Cerreto: sogni collettivi e non ... “effimeri” sogni privatidi Giuseppe Fappiano.  (Associazione Politico-Culturale “Da sempre per Cerreto”) Le immagini quotidiane di Genova, trasformata in un fiume di acqua detriti e fanngo, ancora scorrono inesorabilmente sui mass-media ricordando a tutti che il fondamento essenziale per vivere in sicurezza su di un territorio è quello di rispettarlo, salvaguardarlo e tutelarlo seguendo le linee della sua naturale conformazione.

Non esistono disastri ambientali; esiste la vitalità della terra che si modifica e si trasforma. I disastri li provocano gli uomini ed in particolare i politici ed i “tecnici” che per asservire agli interessi clientelari della politica autorizzano, progettano e realizzano interventi che devastano il territorio e che rompono quell’equilibrio di naturale trasformazione ed evoluzione della terra che è l’essenza stessa della vita.

Si restingono gli alvei dei fiumi per recuperare terra da coltivare o su cui costruire; si autorizzano costruzioni su aree franose, non si effettua manutenzione sui fossi iemali che, anzi, si intubamo restringendo il naturale deflusso nell’alveo che essi stessi si erano costruiti né vi è un controllo da parte delle autorità competenti affinche vi sia la tutela ed il rispetto del territorio.

La terra si riprende sempre e comunque ciò che gli viene tolto. Se qualche cosa viene tolto alla natura essa nel tempo se la riprenderà e saranno le stesse opere costruite dagli uomini a determinare le vere catastrofi.

Ed allora non bisogna sfidare o provocare la natura, bisogna semplicemente rispettarla.

E non bisogna nemmeno pensare che la tutela del territorio possa passare solo per singole amministrazioni poiché la natura non conosce i confini politici e se si vuole la tutela del territorio bisogna necessariamente coordinarsi con le altre amministrazioni comunali confinanti per realizzare un piano di tutela ambientale sovracomunale.

Il territorio di Cerreto Sannita è un territorio estremamente fragile per al sua morfologia e composizione. E’ una zona esposta a facili inondazioni dovute essenzialmente al fatto che la politica clientelare messa in atto dalle amministrazioni che si sono susseguite negli ultimi 60 anni, hanno permesso a chiunque di effettuare interventi che risolvevano un problema individuale ma che determinava un danno collettivo.

L’ultimo disastro vissuto dalle popolazioni rurali del luglio del 2009 è ancora patrimonio del ricordo collettivo quando un temporale, nemmeno di grande entità, fece tracimare i fossi iemali delle Chiaie, Trocchia, Madonna della Libera, Sant’Anna, Montrino, Madona delle Grazie e, ancor più a sud, Cesine di Sopra e di Sotto.

Un fiume d’acqua che devastò culture, allagò case e creò grandissimi danni all’agricoltura ed ai contadini.

L’amminsitrazione Santagata non mosse un dito di fronte a quella devastazione. Si limitò a prendere in giro i contadini facendogli produrre domande semplici domandine per richiedere un risarcimento per “danni da calamità naturali”. Non si sa sel il sindaco Santagata cheise alla regione Campania il “Riconoscimento di Calamintà Naturale”. Non fu mai pubblicato l’iter della richiesta.

Intanto i danni, rimasero sulle spalle dei contadini e dei cittadini che li subirono.

Se l’uomo, per costituzione, impara dalle esperienze vissuto, bisogna dire che l’amministrazione Santagata ne è esente poiché da quelal devastante esperienza non fu prodotto nulla ne furono progettati e realizzati interventi di ingeneria naturalistica al fine di ripristinare, risanare e tutelare il territorio.

Anzi, paradossalmente, l’unico intervento messo in atto fu quello sullo scalimano, lungo via Lampione, dove l’alveo naturale era di 4 metri, fu ristretto ed intubato con un tubo di cemento di 80 centimetri.

Non si conosce nemmeno, benchè più volte da me richiesto, se esistesse un “Regolamento di Polizia Rurale”.

In questo mmento, sono le 8,30, “….fuori piove” ed immagino l’apprensione che stanno vivendo i Cerretesi delle aree rurali. Guardano fuori e sperano!   Si, a Cerreto c’è rimasta solo la speranza poiché non vi è ne sicurezza ne certezza.

In questo frangente l’amminstrazione Santagata/Morone si è dedicata esclusicamente ad iniziative “culturali” , di facciata accendendo luci sull’effimero per nascondere i bisognie le necesità vere per la vita delle persine e per la tutela del territorio e delle popolazioni.

Oramai Cerreto Sannita è diventata una “Città discoteca” dove si accendono luci psichedeliche ed altre ancora se ne vogliono accendere (a spese del contribuente) sulla Leonessa e sul Ponte di Annibale.

Continuiamo a costruire cattedrali nel deserto, “recuperare” pezzi di storia di questo paese devastandoli, portare la “Luna sulla Leonessa” ed un’altra “Luna sul Ponte di Annibale” come se fossero luoghi di un “giardino privato”.

Ed intanto le strade sono a pezzi, l’acquedotto un colabrodo, le starde si allagano alle prime piogge, la gente ha paura non appena comincia a tuonare.

Questo paese rivendica la necessitò che alla guida ci siano amministratori che vogliono realizzare “Sogni Collettivi” e non…… “effimeri” sogni privati.

Giuseppe Fappiano   Associazione Politico-Culturale “Da sempre per Cerreto”

- Annuncio pubblicitario -
Articolo precedenteCerreto: Made in Terra
Articolo successivoPiani provinciali per la gestione del ciclo dei rifiuti. La sentenza del TAR

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.