Vision & mission aziendali: Telesiadi Antonio Castellitto. Traggo spunto da un articolo da qualche giorno pubblicato, riguardo la città “Telesia”, per fare alcune mie considerazioni.

In un mondo globalizzato, dove ahimè le privatizzazioni assurgono ad un ruolo quasi dogmatico, vorrei immaginare un po’, come funzionerebbe la Realtà Cittadina dalla denominazione sociale “Telesia SpA”, con Soci azionisti, i Sindaci dei Comuni, quote egualmente ripartite e la supervisione attenta degli investitori ovvero i cittadini.

Nella Mission Aziendale, direi che si può partire con la accettazione, che in un contesto sempre più competitivo e con le nuove sfide che la Crisi Economica, può creare nuovi ed inaspettati orizzonti di crescita.

La Società, così composta, si pone gli obiettivi di:

  • creare ed instaurare un contesto di legalità che renda più appetibile il territorio
  • studiare approfonditamente il territorio e le sue risorse
  • redigere un business plan che abbia le risorse come materia prima, da utilizzare per creare posti di lavoro che sono il prodotto semilavorato, per concludere con lo Sviluppo del Territorio come Materia finita
  • creazione delle interazioni e sinergie tra i Comuni del Comprensorio telesino per non farsi dispetti, al fine di non perdere utili sovvenzioni e fondi da parte della Comunità Europea
  • determinazione delle aree che hanno bisogno di essere trainate dai comuni più forti per far emergere le proprie potenzialità
  • ridurre gli sprechi, in modo tale da essere capaci, a lungo termine, di autofinanziarsi e quindi, creare ancora più sviluppo ed occupazione, in modo tale da non avere una popolazione disagiata.

La Vision della neonata Società, è rappresentata dalla fuoriscita del degrado che la Crisi sta portando, al fine di approfittare di quest’ultima per dimostrare che il nostro Territorio, ha le potenzialità per essere contrattualmente nei confronti della nostra nazione, forte e motivato a trainare l’economia del meridione Italiano.

Le possibili sinergie che si possono creare?

Abbiamo il Triangolo Magico del vino, rappresentato dai Comuni di Solopaca, Guardia Sanframondi e Castelvenere, che potrebbero diventare un fulcro ancora più imponente per l’Enologia Italiana, sfruttando le esperienze di realtà già forti individualmente.

Abbiamo gli oli di Frasso e San Lorenzello, che potrebbero, nonostante gli opposti geografici, portare ancora più risorse alla Società di cui fanno parte (anche se credo che San Lorenzello faccia parte del comprensorio del Titerno).

Il Comune di Cerreto Sannita, con il grande patrimonio storico/culturale, porterebbe un imperioso indotto turistico che darebbe lo sprint per evolversi soprattutto sotto il profilo culturale, ed insieme alle Ceramiche di San Lorenzello, si potrebbe pensare ad una grande filiera della lavorazione delle ceramiche artistiche.

I Comuni di San Salvatore, Amorosi e Puglianello, porterebbero avanti, anche viste le vicinanze geografiche, una filiera agricola molto solida, in grado di essere al pari delle Coop che tanta fortuna hanno avuto, nel secolo scorso, al Nord. In ultimo, ci sarebbe il comune più giovane, in grado di trainare con più forza, i rimanenti: Telese Terme. Il comune telesino, infatti, può mettere in campo la forza delle acque solfuree, rendendo più vive le Terme, una centralità naturale che ne fa il paese più attivo nel Settore delle Attività Commerciali e dei Servizi, oltre a poter offrire uno Scalo Ferroviario ed il Lago che se sfruttato come si deve, porterebbero nuovo turismo nelle nostre zone, con il conseguente aumento degli introiti. Ma, una domanda sorge spontanea: e gli utili raggiunti da ogni sinergia? Come già detto, possono servire in casi futuri, in una sorta di fondo cassa che possa dare inizio ad una Civitas Telesia, meno dipendente dal Sistema Bancario, quindi più libera di creare sviluppo ed agevolata nella creazione di un network commerciale tra Realtà forti. Altra opposizione: e se il progetto dà perdite? Una Realtà che viaggia a passi normali non accelerando troppo i processi produttivi, potrà solo produrre lievi perdite, soprattutto se il tessuto societario lavora onestamente, permettendo alla forza lavoro di guadagnare per non emigrare impoverendo la Società, con Quadri che farebbero da garanti per il CdA, che deve essere attento al non sperpero del denaro ed alla corretta gestione dello stesso, non dimenticando che, la ricchezza, se usata con oculatezza, genera ricchezza, altrimenti, richiede indebitamenti su indebitamenti. Certo, è un discorso che va fatto con molta attenzione, che darà i frutti a medio/lungo termine, che richiede una sinergia completa ed un Gioco di Squadra che non prevede leader, ma una Grande Realtà, che solo in questo modo, può venire alla luce. Ma i Valori Aziendali? Uno solo: far lavorare Menti e Braccia della Società, senza alcun outsourcing o consulenze provenienti da altre Realtà, visto che di menti brillanti ne nascono a iosa nel nostro territorio.

In Fede, Antonio Castellitto.

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