un giovane di 26 anni, che mai rinnega le sue scelte di boicottare certe modalità politiche che si sentono demonizzate, come se si facesse il conto con i fantasmi delle proprie coscienze.

Il mio colore politico non è né rosso né nero, demonizzo sia gli usi criminosi delle destre che delle sinistre, pur apprezzando alcuni valori, che se abbattute le differenze ideologiche, potrebbero risolvere molte problematiche, se solo si avesse la volontà di essere meno egoisti e più  motivati a migliorare la Cosa Pubblica. Qualche giorno fa, parlando con un Amico, mi sono accorto che in questo Paese, molte cose non vanno e si sa che i mali e gli sprechi dei padri, si ripercuotono, la ciclicità  della Storia insegna, sui propri figli. Un mio grande difetto, è  quello di voler approfondire, senza ausilio di fonti e documenti ufficiali, ciò che mi circonda, affidandomi alla mia intelligenza ed ad un po’ di intuito, tenendo fede ad una citazione di Andreotti che recita “A pensar male si fa peccato ma alla fine ci si azzecca”, limitandomi ad osservare i fatti e le dinamiche. In Italia, sin da quel lontano 1861, si sono succedute politiche sbagliate, troppo spesso criminose, sempre con una costante: nessuna tutela per i deboli ed appoggio incontrastato verso le Lobbies e le Caste, volendo additare come Briganti, chiunque volesse difendere a spada tratta, il proprio territorio e le proprie tradizioni contro quelle Lobbies e Caste che volevano prendere possesso dei territori liberi ed incontaminati in cui si viveva in pace e nel progresso culturale-sociologico che si traduceva con una qualità della vita che ben se ne fregava di indici, spread, tassi di usura (interesse), tassi di rendimento azionario, speculazione finanziaria, inflazione, PIL, debito pubblico (credito pubblico per la Trojka).

Un passo indietro è necessario, però, per capire meglio la situazione, vista la figura del Barbaro, colui che, venuto da lontano, si volgeva a conquistare, rasando al suolo ciò che i Briganti invece difendevano a spada tratta per la Libertà. Il Barbaro è stata vista come una figura che ben si prestava alla demonizzazione, in virtù di comportamenti violenti che poco si confanno ad una Società libera e pacifica. Il Barbaro che si rispetti, però, oltre ad invadere nuovi territori, ne sprezza gli Indigeni e come buona tradizione dei nativi Americani insegna, gli riduce in schiavitù e ne fa le fortune (così come i militari borbonici che si vendettero al Nord) di chi, indigeno, si schiera intellettualmente e prodigalmente verso il Barbaro invasore o conquistatore (dipende dai punti di vista). Il Barbaro, è stato, è e sarà sempre, nell’immaginario collettivo, ciò che va ad annullare la pace e la serenità di genti che fino alla sua discesa in campo, hanno vissuto in pace e libertà, il più delle volte, sotto le spoglie di “esportatore di democrazia” oppure di “progressista orwelliano” che finirà per schiavizzare i popoli e depredarne le ricchezze siano esse naturali o ottenute col sudore della fronte altrui. Il Barbaro per eccellenza, sarà quello che, con la scusa di fare interessi del Popolo, lo plagia mentalmente prima, per poi stenderlo con un fendente al volto, nelle ignavie costanti di chi, vendutosi per denaro (De Andrè), ha venduto le proprie radici e la libertà dei suoi posteri. Volgo al dunque del mio discorso. Telese Terme, paese ridente, protetto dal Matese e dal Taburno, ha in concerto col Comune di cui era costola, un Lago meraviglioso, oltre ad aver avuto delle vaste aree verdi, che sono state depauperate dal loro splendore da casermoni costruiti in nome di un progresso e di uno sviluppo che, per colpa di scelte sbagliate e strane fratellanze, ha portato altri Barbari di rango maggiore, annullando il volere degli indigeni che occupavano pacificamente il loro territorio. Poi ci sono i venduti, la razza più indegna, quelli che si sono inginocchiati al nuovo Padrone, per banchettare e dare agli Indigeni, i resti dei luculliani pranzi lautamente cucinati “ad hoc” dalle maestranze dei Barbari di rango maggiore, in una figura biblica, riconosciuta come Epulone che dava a Lazzaro i resti degli approvvigionamenti cibari andati a male oppure non più utili, pensare che i prodotti cucinati, erano i raccolti che gli Indigeni avevano fatto proliferare con il loro lavoro sudato e sacrificato divenendo una sorta di Eden. Avrei tante domande, non da porre alle persone ma alle coscienze. Pasolini imputava la sconfitta italiana, a quel malaffare vestito da progresso, a quel Sistema che usurpa i popoli e gli dà in pasto ai Barbari, agli Epulone, che mentre sono intenti a mangiare Biancaneve con i 7 Nani, dimenticano che va creato il miglioramento della conditio vitae del territorio, dimenticano di dover almeno delle scuse verso gli Indigeni, privati di ogni minima dignità, di ogni minimo vestito, di ogni minima Emozione, di ogni minima voglia di alzarsi e combattere, di ogni Libertà, come se la Vita debba essere un “Lease-back” verso qualcuno, oppure un servizio che vada elemosinato attraverso le arti coprofaghe di chi, sprezzante delle proprie Libertà, vende i propri servigi, spesso, con il pagamento di cambiali che rimangono in bianco a vita al Barbaro di turno.

Ma sapete dove i Barbari e gli Epulone hanno sbagliato? Hanno dimenticato di spargere il sale sul terreno fertile e mentre mangiavano in maniera ingorda, dimenticavano che prima o poi il raccolto sarebbe finito, mentre alcuni Indigeni, preparavano le soluzioni per ricostruire a mò di tabula rasa dal passato. I semi e le radici, vanno piantati, con cura e cercando di ricordare la Storia, la sua ciclicità, per non permettere ad altri Barbari o Epulone e soprattutto ad indigeni venduti ad essi, di fare le proprie fortune in territori che non meritano loro. Ed è proprio dagli errori dei Barbari che vanno imparate nuove lezioni, prima tra tutte, non commettere gli stessi errori. Il legno brucia, è la fiamma della Passione che non deve spegnersi mai. E si sa, che dal sentimento, nascono sempre nuove idee rivoluzionarie. Rivoluzione Culturale, che ne vogliono capire coloro che ignorano e lo hanno sempre fatto?

Vi lascio con un solo interrogativo: siamo sicuri che avere un Italia unita, un progresso solo materiale e non ideologico, una diminuzione degli spazi naturali, abbia portato reali benefici al nostro Popolo che si è trasformato nominalmente in Brigante per la salvaguardia delle nostre Terre?

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