Ospedale di Cerreto e la sorte annunciatadi Ezio Esposito. Dopo aver letto tutto ciò che c’era da leggere sulla sorte dell’ospedale di Cerreto, degli appelli accorati per i legittimi interessi azzerati; Per quel corridoio lungo e vuoto dell’Ospedale di Sant’Agata dei Goti e per quelle porte chiuse su uffici vuoti, la delusione amara dei lavoratori e dei disagi che si sono susseguiti, parlare degli inizi della storia di quell’ospedale e cosa ardua e difficile.

Se dal contenuto di questa pagina qualcuno dovesse sentirsi ferito la cosa prescinde dalla mia volontà. Io voglio raccontare soltanto una piccola storia che ho vissuto in prima persona.

Riferirò di una polemica al calor bianco sul luogo dove fosse stato più conveniente realizzare un ospedale civile tra Cerreto Sannita e Telese. Ricorderò che a quel tempo il segretario provinciale della Democrazia Cristiana era l’esimio prof. Michele Barbieri da Cerreto Sannita. L’operazione dell’ospedale e la sua delocalizzazione fu precisa volontà del Barbieri con l’accordo di tutto il Consiglio Provinciale del partito. Si profilava in questo modo il piccolo collegio a maggioranza bulgara democristiana dove, poi, tra gli altri, furono eletti senatori prima Franca Falcucci, diventata poi ministro della Pubblica Istruzione e Antonio Gava …

Tornando all’ospedale: l’aspra polemica cominciò con un manifesto del Movimento Sociale Italiano a firma dall’avvocato Giovanni Di Santo, affisso sui muri di Telese e Cerreto. In quel manifesto si sottolineava la follia di costruire un ospedale a Cerreto Sannita.

La tesi del Movimento Sociale sosteneva che le strutture già progettate per Cerreto, quando fossero state realizzate di destinarle a Cronicario ma che l’Ospedale doveva essere costruito a Telese, non per motivi campanilistici ma per le mille e più ragioni che ieri e oggi è facile immaginare.

La battaglia dei manifesti continuò per qualche settimana ad una voce sola. La tracotanza della DC e dei suoi massimi rappresentanti furono sordi ad ogni ragione. Ricordo che all’epoca dei fatti non esisteva il 118, né i servizi di ambulanza che ci sono oggi. Una persona ferita grave per qualsivoglia motivo veniva trasportata all’ospedale a bordo di auto private. Si attivava il clacson a distesa e si chiedeva strada con un braccio fuori dal finestrino che reggeva un fazzoletto bianco teso dal vento.

Vale la premessa, la mia intenzione è offendere nessuno però ad alcuni di coloro che si sono lamentati per la chiusura dell’ospedale di Cerreto chiedo quanti furono assunti per concorso e quanti messi dentro con raccomandazioni varie e senza una preparazione specifica. Fare un esame di coscienza salva dal Purgatorio.

E’ di ieri l’ultima invocazione che ho letto: salviamo l’ospedale di Sant’Agata dei Goti… Dopo quasi mezzo secolo debbo affermare, a suo onore, che il capo del Movimento Sociale Italiano Giovanni Di Santo aveva visto lontano. Se l’ospedale civile fosse stato costruito sul territorio di Telese oggi sarebbe in piena attività e non ci sarebbe stato bisogno nemmeno dell’ospedale di Sant’Agata.

Tant’è. Il latte fu versato. E fu così, più in generale, che a causa di tutte le cattedrali nel deserto sparse in ogni contrada d’Italia, volute dalla DC e dai suoi soci nei tanti Governi della Repubblica per mantenere il consenso elettorale che oggi l’Italia ha un debito pubblico enorme al punto che ogni bambino che nasce si ritrova una cambiale nel pannolino.

e.e.

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2 Commenti

  1. …e la storia continua, perchè quando le scelte sono politiche, non tecniche, riservano sempre sorprese. Ed oggi abbiamo a Cerreto un ospedale vuoto, l’Asl che continua a pagare i fitti per uffici e ambulatori in locali privati,alla faccia del risparmio in base al quale è stato chiuso l’ospedale cerretese, e l’ospedale di S.Agata, che assurdamente boccheggia, che ha,pericolosissimamente, il percorso per il pronto soccorso che taglia il collegamento visitatori-ospedale, mentre sarebbe logico, almeno per me, spostarlo in fondo, dove ora c’è l’ingresso auto per il pubblico, senza interferire con i percorsi pedonali. E se ci capita l’incidente?…scarica barile, come sempre in questo nostro martoriato sud(meglio dire Campania). Nessuno si offenda…auguriamoci però che Cristo nascente ci dia una mano. Una grossa mano. Auguri a tutti.Soprattutto ai cerretesi, ai telesini ed ai goti.Tre cittadinanze ricche di cultura, storia e tradizioni, messi l’un contro l’altro a farsi la guerra dei polli di manzoniana memoria.

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