Letto a tre piazzedi Giuseppe Guarino. C’era un film di Steno, intitolato “Letto a tre piazze”, in cui il protagonista, Totò, torna a casa dopo essere stato considerato morto, poiché disperso nella guerra in Russia. Quello che trova è sua moglie, Amalia, sposatasi intanto con Peppino (De Filippo). Si prova, in nome della pace comune, una convivenza forzata e non senza problemi.

La mia storia, nonostante parecchie divergenze, può dirsi analoga a questa. Vengo a sapere che c’è il tesseramento del Partito Democratico nel mio paese, guarda caso sul mio luogo di lavoro e, meglio ancora, per ben tre giorni.

Sorrido e penso a quante ne ho dette, di buone o cattive, sul Pd in questi anni. Sono stato contrario alla sua nascita per via delle contraddizioni interne che tuttora restano irrisolte. Ero un giovanissimo simpatizzante della sinistra, e da lì a poco mi tesserai con la nascente Sinistra Ecologia Libertà vendoliana.

Oggi, dopo un paio d’anni da cane sciolto, torno a farmi la tessera di un partito. Appunto, del Partito Democratico. Non cambiano le mie idee sulle contraddizioni interne, né quelle sulla TAV. Ma credo che attualmente il PD sia l’unico partito di centro-sinistra che abbia capito come stanno le cose, al di là dell’allarmismo vendoliano e degli anatemi dipietristi. Va quindi supportato. La scelta è sofferta, seguita a estenuanti riflessioni, ma alla fine, sì, compilo il modulo, verso la quota e sono anch’io un tesserato del PD. Torno finalmente a casa.

Ma la trovo occupata! Dai miei amici, ma anche da uno strano signore: l’antico padrone. Il mio problema non riguarda il fatto che oggi nel Pd di Cerreto Sannita ci siano anche persone che provengono da un’altra area. Ciò non potrebbe che farmi piacere, se esse siano giunte alla propria decisione così come ho fatto anch’io: con lucidità, trasparenza e coerenza.

Quel che mi ha dato fastidio è stato il disdicevole spettacolo che mi sono ritrovato di fronte. Accanto a gente recatasi lì a tesserarsi, che ci crede davvero, ho visto una mobilitazione abnorme. Centinaia di persone venute a tesserarsi Pd, molte coi moduli pronti e i soldi alla mano, famiglie intere, sinanche i portatori di handicap e anziani semianalfabeti. Che l’importante è far numero, prendere il posto, farsi vedere e salutare il gran capo.

Lui, l’antico padrone sorride e saluta, felice e contento. Ringrazia che sono venuti.

Ora che diranno queste persone neo-tesserate? Che son diventate tutte comuniste, penso, orgogliose di sfoggiare la tessera con il tricolore, ancora dubbiose che non sia quello di Forza Italia. Osservando lo spettacolo mi rincresce quasi aver scritto, tempo fa, un articolo sulla mobilitazione coatta messa in atto dal PdL campano, svoltasi con analoghe modalità.

E se da una parte si ride e sghignazza, dall’altra si va avanti convinti di essere se stessi, di essere davvero il Partito Democratico e, come c’è scritto sulla tessera, “democratici per Costituzione”.

Un silenzio agghiacciante cala invece dall’ultima parte, da coloro che se la prendono anche col sole che tramonta. Da chi fa sempre casino e stavolta si sta zitto. Muto. Che il vecchio padrone potrebbe sentire, mordere e mangiare. Possibile che non abbiano nulla da dire su questa mobilitazione, che poco ha di “democratico”? Possibile che chi si indigna per il luogo dove i cani debbono pisciare ora se ne sta solo soletto col proprio barboncino al guinzaglio?

Io sbaglio, forse, a prendermela e incazzarmi. Un mio amico, vicino al centro-destra, mi dice “Giusè, tranquillo, sempre a testa alta”. Io ci sto, anche se sono nel partito che conta come tesserati persone che hanno una dignità minore dello zerbino di casa mia.

Giuseppe Guarino

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1 commento

  1. Ma i dirigenti provinciali del Pd leggono questi articoli?
    Possono degnarsi di esprimere un commento? Anche una rampogna se credono o almeno un sibilo di pensiero.
    I dirigenti della valle telesina, i militanti del Pd possono dire cosa pensano di quello che avviene ? Il Pd è uno strumento che serve ai cittadini in questa crisi impressionante ma non può diventare come il Pdl. Dove dobbiamo parlare cari dirigenti del Pd? Buon anno. Carmine Ricciardi

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