di Italo D’Andrea. Privi di idee ed economicamente impossibilitati gli esponenti dell’amministrazione comunale cercano invano di dar prova del loro attivismo e delle loro capacità. Ad oggi però le uniche capacità riscontrate sono state quelle di rendere fallimentare qualsiasi evento da loro organizzato e di rintracciare problemi per cui nessuno si era mai lamentato. I cerretesi non sono certamente famosi per la loro tolleranza e quando registrano un problema, sebbene raramente ne individuino le cause, non esitano a denunciarlo parlandone e riparlandone in ogni dove. Nonostante ciò del problema traffico non ne avevo mai sentito parlare. In questo paese di problemi ce ne sono e come ma di quello della viabilità, fino ad ora, non se n’era mai accorto nessuno. L’unico ad accorgersene è stato il vicesindaco che prontamente si è mobilitato. Ed ecco la strategia: invertire il senso di marcia di Via Michele Ungaro e Via Telesina e la questione è stata risolta. In questa circostanza però sarebbe opportuno sostituire il verbo “accorgersi” con quello di “inventare” e “risolta” con “creata”. Tant’è vero che dopo pochi giorni, ma dopo molti nuovi disagi, è stata organizzata una petizione, per l’immediata abolizione di questa “genialata”, che ha raccolto centinaia e centinaia di firme. Il sindaco non ha aperto bocca sul “nuovo” problema lasciando inascoltata la voce di centinaia di persone totalmente ignorate. Tuttavia rendendosi conto dell’entità del danno procurato ai commercianti di via Telesina, da lunedì 5 settembre hanno ripristinato il vecchio andamento. I motivi per cui era stata adottata questa modifica del traffico urbano sarebbero stati la rivalutazione della parte alta del paese e la possibilità di chiudere il corso principale.
Queste motivazioni non sono per niente condivisibili. La parte alta del paese non viene rivalutata indirizzandoci macchine mentre la chiusura del corso e la seguente creazione di un’isola pedonale è qualcosa di assolutamente inutile che non giova a nessuno rivitalizzare. Nel tratto interessato ci sono poche attività commerciali le quali hanno già la possibilità di piazzare tavolini e quant’altro sui marciapiedi o nella stessa piazza S. Martino che, con oltre 2.000 metri quadrati, ricopre essa stessa la funzione di isola pedonale. Ormai da oltre un mese i cerretesi stavano vivendo un’inutile situazione di scomodità che non fruttando alcunché se non danni, non hanno potuto accettare. Il vicesindaco, principale protagonista del colpo di genio, non potendo schivare tutte le critiche che gli sono piovute addosso ha invitato i cittadini ad utilizzare con minore assiduità i propri mezzi per i piccoli spostamenti urbani, cercando di rispolverare il valore della passeggiata. Ma la passeggiata un libero cittadino non se la fa tutti i giorni sotto il sole o sotto la pioggia e, soprattutto, se la fa quando vuole e desidera lui. Le tradizioni così come le abitudini, giuste o sbagliate che siano, non possono essere imposte e non può essere certamente una modifica del traffico a condizionarle. E come se in un paese dove, da anni, si eleggono solo sindaci incapaci e clientelisti, io negassi ai cittadini il diritto al voto. Per fortuna o purtroppo non è cosi semplice e i risultati, quindi, non possono che essere negativi. Come negativo è stato questo esperimento che non ha prodotto nulla di buono, se non l’intensificazione del traffico cittadino con conseguente aumento dell’inquinamento atmosferico e l’isolamento di piazza Luigi Sodo (quasi irraggiungibile dalla parte alta).
Tuttavia il picco massimo dei disagi non si era ancora raggiunto, ma sarebbe arrivato con l’apertura delle scuole e il coincidente inizio della Sagra dei funghi a Cusano; il che avrebbe causato un caos indescrivibile. Fortunatamente i responsabili di questo obbrobrio hanno fatto un passo indietro prima della scadenza della sperimentazione (prevista per il 1° ottobre) mettendo da parte le loro sconclusionate convinzioni. E’ possibile che Cerreto città di fondazione, la “città pensata”, fu pensata male? Mi chiedo se veramente i cerretesi hanno capito che il senso di marcia va cambiato, ma non nelle strade bensì sul comune che sta andando sempre indietro senza fari e contromano; ma tanto chi rischia di fare un frontale è sempre la nostra Cerreto mica chi chi sta amministrando.
Italo D’Andrea, associazione politico-culturale “Da sempre per Cerreto”