Tra gli imprenditori e lo Stato chi e' stato il traditore?di Pietro Di Lorenzo. Molti giornali e organi di informazione dedicano ampio spazio agli imprenditori, le loro storie, spesso dolorose e strappalacrime riempiono pagine di quotidiani e contribuiscono ad aumentare l’indice di ascolto di trasmissioni televisive. Il massimo di “audience” si raggiunge quando c’è il suicidio dell’imprenditore. Giornalisti scatenati documentano tutto quello che è accaduto. Ma le storie sono quasi sempre le stesse. E allora si finisce nelle pagine interne, nei servizi televisivi notturni e comunque nel dimenticatoio. A chi vuoi che interessa la fine di un imprenditore che magari ha sfruttato gli operai? Ha lucrato su finanziamenti facili? E magari è anche fallito dopo essere stato protestato? Eppure in questa Italia che rischia di pagare un conto troppo salato e di sacrificarsi senza far pagare i veri colpevoli del disastro economico, qualcosa si può ancora fare.

A patto che si cominci davvero dal basso, o come si dice dal “territorio”. La vera sfida parte dalla piccola impresa, che con estrema lucidità deve valutare la propria possibilità di sopravvivenza. In particolare il settore manifatturiero deve guardare in faccia la realtà produttiva ed economica. Inutile farsi illusione. Lo STATO che apre le porte alla piccola impresa, creando infrastrutture e servizi per consentire all’azienda di svilupparsi e crescere, forse non è mai esistito. Il direttore di Banca che vi chiama per proporvi fidi e prestiti a condizioni favorevoli è soltanto un sogno. Oggi dalla Banca vi chiama la segretaria del Direttore che vi chiede perentoriamente di rientrare nel fido o vi annuncia che il vostro assegno (impagato) sarà avviato al protesto! Oppure vi chiama direttamente il notaio: siete anche voi iscritti all’allegra brigata dei protestati! Inutile domandarsi: “se per l’operaio licenziato c’è la cassa integrazione perché per l’imprenditore fallito non c’è niente?” Ci sentiamo traditi da questo STATO. Che ha pagato nell’anno 2010 ben 1.203.638.249 ore di cassa integrazione, pari a 150.474.781 giornate lavorative! Ma uno Stato che paga oltre 19 miliardi di euro per non lavorare che Stato è?

IMPRESECHERESISTONO ing. Pietro Di Lorenzo Coordinatore Regione Campania

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2 Commenti

  1. Ci si sente traditi anche quando si vede che l’Inps con i soldi dei contribuenti compera le case e poi le svende magari a quelli che dirigono lo Stato, ultimo Patroni Griffi. Ma invece di fare questi regali non si possono ridurre sensibilmente i contributi che si pagano per i dipendenti e così senza bisogno di ispettori sparisce anche il lavoro nero. Carmine Ricciardi

  2. Mi permetto di complimentarmi per il suo articolo, molto lucido e molto ben articolato.
    Le vorrei dare ulteriori spunti di riflessione, visto che i miei studi sulle Risorse Umane, ben si ricollegano a quanto da Lei affermato.
    E’ ormai assodato che il fenomeno internazionale noto come “Lobbying” (Lobbismo) è una pratica in uso da decenni. Ora, la commistione tra Stato e Multinazionali o Stato e Sistema Economico/Finanziario oppure Stato e Grandi Realtà Imprenditoriali Nazionali, ha portato a sfaceli Sociali e ha fatto mangiare chi non ne aveva assolutamente bisogno. Si pensi ai vari, come definisco io, “contratti porcata” come quelli solo provvigionali, i cocopro, a progetto, e chi, con legislature non certo di destra, li vide come utile strumento di immissione nel mondo del lavoro. Una domanda però, non tocca mai il legislatore: “e se fossi io nei panni delle Persone su cui mi permetto di legiferare?” E così, tra varie leggi porcata, norme obsolete ed interi Sistemi Normativi e Imprenditoriali da rivoluzionare, si preferisce rendere tutto più complicato al posto di fare notevoli passi indietro per cercare di ridare dignità oltre che ad una Nazione, ma soprattutto alle sue Genti, che sono il cerchio di quella circonferenza. Gli Imprenditori, almeno quelli medio/piccoli, hanno fatto la fortuna dell’Italia del post boom economico, perchè non tutelarli? Oppure sono manovre che non sono congeniali al Sistema Domino che vedrà in qualche anno, sperequazioni sociali tra ricchi milionari e poveri costretti alla fila per un tozzo di pane? Ci sono Imprenditori che si suicidano, operai in cassaintegrazione: Le dò perfettamente ragione. Lungi da me dal criticare i vari operati dei Sindacati, ma ahimè, il lavoratore va tutelato, anche qualora non voglia saperne proprio di lavorare, così permettendo una iperprotezione degli sfaccendati. Ma dei Sindacati che in Italia non hanno funzionato, ne vogliamo parlare? E delle commistioni tra Sindacati ed Imprenditori Statali? Il Suo articolo dovrebbe essere studiato negli Istituti Tecnici, per le sacrosante verità che dice. La verità è che le medio/piccole imprese sono scomode, creano forza-lavoro, generano ricchezza, soprattutto Imprenditori “dal nulla” soddisfatti e le famiglie che lavorano per lui, che mangiano, pagano le bollette, si vestono, mandano i propri figli a scuola, in poche parole vivono. E sa a chi risultano scomode? A quelle Grandi Lobbies Industriali/Economiche che vogliono mangiare la più grande fetta del Mercato, a cui, attraverso Governi Tecnci, attraverso l’intromissione di Soggetti Politici affiliati alle Aziende, che hanno prodotto solamente privatizzazioni e svendita del Patrimonio Industriale Italiano all’estero. Ce ne fossero Imprenditori come Lei, probabilmente non si conoscerebbe il significato delle parole quali Cassaintegrazione, Default, Spread e Liberalizzazioni, termini coniati nelle Think Thank delle Lobbies e introdotti coartatamente nelle menti dei poveri telespettatori. E purtroppo quelle Lobbies hanno vinto: si sono fatte Stato e viceversa, lo Stato è diventato Azienda e non più portatore di interessi SuperPartes con occhi di riguardo soprattutto per i Cittadini.
    Le lascio una citazione del film “V per Vendetta”:

    “Il popolo non dovrebbe temere il proprio governo, sono i governi che dovrebbero temere il popolo!”

    In fede,
    Antonio Castellitto.

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