Dalla tutela della natura un'opportunità per i giovanidi Emidio Civitillo. Quest’anno in Campania la caccia alla quaglia non è stata consentita in anticipo, come si è sempre fatto in passato.

La cosiddetta “preapertura” al 1° settembre, ovvero l’anticipo di ben quasi tre settimane dell’apertura della caccia prevista per il 18 settembre, è stata fermata dal TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) di Napoli, che ha accolto un ricorso del WWF Italia, curato dall’avvocato Maurizio Balletta di Benevento, contro quanto stabilito dalla Regione Campania che, nell’approvare il calendario venatorio per la nuova stagione 2011-2012, lo aveva fatto in assenza del ‘piano faunistico’, che dovrebbe regolamentare sulla base di censimenti e studi scientifici, i tempi, i modi e le specie oggetto di caccia.

È appena il caso di ricordare che il “piano faunistico” è basilare, perché contiene quegli elementi essenziali, previsti dalle normative vigenti, indispensabili per la conservazione e la gestione del patrimonio faunistico, che è patrimonio di tutta la collettività e non patrimonio esclusivo dei cacciatori.

È in quest’ottica che il patrimonio faunistico va tutelato anche attraverso forme di effettiva ed efficace vigilanza, che assicuri almeno nelle zone protette (come il Parco Regionale del Matese) una vera lotta al bracconaggio, e ciò è fortemente auspicato dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica.

Un po’ tutti parlano, sia pure con comprensibile discrezione, delle forme più note di “bracconaggio” che interessano il Parco Regionale del Matese e dintorni:

  •  – l’uso, anche assai prima dell’apertura della caccia, di sofisticati richiami acustici per le quaglie (come il fonofilo), e non certo per fini di “ricerca naturalistica”;
  •  – caccia notturna con i fari lungo le strade di montagna;
  •  – caccia diurna con cani da seguita: alla lepre, al cinghiale, al capriolo (da poco immesso);
  •  – ecc..

Si è appreso che in altre regioni d’Italia viene attuata una vigilanza tanto semplice quanto efficace, che si può così riassumere:

un buon numero di giovani, che ricevono un compenso e utilizzati come GAV (Guardie Ambientali Volontarie) nell’ambito di progetti di valorizzazione ambientale e/o di promozione di uno sviluppo ecocompatibile, fanno anche servizio di monitoraggio e, muniti del semplice telefonino, segnalano in tempo reale al loro centro operativo pure eventuali azioni di bracconaggio;

fatta la segnalazione, scatta immediatamente l’azione repressiva da parte degli organi preposti (gurdiacaccia, guardie forestali e forze dell’ordine in genere) per fermare e sanzionare le azioni di bracconaggio;

Il risultato di questo semplice quanto efficace sistema di vigilanza si è rivelato eccellente: il bracconaggio, nelle sue varie forme, è stato cancellato nelle zone in cui è stata attuata tale forma di vigilanza;

dette zone non sono più “terra di nessuno” e la flora e la fauna mostrano “evidentissimi” i segni della tutela. E ciò nell’interesse collettivo, compreso quello dei cacciatori rispettosi della legge.

Andando sul sito www.greenreport.it e digitando la parola chiave GAV, appare l’articolo che segue, del quale, per esigenze di spazio, viene riportata solo la parte iniziale.

Alle GAV il controllo e la vigilanza nel Parco dei Monti Livornesi [ 8 aprile 2011 – 14:15:53 ]

L’Amministrazione Provinciale di Livorno ha avviato un progetto per l’attivazione del servizio di vigilanza e controllo all’interno del Parco dei Monti Livornesi e di altre aree protette del territorio provinciale. Tali attività sono state affidate, tramite un apposita convenzione, alle Guardie Ambientali Volontarie (GAV) coordinate della Provincia, le quali svolgeranno non solo compiti di vigilanza, ma anche interventi legati all’informazione ed educazione ambientale.

È appena il caso di ricordare che la valorizzazione ambientale e la promozione di uno sviluppo ecocompatibile costituiscono, con modica spesa di vigilanza, un beneficio notevolissimo non solo per la natura, ma anche per l’economia locale, perché la natura più è tutelata e più richiama il turismo. Ci vuole veramente poco per realizzare la vigilanza e il controllo di cui innanzi. È – lo ribadiamo – solo questione di … volonta politica!

Settembre 2011 Emidio Civitillo

 

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