di Giovanni Lombardi. Non è passato certo inosservato il contributo di Angelo Leone del 16 Ottobre scorso su Vivitelese sulla sua visione della ‘Città Telesina’ … a oggi mentre scrivo, ci sono ben 720 letture. Angelo nella sua rubrica introduce il concetto del territorio recitando testualmente … ‘L’omogeneità del territorio che si sviluppa dal Matese, posto a nord, fino al Monte delle Rose di Solopaca, posto a sud, attraverso colline e stupendi declivi può essere la prima garanzia oggettiva dell’unione amministrativa, economica, sociale e dei servizi. Non dobbiamo sentirci obbligati, per decreto, a esercitare in forma associata alcune funzioni, dobbiamo diventare un “solo popolo” e non soltanto per le ragioni storiche, di cui il solo parlarne diventa esaltante’…

La sfida del territorio telesino

 I comuni della provincia di Benevento  con l’indicazione planimetrica del ‘territorio telesino’ formato dall’unione dei  dei 19 comuni che lo compongono.

Mi pare che Angelo, con il suo intervento, abbia colto nel segno parlando di ‘territorio’ infatti chi non amerebbe abitare o insediarsi in un territorio che abbracci nello stesso tempo la pianura, la collina e la montagna? Chi non amerebbe un territorio salubre, rigoglioso e incontaminato? Chi non utilizzerebbe  stazioni termali, paesaggi collinari e percorsi d’alta montagna?

Un territorio ricco di storia … ‘di cui il solo parlarne diventa esaltante’… a iniziare dagli insediamenti dell’antica Telesia a valle, di Guardia Sanframondi e Cerreto Sannita nella fascia collinare fino a Cusano Mutri e Pietraroja in quella splendida realtà montana. Un territorio intriso di realtà artigianali e di piccole imprese che insieme all’ agricoltura specializzata costituiscono l’ossatura economica delle nostre popolazioni e di quest’ampio territorio. Altrove farebbero calte false per avere in un sol colpo tutte queste caratteristiche speciali …

Non v’è dubbio che saranno queste, le sfide per gli anni futuri. Non lasciamoci illudere dal ‘campanile’ abbiamo già lungamente pagato dazio per questa visione miope e arroccata che ci ha visto chiusi nelle nostre piccole, singole comunità.

I comuni del ‘territorio telesino’:  Amorosi, Castelvenere, Cerreto Sannita, Cusano Mutri, Dugenta, Faicchio, Frasso Telesino, Guardia Sanframondi, Limatola, Melizzano, Paupisi, Pietraroja, Puglianello, San Lorenzello, San Lorenzo Maggiore, San Lupo, San Salvatore Telesino, Solopaca, Telese Terme.

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4 Commenti

  1. Dobbiamo ragionare di questo argomento nell’ottica dell’abbolizione delle Province e della riforma dello Stato, quindi va bene 19 comuni ma va ancora meglio prendere anche un pezzo di Vitulano o un pezzo della prov.di Caserta e aggiungerlo al territorio “telesino”. Gli attuali Municipi devono rimanere solo per l’anagrafe e lo Stato Civile quindi i cittadini rimangono solopachesi o cerretesi ma tutte le altre funzioni degli attuali Comuni passano a questo territorio più ampio che si può chiamare anche Contea che avrà come suo interlocutore superiore la Regione. La elezione del consiglio di Contea avverrà sulla base degli attuali territori comunali in ragione di 1 consigliere per ogni 700/800 abitanti.La Contea non potrà decidere nulla sul territorio degli attuali Municipi senza il parere favorevole degli eletti di quel territorio ecc..ecc..Per favore possiamo cominciare a discutere con questa impostazione? Non perdiamo tempo siamo in grave ritardo. Dobbiamo cedere ulteriore sovranità nazionale all’Europa e quindi occorre per forza una riorganizzazione complessiva degli altri poteri dello Stato. Nel colore marrone della valle telesina è sbagliato leggere solo il nome Telese si rischia di non partire proprio. Il nome da dare a questo territorio poi lo sceglieranno i cittadini con un referendum. Adesso per capirci chiamiamola pure Valle Telesina.Carmine Ricciardi

  2. Bene sig. Giovanni. Possiamo provare a chiedere alla direzione di Vivi Telese di rendersi promotrice di un incontro pubblico su questi argomenti? Ci sono diversi Sindaci che si stanno attivando sull’argomento ma forse se la prendiamo dal lato dei cittadini, di ciò che conviene ai cittadini(meno segretari comunali,meno dirigenti comunali,meno consiglieri comunali, ovviamente meno sindaci, uffici tecnici più efficienti,più coesione per rendere il territorio più competitivo ecc. ecc.) mettiamo un tigre nel motore e il tutto potrà procedere ai ritmi giusti.Sono i cittadini che si devono muovere e Vivi Telese, coscienza del territorio, può dare una mano formidabile. Carmine Ricciardi

  3. Sono numerosi gli interventi come questo aperto da Giovanni, su un argomento su cui faccio fatica a identificarne un tema preciso. L’unica cosa che mi sembra abbastanza chiara è che tutti parlano di una ‘comunanza’ dei paesi della valle telesina, probabilmente alimentato dallo spirito di un vecchio decreto legge del 2000, ridefinito nel 2010, in cui si impone ai piccoli comuni l’associazione della gestione di servizi. Da qui, ritengo intrigantissimo parlare di omogeneità culturale e di territorio ma viene spontaneo chiedersi: che c’azzecca? A giudicare infatti, dal tenore degli interventi del sindaco di Guardia e Telese in un convegno sulla pretura di Guardia tenutasi qualche giorno fa nell’AGP di Guardia, ho avuto la netta sensazione che la gestione dei Comuni locali non sia affatto pervasa dal sacro fuoco delle omogeneità territoriali , e figuriamoci culturali, quanto, ahimè, dai vecchi clichè sulle spartizioni territoriali in funzione del peso politico che individualmente conta.
    Condivido, come in molti interventi su vivitelese, che a questo famigerato territorio telesino non manca certo l’identità perchè la nostra storia è pregna, ma adesso, purtroppo… non sappiamo ancora esattamente cosa fare da grandi, cioè manca un preciso obiettivo.
    In un contesto nazionale quanto mai depresso e turbolento come quello che stiamo vivendo, una realtà territoriale come la nostra avrebbe assoluta necessità di precise direttive organizzative sviluppate in un contesto nazionale, perchè in gioco non è certo la sola valle telesina ma l’Italia tutta e con essa, l’intero occidente. Io ritengo che stiamo ripercorrendo esattamente ciò che è già successo proprio a Telesia in seguito al declino dell’impero romano in cui, fu proprio l’incapacità delle popolazioni locali ad adeguarsi ai mutati equilibri mondiali a permettere alle orde saracene di distruggere ciò che leggiamo talvolta, ancora con un certo orgoglio, nei frammenti etnnico-architettonici del notro dna.
    Io mi auguro che intervenga la consapevolezza che il mondo è cambiato e non è più il tempo di starsene a guardare ma agire, e con tutta l’adeguatezza che richiede il tempo in cui viviamo perchè mai come ora, è in gioco il nostro futuro ma permettetemi di ribadire che nulla potrà essere fatto concretamente a livello locale se non armonizzato nella politica di un più ampio contesto regionale. Flaviano Di Santo

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