Pagine scientifiche e raffinatezza di un Cinegiornale del 1958, per una storia di farfalle raccontata in bianco e nerodi Filomena Rita Di Mezza. Settembre è il mese del cinema. In attesa di andare a vedere qualche nuovo film, l’articolo di Giovanni Lombardi “Una collezione innovativa”, mi tiene ottima compagnia. Dalle parole alle immagini, infatti, il passaggio sarà brevissimo. Mi sembra subito di poterlo vedere, l’Avvocato Pascasio Parente, l’aria gentile e seria, la figura sottile, curvo su i suoi esemplari, mentre sperimenta soluzioni chimiche in grado di catturare il colore, anzi, provo a dire meglio, per catturare quella luce nel colore delle farfalle che svanirà, se le si lascia ribellare alla loro fine, contorcendosi. Bisognerà, pertanto, ingaggiare una specie di sfida con la morte, una sfida sul tempo, e Pascasio quella sfida la vincerà: il bicchiere di vetro sostituirà il retino per la cattura, così le ali non perderanno colore tra le maglie della rete; poi, una iniezione di arseniato sodico all’1%, proporzionato alla grandezza della farfalla, darà loro morte immediata, cosicchè la luce del colore resterà sulla soglia del corpo, impossibilitata a volar via per l’ultima volta. Mi viene da pensare che forse la luce, nel colore di una farfalla, sia la sua più intima essenza, corrispondente a ciò che negli uomini dovrebbe rendere unico ciascuno…la farfalla, che i greci usavano nell’iconografia per rappresentare la Psiche. Ora la sottile figura dell’Avvocato è ferma nella penombra, in solitudine. Immagino che per Pascasio, come per ogni entomologo, la passione per le farfalle, l’intento di conservarne per sempre e per ricerca il culmine della bellezza, comportasse un inevitabile conflitto con i cupi aspetti della morte. Crudele controversia delle passioni, che fanno sì che il bello sia anche l’inizio del tremendo, come scriveva il Poeta Rilke! Mi distoglie da questi pensieri il suggerimento nell’articolo di guardare un video. Scoprirò, di lì a poco, un gioiellino del cinema. Si tratta di un reportage della Settimana INCOM 1958, un noto cinegiornale che veniva proiettato in sala prima dell’inizio del film e che aveva carattere documentaristico o di reportage. Doveva essere molto breve, le scene private di audio originale e narrate da una voce fuori campo. Nel nostro cinegiornale, di solo un minuto e dieci secondi, vengo trasportata in un’ atmosfera lirica, che preferisco lasciare assaporare attraverso il video. Solo una nota, però: Mitsuko Kanbe, la giovane protagonista giapponese, ospitata dall’Avvocato Parente, scende con le piccolissime scarpette e i variopinti kimono per una stradina di Guardia, si aggira nel giardino di casa curando i fiori e mangia con la famiglia Parente, non rinunciando alle sue bacchette. Il volto di una vecchia, di una giovane e di un bambino, in tre diversi fotogrammi, esprimono in egual modo una serena curiosità verso Mitsuko, come se sapessero che i suoi strani movimenti, con l’ombrellino, le bacchette, il kimono, non saranno che un leggero straordinario passaggio nel paese. Le ricerche sulle farfalle di Pascasio sembrano aver costruito anche una fiduciosa apertura comunitaria all’esotismo, al diverso, e l’ospitalità a Mitsuko, per riprendere la voce fuori campo, viene ripagata con l’arrivo dal Giappone di “delicati fiori volanti”. Mitsuko è ospite a Guardia per andare a Napoli a studiare canto. Il suo sogno è poter interpretare un giorno Madame Batterfly! Fine del Cinegiornale. Fine dello spettacolo. Ma quale migliore conclusione per questo bellissimo contributo di Giovanni Lombardi e degli Autori dell’ANISN, capaci di farci vedere gli aspetti emotivi, scientifici, relazionali del nostro entomologo guardiese, in una originale storia di farfalle, di colori e di passione: il tutto integralmente in bianco e nero! Ancora, bravi.

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