di Giovanni Pio Marenna. (associazione politico-culturale “Da sempre per Cerreto”) L’inserimento del complesso monumentale di Santa Sofia di Benevento nel patrimonio dell’umanità innescherà un reale e sicuro effetto-Unesco che darà, inizialmente, una boccata d’ossigeno e, poi, aria a secchiate. Da una primissima stima della stessa Unesco, infatti, i flussi turistici aumenteranno del 30% (sia provenienti dal resto d’Italia, sia provenienti da altri Paesi). Ciò non toglie che la percentuale sia destinata ad aumentare, nonché significa, se ci si muove in modo adeguato, una maggiore valorizzazione e tutela del patrimonio culturale e naturale, un incremento delle entrate ed un aumento dell’occupazione. Un turismo “spinto” e sostenuto dall’Unesco indica la garanzia di un vivace turismo di qualità. Ed il 30% in più di turisti di qualità non è soltanto un’opportunità per Benevento, ma è vitale per l’intero Sannio.
Come si pone di fronte a ciò il comune di Cerreto Sannita? Come pensa di muoversi l’assessore al Turismo per cercare di incanalare il tutto in questa direzione, che è già entrata in circolo dal momento del riconoscimento dell’Unesco? Quali provvedimenti pensa di adottare per cercare di intercettare quel 30% o gran parte di esso? La promozione attraverso i canali tradizionali va bene, ma non basta. Stipulare un protocollo d’intesa con il comune di Benevento per creare un pacchetto turistico che comprenda anche Cerreto potrebbe essere un’ottima base di partenza. Stiamo parlando del 30% in più del turismo di qualità nel Sannio e non di noccioline, pizza e fichi, cambiali, contentini, cene a porte chiuse, ipocrisie, menzogne, chiacchiere, trucchi da illusionista, favolette e fumo. Insomma non stiamo parlando del gioco di specchi che il sindaco Santagata ci ha propinato in tutte le salse nei suoi 2 precedenti anni di amministrazione.
Sarebbe una concreta occasione di crescita e di sviluppo per il nostro territorio che non possiamo e non dobbiamo lasciarci sfuggire. Il riconoscimento dell’Unesco, inserendo Benevento in un autorevole circuito internazionale, ha immesso di conseguenza in questa rete tutto il Sannio. Non perdiamo anche quest’ennesimo treno. Tanto più che Cerreto è, per quegli smemorati che l’hanno rimosso, bandiera arancione (cioè il marchio di qualità turistico ambientale del Touring Club, in netto contrasto con la dannosa idea che ancora circola di voler installare i pali eolici). Particolare non di poco conto, che faciliterebbe maggiormente il compito degli amministratori. Per togliere finalmente le flebo al nostro paese sofferente basterebbe una cura consistente anzitutto in una ferrea volontà politica tradotta in un’eccellente strategia programmatica. Certo che, in verità, le premesse per ciò sono ben poco incoraggianti. Basti pensare, infatti, che di fronte alla prima urgente e spinosa questione del mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali, il disegno strategico per rimediare al problema si sta mostrando abbastanza inesistente e, se è esiste, è nascosto molto bene. Quest’amministrazione, infatti, ancora non ha reso nota una soluzione. Non vorremmo pensare che, tra un ritocco al traffico ed una letterina alle Poste, ci si sia dimenticati di una questione molto più prioritaria che i dipendenti comunali stanno vivendo sulla propria pelle, prima vera conseguenza del collasso delle casse comunali. Il disinteresse e la latitanza sarebbero ingiustificabili. Maggiormente inaccettabile se ad essere indifferente fosse proprio chi questa situazione l’ha creata con la sua negligenza e contribuito ad allargare lo strappo con la sua inefficienza.
Giovanni Pio Marenna, associazione politico-culturale “Da sempre per Cerreto”