
di Angelo Leone. Da “vecchio” telesino doc ho molto apprezzato l’articolo inviato dal dr. Antonio Lepore – per conto del nonno Ubaldo Cusani – e condivido pienamente quanto in esso riportato relativamente alla mitica figura di Vincenzo Vallone (1866-1950) e ai suoi amici Amilcare Di Mezza (rammentiamo che a questi è intestata la Scuola Elementare della nostra cittadina), Marco Di Mezza, all’avvocato Luigi Riccardi e ad Ettore Marcarelli (a cui è intestata la Scuola Materna). Quest’ultimo è il maestro che anch’io ricordo vivamente: di altezza un po’ superiore alla media di quei tempi, insegnava alla scuola elementare e -accostata alla sua sedia posta dietro la cattedra- aveva sempre, a portata di mano, un lungo bastoncino di bambù (alcune volte anche ricavato da un ramo di salice) con cui menava staffilate alle gambe degli alunni che si dimostravano più svogliati ed indisciplinati.
All’epoca il “Direttore” didattico proveniva, in modo abbastanza sporadico, dal Provveditorato di Benevento e il maestro Marcarelli fungeva da “Fiduciario”, in rappresentanza di detto “Direttore”. Dopo Ettore Marcarelli, il “Fiduciario” fu il maestro Cuono Selvaggio. Discorrendo di Scuola elementare, però, mi piace ribadire un concetto all’epoca molto diffuso nell’immaginario collettivo: “c’erano molti bravi maestri e brave maestre ma, fra tutti, erano “famosi” per la loro serietà e per il loro modo di saper ben insegnare il “Maestro Ubaldo” (Ubaldo Cusani) e la “Maestra Scaringi” (Scaringi Sparano Teodolinda)”.
Ho molto apprezzato anche il testo scritto da Flaviano Di Santo e condivido quanto riportato in merito al Cavalier Achille Jacobelli, proveniente da San Lupo. Sempre con riferimento agli “uomini” che hanno dato il loro validissimo apporto per la crescita continua e ben qualificata di Telese non si ci deve dimenticare della Famiglia Minieri, con Alfredo Minieri prima e, successivamente, dell’Avv.Eduardo e di Don Guido che, oltre alla gestione delle “Terme”, curavano l’arredo del sempre bellissimo Viale che congiunge la stazione ferroviaria allo stabilimento termale. Tra gli “uomini” che hanno contribuito a tenere sempre alto il nome della nostra cittadina e a renderla “prima” nella Valle ed anche oltre, non vanno dimenticati “Donn’Americo Zotti” e “Mastro Giuvanno ‘e Giesucristo” (Giovanni Cusano); il primo su Via Roma e l’altro nmmiez’ all’Acquafetente, avevano le loro officine da meccanici, attrezzate con tornio, fossa (per ispezionare le macchine al di sotto della scocca e dei pneumatici), forge (erano dei trabiccoli su cui si accendeva il carbone che, con una ventola girata a mano, raggiungeva temperature altissime, atte a rendere incandescenti pezzi di ferro che potevano, così, essere forgiati secondo la forma adatta al loro impiego) e tutta una serie di arnesi occorrenti allo smontaggio, alla riparazione e al rimontaggio di interi motori e di parti della carrozzeria ed anche alla riparazione dei rivestimenti interni. Allora esisteva soltanto il “mastro meccanico” che era motorista, lattoniere, carrozziere, gommista, elettrauto ecc.
Nelle officine di Donn’Americo Zotti e di Mastro Giuvanno ‘e Giesucristo arrivavano moto ed auto da tutti i paesi della Valle Telesina e qualche volta anche da Benevento. Voglio evidenziare che Giovanni Cusano iniziò a lavorare nella sua officina, prima dell’avvento delle automobili, infatti è stata trovata una carta “intestata” su cui è riportato, a stampa, quanto segue: Cusano Giovanni TELESE (Benevento) Via Carlo Marcarelli Emporio ciclistico Costruzione e Deposito Vendita di Velocipedi Grande assortimento di accessori ed articoli di gomma . E’ da precisare che Via Carlo Marcarelli dell’epoca corrisponde all’attuale Via Cristoforo Colombo e che l’Emporio di cui trattasi era effettivamente posto su quella che attualmente è Via Garibaldi, che precedentemente era Via Grassano e che ancora prima era detta “’A Via Vecchia” quella via cioè che collegava, quasi in aperta campagna, Via Roma, all’altezza del bar dopolavoro ‘e Cleonice (che era sito nel locale ove attualmente è l’Agenzia di viaggi Listur ) con il Rione “Acquafetente”. Era una via con molti fossi che, in caso di pioggia,diventava impraticabile per la presenza di numerosissime ed estese pozzanghere e per un lungo tratto aveva ai lati siepi di sambuchi che, molte volte, diventavano veri e propri orinatoi. L’Emporio di Giuvanno ‘e Giesucristo si trovava in effetti sulla Via Vecchia, quasi allo sbocco su Via Carlo Marcarelli che, anche se non asfaltata, era una strada pavimentata con pietrame calcareo ben assestato. Non vanno altresì dimenticati l’Ingegnere Ferrigni Ferdinando e l’Ingegnere Luigi Fasano e l’Avvocato Salvatore Carlo che erano famosi professionisti non solo di Telese, ma dell’intera Valle Telesina. Dell’Ing. Ferrigni si ricorda la proverbiale distrazione e mi piace ricordare di quella volta che dalla sua abitazione in Via Verdi (al lato dell’ Edificio delle Scuole Elementari) si recò alla Banca Sannitica che allora era nell’edificio attualmente occupato dalla Banca Popolare di Ancona (di fronte alla Casa Municipale) e, mentre era in attesa del suo turno per avvicinarsi allo sportello bancario, notò che tutti i presenti lo guardavano con espressione di meraviglia e su tutti i volti aleggiava un sorriso divertito. Incuriosito, chiese ad una persona che gli era accanto se fosse accaduto qualcosa di insolito o se si fosse verificata, a sua insaputa, qualche scenetta comica. La persona, con aria imbarazzata ma comunque divertita, con movimento degli occhi e con cenni, lo invitò a guardarsi e vedere gli indumenti che indossava. A questo punto l’ingegnere si accorse di indossare ancora il pigiama che aveva usato durante la notte e che era uscito di casa infilando semplicemente una giacca su quella del pigiama. Girò lo sguardo tutt’intorno e mormorò, per nulla imbarazzato: “Eh, la fretta … la fretta … ” Il tutto si concluse con una grande risata generale a cui parteciparono anche gli impiegati bancari che, col consenso dei presenti, invitarono l’ingegnere ad effettuare la sua operazione allo sportello. Espletata l’operazione, l’Ing,Ferrigni rientrò alla sua abitazione sempre con lo strano abbigliamento ed anche con espressione divertita, ricordando la “scena” che aveva involontariamente provocato.
E’ simpatico e doveroso ricordare gli uomini che hanno “fatto” la storia di Telese e sarebbe opportuno parlare anche di chi ha “disfatto” la storia della nostra cittadina, ma questi non dobbiamo ricordarli a nessuno, tanto li conosciamo tutti. Di “uomini” che hanno reso famosa Telese, chi in un verso-chi nell’altro, ne parleremo la prossima volta, perché certamente meritano di essere ricordati.
Il Telesino doc Angelo Leone 1566 letture al 31/12/2012