di Angelo Leone. Ringrazio di cuore l’amica di sempre Enza Zotti che, con il suo scritto sulla Madonna del Roseto pubblicato da Vivitelese il 1° Giugno 2011, ha risvegliato i bei ricordi legati alla nostra adolescenza e, soprattutto, ci ha rammentato il forte legame che unisce tutti gli abitanti della Valle Telesina alla beata Vergine del Roseto. ‘A Madonna d’‘u Rusito che sta ‘ncopp’ ‘a muntagna ‘e Sulupaca”
La Madonna è stata scelta da tutto il popolo vallivo Santa Patrona e Protettrice dell’intera Valle Telesina e a Lei si rivolge ciascun credente nei momenti di preghiera e, soprattutto nei momenti di bisogno, per ottenere qualche grazia da nostro Signore Gesù Cristo, Figlio Suo e Dio nostro.
Tutti i telesini sono stati sempre molto legati alla Madonna del Roseto ed hanno, per Lei, esternato sempre grande e continua venerazione. A questo proposito ricordo un “fatterello” che si raccontava diversi anni fa:
– Pierino Pilla (detto “Pierino ‘u zelluso” per alcune macchie sul cuoio capelluto che avevano provocato delle chiazze con completa caduta dei capelli) era una brava persona, sempre disponibile e molto servizievole ed abitava sul Viale Minieri, lato stazione. Una volta, non ricordo per quale motivo, fu chiamato in Tribunale in qualità di testimone. Al momento di dover deporre e pronunciare la formula del giuramento: “Dite la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità. Ripetete -lo giuro!” Pierino prontamente rispose: -Quant’è certa ‘a Madonna ‘u Rusito!|”
Questo fatto ci induce a comprendere la grande venerazione e l’alta considerazione che i telesini avevano per la Madonna, forse anche al di sopra dello stesso Dio.
Tutti gli anni, il primo lunedì di Giugno, molti telesini si svegliavano alquanto presto e, con una borsa o zaino -preparato la sera precedente- in cui avevano riposto la colazione, una bottiglia con l’acqua, una bottiglietta con il vino, e una boccettina con del caffè, si avviavano che era ancora buio -a piedi- per raggiungere il Santuario sulla montagna. Il tragitto, che si percorreva in gruppi via via sempre più numerosi, si snodava dalle proprie abitazioni fino alla stazione ferroviaria; si oltrepassava il passaggio a livello posto vicino al “casello” che era l’abitazione del Sorvegliante della ferrovia, passando molte volte, con attenzione e cautela, sotto le sbarre, e si percorreva Via Scafa che, all’epoca, era in terreno battuto e, in caso di piogge, presentava moltissime pozzanghere che diventavano un pericolo specialmente per i più giovani. Dopo aver oltrepassato la fontana di “Pagnano” (un ruscelletto che attraversava lo “stradone” sulla superficie del terreno e che era facilmente superabile con un salto), che si trovava all’altezza dell’attuale parco abitativo “Mira Lago”, si raggiungeva il fiume “Calore” sulla cui sponda si trovava Pietro ‘u scafaro ( il suo cognome era Esposito).
Alcune volte si trovava lì già pronto per imbarcare la gente sulla scafa (un grosso zatterone che lo scafaro guidava all’attraversamento del fiume, aiutato dalle sue forti e poderose mani aggrappate ad una grossa fune che era legata saldamente alle due sponde. A volte, quando il livello dell’acqua era più alto, l’impegno muscolare e lo sforzo dello scafaro era evidentemente notevole per riuscire a superare le forti correnti centrali del corso del fiume), oppure si doveva attendere che completasse l’attraversamento già in atto e ritornasse a riva. Per quanto concerne “la scafa” ricordo un fatto avvenuto più o meno verso la metà degli anni cinquanta: “eravamo un folto gruppo di persone e Pietro ‘u scafaro ci imbarcò tutti con un po’ di titubanza e cercò di rassicurarci “Ce ne jammo chianu chianu, ma state tranquilli che ce ‘a facimmo! Si rivelarono queste le ultime fatidiche ‘parole famose’. Giunti, infatti, al centro del fiume, la scafa cominciò ad affondare e ad imbarcare acqua fino ad arenarsi. Ci furono tanti strilli e suppliche alla Madonna del Roseto. Una voce superò tutte le altre -La mia bambola! Salvate la mia bambola!- Chi esclamava in tal modo, a squarciagola, era Serafino Rubino, figlio di Giulio‘u pittore e di Filomena Tommaselli e fratello di Celestino, Fausto-Michele, Clara, Adriana e Tonino In effetti ci fu un poco di spavento, ma non più di tanto poiché, allorquando ci accorgemmo che l’acqua immergeva solo le nostre gambe fino all’altezza del ginocchio, fummo tutti rassicurati e, quelli più adulti e di statura più alta, scesero nel fiume e lo guadarono fino a raggiungere la riva opposta. L’altra gente che era rimasta a bordo, dopo che‘u scafaro, aiutandosi con un secchio, riuscì a togliere il grosso dell’acqua dall’imbarcazione, raggiunse comunque l’altra riva e l’intero gruppo fu ricostituito e riprese il cammino.
Serafino Rubino che, con la sua famiglia, risiedeva nelle Marche, ad Ancona, in quel periodo si trovava a Telese con la moglie, dove si trattenne per qualche anno, ma poi ritornò ad Ancona. Ricordo bene che la moglie era una bella donna, bionda, alta e magra, di origine marchigiana, e Serafino ne era alquanto geloso.
Superato il fiume, si continuava il cammino e si attraversava la “cupa”. Era questa una stradetta scavata nel tufo, che si inerpicava attraverso alti pareti, con pochissima luce. Si camminava sulla strada coperta da moltissima polvere di tufo nero con molta cautela per evitare di cadere: quel luogo destava sempre paura per la sua oscurità e per l’aspetto sinistro Superata anche la “cupa”, dopo altra poca strada si raggiungeva l’abitato di Solopaca e si ci incamminava, tra le case, verso il Rione “Capriglia” al lato ovest del paese, nella parte più alta. Raggiunta questa zona, si ci fermava a “Santa crucella”, sotto una croce ferrea infissa in un blocco di pietra con colata di piombo fuso, e si usciva, poi, fuori dall’abitato percorrendo un viottolo che saliva su per la montagna.
Lungo questo viottolo, in prossimità della prima curva, c’era -e ancora c’è- una edicola con la statua di un piccolo Cristo, detta da tutti “Giesucristiello”. Incominciava appena ad albeggiare quando si ci incamminava sull’erta molto scoscesa e, a cuor leggero, godendo dell’aria “frizzante” dell’alba, si raggiungeva il Santuario.
Si provava una emozione fortissima quando, percorsa la curva dell’ultimo tornante, ci si trovava di fronte alla chiesetta che appariva poco distante, col suo ingresso e con il portoncino già socchiuso per accogliere i tantissimi fedeli che il quel “giorno speciale” accorrevano ai piedi della Santa Vergine.
Un’altra emozione che si “sentiva dentro” era quella di dover constatare che, malgrado il lungo percorso e l’erta abbastanza scoscesa, non si avvertiva alcun segno di stanchezza.
La prima cosa che ciascuno faceva era quella di doversi confessare ed ascoltare la Santa Messa per accostarsi poi all’Eucaristia prendendo la particola consacrata. Alcune ore prima della Comunione era proibito ingerire del cibo e meno tempo prima si poteva soltanto bere acqua naturale.
Così, dopo aver ascoltato la S. Messa e aver preso la Comunione, ciascun gruppo si disponeva sul prato (c’era molto spazio sia davanti che dietro la chiesetta ed anche spazi laterali) per consumare la colazione portata da casa. In attesa dell’orario in cui iniziava la discesa della statua benedetta della Madonna verso Solopaca, si ci tratteneva a chiacchierare o a suonare e cantare.
Portata a spalle, La Madonna del Roseto usciva dalla chiesa e si tratteneva per un po’ di tempo nello spiazzo prima dell’inizio della discesa, attorniata da una moltitudine di fedeli provenienti dalle diverse località della Valle Telesina. Durante questa prima sosta venivano “sparati” fuochi pirotecnici (pare offerti dalla comunità di Telese) in grande quantità. Gran parte della montagna veniva coperta dai fumi prodotti dagli spari ed anche quell’odore acre, che in altre occasioni avrebbe procurato soltanto fastidio, in quel posto recava un gran piacere. (Ancora oggi, per impegno e interessamento di Mast’Luigi Lavorgna, vengono raccolte offerte per poter produrre quello spettacolo pirotecnico).
Terminati i fuochi d’artificio e diratatosi il fumo, iniziava la discesa della Madonna che veniva accompagnata da una folla in preghiera e festante con l’intonazione di molti canti mariani. Giunti alle prime case di Solopaca, nel luogo propriamente detto “ ’ncopp‘ ’e ccase”, dopo aver girato l’angolo vicino ‘u palazzo ‘e don Filippo Cusano, la Santa Vergine veniva portata nel portone d’ ‘u palazzo Abbamondi, dove Le veniva cambiato il manto. La Madonna, con il nuovo manto ben preparato, veniva portata, sempre in processione -con i partecipanti che diventavano via via più numerosi- per le strade principali del paese fino a raggiungere “ ‘A chiesa ‘a chiazza ” (La Chiesa dedicata al SS. Corpo di Cristo, sita nella Piazza).
In questa chiesa la Madonna restava fino al primo lunedì di Settembre, quando era riportata nella chiesetta sulla montagna. Il culto verso la Madonna del Roseto è stato sempre molto “sentito” dai telesini. C’è stato sempre grande attaccamento degli abitanti di Telese verso la Santa Vergine del Monte delle Rose che sovrasta Solopaca.
Oltre all’offerta dello spettacolo pirotecnico che continua di anno in anno, ad opera e per interessamento di Arcangelo VOLPE -abitante all’inizio di Via Fontanelle di Contrada Piana del Comune di Telese-, coadiuvato da un “Comitato” appositamente istituito, di cui facevano parte: Domenico CAPASSO, Michele DE LUCIA, Antonio DI MEZZA, Enrico DI MEZZA, Giuseppe DI MEZZA, Alessandro D’ONOFRIO, Pasquale FRANGIOSA, Giuseppe FUSCHINO, Raffaele IACOBUCCI e Antonio PUCELLA, furono organizzati e svolti i festeggiamenti in onore della Madonna del Roseto.
La prima “Festa” si svolse nei giorni di sabato e domenica 3 e 4 Settembre dell’anno 1989 e la “locandina” che ne preannunciava il programma era la seguente:
FESTEGGIAMENTI IN ONORE DELLA MADONNA DEL ROSETO
Contrada Piana di TELESE
Per iniziativa della SEZIONE COLDIRETTI e con la collaborazione dell’AMMINISTRAZIONE COMUNALE, la Comunità Telesina festeggia la prima volta la Madonna del Roseto ed invita tutti alle seguenti manifestazioni religiose e civili:
3 Settembre – ore 9.00: Santa Messa in Contrada Piana, presso abitazione Volpe
ore.18.00: Tiro alla fune – Corsa nei sacchi – Corsa con carriola. Saranno premiati i primi due classificati in ogni gioco
ore 21.00: Gruppo Musicale Nico Martucci e i Menestrelli
4 Settembre ore 21.00: NEW SISMA GROUP con la partecipazione dell’altra voce di CELENTANO
Specialità gastronomiche e la degustazione di vini tipici locali delizieranno i partecipanti Vi saranno anche luminarie e fuochi ‘artificio
IL COMITATO
Fino a tutto l’anno 1994, la celebrazione eucaristica relativa alla “Festa” fu effettuata su di un altarino provvisorio posto davanti all’abitazione di Arcangelo Volpe. Dai Festeggiamenti del 2 e 3 Settembre 1995, invece, la Santa Messa e qualsiasi altra funzione liturgica veniva celebrata in una “Cappella” interamente dedicata alla SS:Madre del Roseto che era costruita su di un appezzamento di proprietà di Arcangelo Volpe, a poca distanza dalla sua abitazione, frutto di incrollabile fede e di totale devozione dell’intero Comitato e di un gruppo di amici di buona volontà.
In quell’anno 1995 la chiesetta non era stata ancora ultimata nelle sue rifiniture ma, per ragioni logistiche, fu comunque utilizzata.
Domenica 19 Maggio 1996 ci fu la benedizione della Chiesetta e della Statua di Maria SS. del Roseto con una sontuosa cerimonia condotta da Mons.Mario PACIELLO, vescovo della Diocesi di Telese-Cerreto S.-S.Agata de Goti., a cui parteciparono, oltre al parroco don Gerardo Piscitelli e a tutti i componenti del “Comitato”, anche il Sindaco di Telese Terme con la Giunta al completo e la maggior parte dei componenti il Consiglio Comunale e le Autorità militari con la illustre presenza del Comandante la Stazione dei Carabinieri e del dirigente il Commissariato di P.S.e ci fu una numerosissima folla di cittadini. Sui volti di Arcangelo Volpe e di tutti gli altri componenti del “Comitato” si leggeva gioia e grande soddisfazione per il prestigioso risultato raggiunto. Il loro impegno e i loro sforzi erano stati coronati da successo!
I Festeggiamenti del 31 Agosto e 1° Settembre 1996, con la bella Chiesetta completamente ultimata e benedetta e con la nuova Statua di Maria SS.del Roseto, realizzata dall’artista Prof. Stefano PRESUTTI, furono annunciati con la seguente locandina:
PIANA DI TELESE TERME (BN) Eccezionali festeggiamenti in onore della MADONNA del ROSETO
31 AGOSTO e 1° SETTEMBRE 1996
La VIII edizione della festa vede finalmente la veneranda e bella MADONNA del ROSETO nella Sua decorosa e definitiva CAPELLA, edificata in Via Sant’Agatella – della contrada Piana di Telese Terme (BN).
La devozione della gente locale e delle zone limitrofe, la FEDE di tutti, la incrollabile volontà di un gruppo di AMICI, il consenso delle Autorità civili, amministrative e religiose sono i “pilastri” portanti di questo piccolo grande TEMPIO, che vuole essere simbolo di FRATELLANZA, di LEGALITA’ e d’AMORE.
La MADONNA del ROSETO, nella sua infinita bontà, sia infallibile guida a tutti sulla via della carità, della giustizia e del bene universale e protegga da ogni male le famiglie della nostra terra.
P R O G R A M M A
Sab.31 AG. ore 18.00: Confessione ella Cappella della Madonna del Roseto;
ore 19.00: S. MESSA ed eventuale comunione;
ore 20.30: Sfilata in costume amolisano dalla Cappella al Palco del GRUPPO FOLK “LA TAKKARATA” che dalle ore 21.00 svolgerà uno SPETTACOLO BALLERINO – CANTERINO.
– durante l’intervallo –per gli amanti del LISCIO- trattenimento con F.GALLO e R.CALABRESE e le loro frenetiche fisarmoniche.
Dom. 1° SETT.ore 9.00: S.MESSA nella Cappella della Madonna del Roseto;
ore 17.00: GIOCHI POPOLARI VARI (N.B. saranno classificati i migliori due concorrenti di ogni gioco)
ore 21.00: SPETTACOLO DELLA CANZONE NAPOLETANAcon il RE della sceneggiata
M A R I O M E R O L A
Aprirà lo Spettacolo la Cantante MENA STAFFER
ore 22.00: Assegnazione PREMI VARI a cura del Comitato
I festeggiamenti a devozione e in onore della Madonna del Roseto continuarono, sempre a cura del “Comitato-Festa” capeggiato da Arcangelo VOLPE, annualmente, fino alla 20^ edizione del 23 e 24 Agosto 2008, che furono propagandati ed annunciati con la locandina seguente:
Telese Terme (Bn) – Contrada Piana 23 – 24 Agosto 2008 (1989 – 2008) XX Edizione
Festeggiamenti in onore di Maria SS. Del Roseto “Troppo grande, troppo bella sei e tanto vali che qual vuol grazia e a Te non ricorre sue desianze non voler senz’ali” Tu sei la Madre di Gesù e sei anche la Madre nostra misericordiosa, accompagnaci nel percorso della vita terrena e proteggici da tutti i mali AMEN!
P R O G R A M M A
SABATO 23 Agosto 2008
ore 17.00 Attivazione Stand Gastronomico
ore 21.00 Il complesso vocale-strumentale “GRUPPO ANNI 60” si esibirà in un programma di scelta musica e canzoni;
ore 22.30 = Partecipazione straordinaria del popolarissimo attore comico – cabarettista della TV
GINO RIVIECCIO
DOMENICA 24 Agosto 2008 Ventennale della Festa
ore 09.00 : S.Messa nella Cappellina della Madonna del Roseto Contrada Piana;
ore 17.00 : Giochi popolari vari;
ore 20.30 : Prestigioso spettacolo della canzone con la grande
Orchestra “FESTA ITALIANA”. Ospite attesissima l’imitatrice più amata
EMANUELA AURELI Con le sue esilaranti “gags comiche” e le sue numerose imitazioni.
ore 24.00 : FUOCHI ARTISTICI concluderanno i festeggiamenti.
Per gli anni seguenti i festeggiamenti, per varie motivazioni, non furono più organizzati e nei primi mesi dell’anno 2011 Arcangelo VOLPE assalito dalla nostalgia e sempre pervaso dalla fede e dalla grandissima devozione per la Madonna del Roseto avrebbe voluto riprendere i festeggiamenti in Contrada”Piana” ma ha dovuto –purtroppo- desistere perché non ha trovato disponibilità di collaborazione da parte dei vecchi componenti il “Comitato-Festa”, né ha potuto riscontrare interesse da parte di altre persone più giovani tra gli abitanti della contrada.
“Per quest’anno è andata così, ma se il Signore me ne darà la forza e la capacità, ci riproverò ancora. Non mi arrendo, speriamo bene!”
Arcangelo Volpe, quindi, è sempre intenzionato a poter riprendere i festeggiamenti che sono stati effettuati per vent’anni di seguito e noi vivamente glielo auguriamo. Speriamo tutti che oltre al Santuario ‘ncopp’ ‘a muntagna, anche la chiesetta di Contrada Piana possa recitare il ruolo di Centro dei festeggiamenti in onore e a devozione della bella Madonna del Roseto.
Prima di chiudere questo mio scritto, ritorno all’amica Enza Zotti per ringraziarla ancora e per esternare a lei e alle sue belle e care figlie Lia, Pina e Francesca, profondi sentimenti di cordoglio e di partecipazione al dolore immenso per la perdita del carissimo Salvatore, anche a nome di mia moglie e delle mie figlie.
Io, che ho avuto diverse occasioni per parlare con Salvatore e di frequentare la sua casa e la sua famiglia, posso affermare, senza ombra di dubbio, che Salvatore era una persona pienamente responsabile del suo ruolo e che operava sempre e comunque nell’interesse esclusivo della moglie, a cui era legato da un amore profondo, e delle figlie per le quali nutriva un affetto incondizionato. Una volta, quando lui era impegnato al controllo dell’ingresso alle Terme telesine, in un momento di minor affluenza, ci scambiammo “due chiacchiere” e ricordo una sua chiara affermazione:
“io spero tanto che le mie figlie trovino una buona sistemazione, pecché accussì, sta bona ‘a mamma e stongo buono pur’io. Angelo, io tengo tre figlie, tu ne tiene doie, se stanno bene ‘e mugliere nostre, che sono grandi amiche e stanno bene le nostre figlie, allora stammo bbuone pure nuje.
– Sta accummincianno ad arrivà ‘a gente, statte bbuono. –Ciao Salvatò”. –
Ringrazio vivamente vivitelese e tutti i suoi cortesissimi collaboratori – e saluto cordialmente.-
Telese Terme,25-Setembre-2011
Il Telesino doc Angelo Leone 1210 letture al 31/12/2012
Vivi Telese è stato per me un incontro con il territorio a cui mi sono sempre sentito legato, Angelo Leone è tra i molti colui che rende poesia i miei ricordi, ancora una volta GRAZIE!