Lo cunto de la Gatta Cenerentoladi Raffaella Vitelli. Dopo l’esordio del 3 giugno con la Compagnia Mayor Von Frinzius di Livorno che ha letteralmente spiazzato il pubblico beneventano con una performance di forte impatto emotivo: circa 50 ragazzi hanno ballato, cantato e ballato per circa due ore rappresentando la loro diversità o disabilità con naturalezza e poesia, senza nessuna retorica.

 

Domani sera al teatro Comunale di Benevento continua la rassegna della diversità con la prima messa in scena dello spettacolo della compagnia Instabile, formata da pazienti e operatori della salute mentale dell’UOCSM di Puglianello e del DSM di Benevento; un lavoro di 7 mesi per costruire un’opera straordinaria che è musica, teatro, danza e innovazione, partendo dai testi di Basile e dal grande De Simone. Gli arrangiamenti musicali sono frutto del musico terapista e musicista Bruno Capuano e la regia è ancora una volta curata da Antonello Santagata, che è anche direttore artistico della rassegna in corso: Tutti pazzi x il teatro. Lo spettacolo di domani verrà replicato il 18 giugno al Teatro Romano di Benevento e il 30 giugno alle Terme Iacobelli di Telese Terme; gli inviti per tutte le serate della rassegna sono ancora disponibili e gratuiti.

 

Lo cunto de la Gatta Cenerentola

Lo cunto de la Gatta Cenerentola: favola in musica in due atti ampiamente tratta da la Gatta Cenerentola di Roberto de Simone e con alcuni spunti da Lo cunto de li cunti di Giovan Battista Basile. Sia Perrault che i Grimm, sia lo stesso De Simone, attingono tutti al “Trattenimento sesto de la jornata prima” del Pentamerone di Basile.

La storia è quella di Zezolla-Gatta Cenerentola che “ lo destino l’aveva posta a la cocina ma che pe vertude de le fate se guadagna no re pe marito”. Una Cenerentola strana,molto diversa dalla povera oppressa che conosciamo. Una Cenerentola che, in combutta con la nota matrigna della favola, addirittura uccide una prima matrigna, pagando poi le conseguenze del suo gesto criminale, divenendo vittima della sua stessa cattiveria e di quella della sua sodale che privilegia sfacciatamente le sue sei sorellastre. Una Cenerentola “doppia”: buona e cattiva. Come quella certa doppiezza che alberga in ognuno di noi. E proprio la “doppiezza” il tema che viene ripreso qua e là con alcune citazioni da cogliere all’interno dello spettacolo: la canzone della Villanella di Cenerentola cantata come in un sogno da un altro personaggio. La Canzone dei Sette Mariti che viene cantata da due personaggi allo specchio. Gli attori maschi travestiti da donne. Il gustoso monologo della Capera sull’uomo che ruba una testa e “ va cammenanno cu doie cape”. Le due orchestre, infine, di circa trenta elementi: una classica di fiati e archi, una moderna e ritmica. Un’attenzione particolare va posta proprio su queste due orchestre che devono suonare insieme, devono fondersi per accompagnare i brani musicali. Insomma devono integrarsi e così fanno! Integrazione, infatti, è il termine chiave, perché fine ultimo del progetto. ..La riduzione e le modifiche che ho apportato (A.S.) al testo di De Simone sono state fatte per adattarlo alle nostre esigenze. Esigenze di una “compagnia teatrale amatoriale integrata” formata da circa 100 persone quasi equamente divise tra pazienti,operatori sanitari ed esterni. Nell’ adattamento sono stati lasciati inalterati, ovviamente, i famosi brani musicali e le scene più note che sono ormai patrimonio della cultura napoletana e nazionale. Non si potevano modificare o eliminare personaggi come il coro del rosario, il monacello, le lavandaie con la famosa scena delle ingiurie, la zingara, i cuccuruccu. Ma ci sono anche personaggi, scene e canzoni nuove: la capera che si presenta cantando “tengo e’ recchie dint’e mure”; la scena e la Canzone delle Janare, evidente riferimento alla cultura beneventana con rimandi a Bellezza Orsini (la più nota strega sannita) o a S. Barbato vescovo che fece ardere il noce del sabba; il sogno della lavandaia a palazzo reale realizzato da un gruppo di “tammorre” che irrompono in scena; ancora il soldato poliglotta, retaggio delle varie dominazioni straniere subite dalle nostre terre; il nobile spagnolo galante ed insidiante ed infine lo stesso Basile che appare in scena alla fine per ricordare, nel suo napoletano seicentesco che “pazzo è chi contrasta co le stelle”. I costumi, particolarmente quelli dei Cuccuruccu,( ispirati come quelli di Odette Nicoletti, alle incisioni di Callot dei Balli di Sfessania) sono barocchi ma rivisitati e reinventati; le partiture musicali anche quelle arrangiate sono state curate dal maestro Massimo D’Orsi; la scenografia, originale e un po’ onirica di Salvatore Troiano; ed infine, i cori e i canti riletti da Bruno Capuano, in modo emozionante contribuiscono a far immergere gli spettatori, per circa due ore, in una atmosfera fiabesca sospesa nel tempo.

La produzione è inserita nell’ambito del progetto “Tutti pazzi x il teatro: rassegna teatro della diversità”. Il progetto è sostenuto dall’ASL BN in collaborazione con Comune di Benevento, l’assessorato alla cultura e l’assessorato alle politiche sociali della Provincia di Benevento, il Comune di Puglianello, il Comune di Telese Terme, la Fondazione Benevento Città Spettacolo, la Rete sociale Onlus, la Cooperativa La Fabbrica dei Sogni, la Cooperativa Oltre Le Mura, Lyons e infine il Convitto Nazionale Pietro Giannone e l’Istituto Vetrone.

 

LA COMPAGNIA INSTABILE

REGIA E TESTI ANTONELLO SANTAGATA

MUSICHE E CORO BRUNO CAPUANO

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