di Giovanni Pio Marenna. ( associazione politico-culturale “Da Sempre per Cerreto”) . Ricordate la canzone Money dei Pink Floyd? Tra le altre cose, si invocava affinché se ne andassero via. A rileggerla oggi, riportandola in salsa cerretese, sembrava quasi un presentimento. Perché ad andare se ne sono andati veramente, volatilizzati, teletrasportati altrove. Quelli di chi, avendone diritto per legge (leggi alla voce “reddito di cittadinanza”), ne ha denunciato la tragica scomparsa, quelli di chi li sta vedendo col binocolo (alcuni lavoratori della 328 che non percepiscono lo stipendio da mesi) e quelli dei dipendenti comunali che, da qualche giorno, stanno affrontando il disagio di non riscuotere lo stipendio a loro dovuto. Nel primo caso si tratta di tre persone di Faicchio che, pur avendo presentato la domanda nei tempi previsti ed essendo stato accertato il loro diritto a percepire il reddito di cittadinanza (per un totale di 1.348 euro ciascuno), non hanno mai visto il becco di un quattrino sia nel 2005, sia nel 2006. Moltiplicando 1.348 euro per le tre persone che avrebbero dovuto riceverlo e che hanno denunciato di non averli mai ricevuti, la somma totale che esce è di 4.044 euro. Puff! Spariti nel nulla. Ora, che la responsabilità sia del comune di Cerreto, del comune dove queste persone risiedono o della Regione Campania lo stabilirà il giudice. Un fatto è certo. A Cerreto, in quanto comune capofila dell’Ambito Sociale B3 che doveva poi provvedere a distribuirli a 1.097 aventi diritto, sarebbero arrivati per il reddito di cittadinanza 739.200 euro per ciascuno dei due anni in questione. Il ragionamento che ne consegue è dei più semplici. Se questi soldi sono arrivati, come mai le tre persone in questione (sperando non ne siano di più) non li hanno percepiti? Che fine hanno fatto? Perché, se queste tre persone ne avevano diritto, non li hanno avuti? Una spiegazione potrebbe darla l’assessore alle Politiche Sociali dell’epoca. E non dobbiamo andare neanche troppo lontano per trovarlo perché si tratta….dell’attuale sindaco. I numeri sono freddi, ma precisi. Le cifre nude, ma spietate. Non lasciano scampo. E quando c’è qualcosa di poco chiaro i numeri inchiodano alle proprie responsabilità chi ha sbagliato, chi ha commesso illegalità.
Gli altri due casi citati dove i soldi si sono magicamente dissolti per opera dello Spirito Santo, e cioè sia quello dei lavoratori della cooperativa “La Meridiana” (che non ricevono lo stipendio da un annetto) sia quello dei dipendenti comunali che non hanno ancora preso l’ultimo di giugno, non possono spiegarsi semplicemente col fatto che la Regione Campania non sta versando al comune di Cerreto le quote dei mutui che sono a suo carico. Sarà senz’altro anch’essa una causa, ma è l’ultima in ordine cronologico. Invece pare stia diventando l’alibi perfetto di chi ha causato questo disastro, di chi ha prodotto sprechi scellerati in passato, di chi ha aperto mutui che poi si sono rivelati inutili, di chi ha scialacquato ed ora vorrebbe ritagliarsi la parte dell’alieno sceso da Marte. Favolette fantascientifiche. Le prime conseguenze del collasso delle casse comunali le stanno pagando i lavoratori. E, quando tutto questo accadeva, chi oggi siede al ponte di comando non era un estraneo che passava di là per caso, ma ricopriva il ruolo di vice-sindaco prima e di sindaco poi. Non solo non ha mosso un dito per evitare il tracollo, ma di questo teatrino dell’assurdo è stato coprotagonista prima e primadonna poi.
Tra soldi che mancano e soldi che non arrivano, i conti non tornano. E si ha il serio timore che, quando verranno messi dinanzi allo specchio, saranno anche piuttosto salati. E mica li pagherà chi ha sbagliato? Magari si pagasse alla romana! No, qui purtroppo il conto, lo sborseremo tutti noi. E qualcuno ha già iniziato a viverlo sulla propria pelle.
Giovanni Pio Marenna, associazione politico-culturale “Da Sempre per Cerreto”