
di Pietro Quercia. … E si può ancora salvare la faccia. I fatti giudiziari ancora al vaglio della magistratura che hanno sconvolto e mortificato la quasi totalità dei cittadini di Telese ritornano ogni qualvolta qualche cittadino osa muovere la pur minima critica all’attuale amministrazione. Ho il sentore che “i fatti” vengano usati come scudo anche in piccoli casi di contestazione o di richiamo ad una maggiore efficienza amministrativa: Lo dico con rammarico perché anch’io ho riposto, negli attuali amministratori, tutta la mia fiducia e stima.
Anche a me, caro Ezio, sono state dette, da amministratori non telesini, delle mezze parole: “è come se fosse un cantiere sotto sequestro ove non si può muovere neppure una foglia e il tutto è legato ai fatti di Telese”.
Sembra quasi che il fuorilegge sia io per aver valicato uno sbarramento (si fa per dire) con affisso un cartello “Vietato l’ingresso ai non addetti ai lavori”. Non immagini, caro Ezio, quante persone hanno contraddetto al divieto in due volte che ho visitato, per complessivi trenta minuti, quell’ angolo delle meraviglie: coppiette, anziane signore provenienti da Caserta, ecc., il che dimostra che lo sbarramento non è invalicabile ma posto solo nel tentativo di nascondere le vergogne.
Io non sono un giurista, io non capisco un’ acca di appalti pilotati o quant’ altro, tento di ragionare, ma solo per tenere lubrificato un cervello usato, nel bene o nel male, per oltre 67 anni e, dalle parole pronunziate fra i denti dall’amministratore che ha usato la cortesia di telefonarmi e che ringrazio, ho dedotto le seguenti considerazioni:
- che l’area della vergogna fosse interessata a qualche progetto (tu, Ezio, me ne dai conferma) e che la ditta appaltatrice fosse coinvolta nei “fatti di Telese”;
- che la ditta appaltatrice non ha avuto il tempo di iniziare i lavori per i sopraggiunti fatti, altrimenti il cartello affisso alla rete di sbarramento sarebbe dovuto essere del seguente tenore: “Area sottoposta a sequestro giudiziario,ecc.).
Perché, quindi, non si può muovere una foglia? Chi può impedire la semplice pulizia di un’area onde evitare che le Terme tocchino la melma? Quale pregiudizio potrebbe derivarne alla erogazione dei fondi europei il rimuovere l’indecenza?
A meno che, nella presentazione del Progetto non si sia parlato di arretramento del bosco di Montepugliano e si è considerato bosco anche la zona del Cerro. In tal caso il gestore delle Terme e il Consorzio Idrotermale sempre assente, nel delimitare convenientemente l’area interessata, avrebbero dovuto affiggere il cartello “Area interessata al Progetto POR 1001 TLS TLS ecc. ecc.“ in tal modo gli utenti ritorneranno il prossimo anno a Telese con la certezza di immergersi in un Parco tornato all’antico splendore.
Ma la verità, a mio ragionato parere, è che, come per il passato, si continua a permettere alla Minieri S.p.a. la gestione del bene pubblico nel più rigoroso risparmio, anche nell’ordinaria manutenzione, ciò è dimostrato dall’attuale situazione ambientale: eppure ci vuole poco per salvare la faccia, si sta ancora in tempo.
E’ sufficiente una pertica che faccia scorrere l’immondizia accumulatasi nel corso d’acqua che conduce al Cerro; la pulitrice che qualche volta ho visto in opera per il paese; un tagliaerba e circa cinque giornate lavorative di due operai.
Ma tutti i tentativi di giustifica al latitante Consorzio Idrotermale e, di conseguenza, al gestore delle Terme cadono se poi si guarda la tenuta del Parco nell’area non interessata al detto Progetto: non un fiore, non un’ aiuola se non nei pochi metri quadrati prospicienti l’ingresso per i pedoni, non decorosi servizi igienici (mi congratulo con i responsabili di Vivitelese per aver ignorato quelle rivoltanti foto che, nella rabbia, ho inviato) e tanto disordine nella disposizione dei gazebo che tolgono la visuale ai padiglioni.
E, per concludere, una dovuta riconoscenza ai vecchi imprenditori Minieri che sono venuti a Telese a rischiare il proprio ingente patrimonio. E se l’investimento dette loro i frutti desiderati fu soltanto merito imprenditoriale. Ora l’incuria arriva a non rimuovere neppure una foglia secca, ma non perché lo impedisce la magistratura.
Pietro Quercia.