di Giuseppe Pietropaolo. Giulio Leoni ha il grandissimo merito di rappresentare un Dante Alighieri molto molto diverso da quello che, con gioia o noia, conosciamo sui banchi di scuola.
Un Dante Priore del nobile Comune di Firenze, alle prese, durante il suo mandato che dura due mesi dal luglio all’agosto del 1300, con tre tipologie diverse di mistero e rompicapo, accomunate tutte da una scia terrorifica e angosciante di omicidi.
Dante, alchimista, musico, matematico, astronomo, speziale, poeta: tanti aspetti differenti di una personalità affascinante, che attrae e respinge, limpida ed al tempo stesso sfuggente.
Impegnato in un lavoro serrato di investigazione, nel quale darà fondo a tutto il suo sapere ed all’arguzia delle sue capacità intellettive, dovrà Dante difendersi da nemici palesi ed occulti, in seno alla sua stessa città.
Palese è il tentativo di Bonifacio, papa simoniaco, di estendere i gangli del potere pontificio anche all’interno di Firenze – e ciò con mezzi di qualsiasi tipo: leciti ma soprattutto illeciti -; occulto il progressivo decadimento dei costumi e della morale esaltato all’ennesima potenza da discordie, invidie e rancori cittadini.
In una ricostruzione storica che nulla lascia al caso, Giulio Leoni inventa letteralmente tre casi di approfondita ed altissima indagine, in labirinti nei quali è facilissimo entrare ma è praticamente certo il perdersi: intendiamoci, la prosa è scorrevolissima e chiara, ma se il lettore pretende di aver capito tutto dalle prime battute, ebbene, avrà cambiato il profilo dell’assassino più e più volte.
Protagonista un’anima inquieta ed avvincente, un’anima che cerca, tra certezze e capovolgimenti di opinione, tra sorprese e disillusioni, tra conferme e dubbi insormontabili, ma costantemente cerca il divino e l’umano, l’elevato ed il reietto, l’uomo e le sue tentazioni, accompagnato da una fede tanto più forte e radicata quanto notevoli sono gli scossoni ai quali alle volte concede il dubbio.
Un’anima nella quale si intravede la luce dell’idea primigenia che porterà alla Divina Commedia, attingendo a fonti insospettabili, casi bizzarri e nature variabili; un’anima incline alla debolezza ma protesa al cielo, un’anima terribilmente umana.
Se Dante me lo avessero, a scuola, rappresentato così, lo avrei amato decisamente di più di quanto già non abbia fatto.
La trilogia dei delitti: della medusa, del mosaico, della luce, tre misteri diversi, tre inquietanti abissi di follia e scienza, tre domande irrisolte: qual è il confine della liceità delle azioni di fronte al potere?
Giuseppe Pietropaolo
Titolo : I delitti della Luce
- I delitti della Medusa
- I delitti del Mosaico
Autore: Giulio LeoniTesti scaricabili dal sito ufficiale dell’autore www.giulioleoni.it