Vivitelesino/a: il prodotto sei tudi Flaviano Di Santo. Ai primi dieci anni di Vivitelese vanno innanzitutto i miei auguri. Nel leggere le varie inserzioni che ripercorrono la nascita di questo sito però, non rinuncio ad una riflessione che va a Tim Berners Lee.

Questo nome non dice molto ma ha il non trascurabile merito di aver messo a punto il protocollo http ed una prima specifica del linguaggio html sulla base dei quali è stato sviluppato il primo browser ipertestuale per il World Wide Web sviluppato all’interno del CERN (centro europeo per la ricerca nucleare) , diffuso poi in tutto il mondo.

In due parole, l’inventore di Internet…niente altro che un sistema di collegamento universale tra computer al fine di condividere informazioni.

L’idea di quest’uomo è stata straordinaria non tanto per gli aspetti tecnici dell’invenzione che in realtà è poca cosa ma per i suoi risvolti etici in quanto, la larga diffusione dei mezzi informatici a basso costo ha consentito per la prima volta in assoluto di poter comunicare a livello planetario, senza gerarchie. Dalle tavole sumeriche alla stampa, forse, Internet è la più grande invenzione di tutti i tempi, una vera rivoluzione di cui Vivitelese è uno dei tanti figli, ma…c’è sempre un ma.

Tim Berners Lee, non ha guadagnato un soldo da tutto questo, è un fautore dell’open source e tutte le grandi idee della storia tese ad ‘orizzontalizzare’ la conoscenza incappano, prima o poi, tra le fauci degli speculatori. Nulla in contrario a chi vende la sua proprietà intellettuale ma i monopoli secondo me, non hanno mai fatto tanto bene e purtroppo, da Bill Gates ai due sbarbatelli di Stanford Larry e Sergey, che per il fastidio di aver messo a punto google, si sono ritrovati (appena!) un centinaio di miliardi di dollari sul conto, il rischio controrivoluzionario di gerarchizzare la rete esiste.

E’ un dato di fatto ormai che ognuno di noi, attraverso i normali gesti quotidiani viene analizzato, schedato, tracciato. Dal semplice cellulare ai movimenti bancari, autostradali, la dilagante diffusione delle camere di sorveglianza cittadine, non è più riservato nemmeno un attacco di diarrea. Internet, si sta adeguando chiamandoli ‘profili’ ed in poche parole, senza accorgercene, sta perdendo lo spirito liberale del suo inventore e somiglia sempre più ad una speciale business-machines capace non solo di affinare la conoscenza dell’utente per inserirlo in una speciale gerarchia ma va da se che controllare aziende come google e facebook su cui transita il 95% delle nostre navigazioni, è qualcosa di moolto potente.

Le classificazioni di siti spazzatura, di cui si è già precedentemente parlato, non è in fondo il peggiore dei mali, come non lo è nemmeno rimanere degli eterni Peter Pan perché il prezzo da pagare non è semplicemente la pubblicità di Eurogronde o Corte Normanna ma di finire come dei ‘pollastri’ nelle mani dei magnate dell’economia mondiale… alla faccia di Tim Berners Lee.

 

Per chi vuole saperne di +… http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-47f24a67-0008-4a89-a6b3-ddab3eff9d5e.html

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