
di Aldo Maturo. Quando sono partito da Telese 37 anni fa ho messo nella valigia le cose a me più care e tra queste un album con le recensioni stampa delle cose che avevo vissuto in quegli anni. Mi è capitato spesso di andare a rispolverarlo specialmente quando ho visto su questo sito interventi, foto e video che denunziano una situazione di degrado cittadino.
Bene, a distanza di tanto tempo molti problemi sono gli stessi e, per il lago, non solo sono rimasti invariati ma sono peggiorati.
Non so quante amministrazioni si sono succedute in questi anni ma devo ritenere che il Palazzo abbia ospitato schieramenti e coalizioni bianche, rosse o incolori alternatesi ad ogni scadenza o riconfermate se hanno dimostrato di aver ben lavorato. Uomini nuovi che hanno sostituito figure storiche destinati a diventare essi stessi figure storiche per essere travolti da uomini nuovi in un processo dialettico che esprime le caratteristiche della nostra democrazia. In questa altalena di uomini una cosa è rimasta invariata: la puntuale denunzia sul degrado di Telese, come se il passaggio dal ruolo di amministratori a quello di oppositori assolvesse ex nunc qualunque peccato pregresso.
In questi ultimi dieci anni sono stato a Telese solo per visite fugaci ma questo non mi ha precluso la possibilità di vedere cose che la mia mente ha memorizzato negativamente e che ho ritenuto di sottoporre all’attenzione del lettore (Un paese violentato). Credo però che non sia costruttivo per nessuno partecipare al giuoco delle apparenze continuando a portare la macchina fotografica o la telecamera negli angoli pieni di rovi o di sacchi della spazzatura.
Se si va a ritroso cronologicamente su questo stesso sito si possono trovare analoghe segnalazioni proposte non solo da lettori indignati ma forse anche da quelle più strumentali di chi, alla data della denunzia, era di certo poco vicino all’amministratore di turno.
Gestire la cosa pubblica è un problema maledettamente serio. Capacità professionale, competenza, impegno e prestigio sono i presupposti minimi indispensabili ma sono tutti puntualmente vanificati se non si può contare su un solido bilancio, su una opposizione costruttiva e intellettualmente onesta, sulla collaborazione di chi è destinatario dell’azione amministrativa, utente, cliente o cittadino che sia.
Non so quale sia il bilancio del Comune di Telese e quale quota sia destinata al verde pubblico o alla nettezza urbana. Probabilmente ha come tutti una coperta troppo corta.
Anche nella mia città il verde pubblico è più curato al centro che in periferia ma questo lo sappiamo e lo comprendiamo. Chiediamo solo che per problemi di decoro il Comune se ne ricordi almeno un paio di volte all’anno per evitare la crescita di boschi incolti. Di certo però la cultura della munnezza è diversa e nessuno qui si sognerebbe di buttare i sacchetti della spazzatura per strada e se lo facessimo di certo non potremmo chiamare in causa il Comune.
Le segnalazioni sui disservizi sono opportune e doverose ma non credo possono essere l’indice di una totale inefficienza specialmente se ricavate da certi contesti.
Credo più fondatamente che l’inefficienza politico amministrativa si giudichi dalla mancanza di un programma compatibile con le risorse finanziarie disponibili o dall’incapacità di realizzarlo se si hanno uomini e mezzi. Inefficienza è non prospettare a una cittadinanza, con i mezzi di comunicazione disponibili, quali e quanti problematiche si stanno affrontando, con quale ordine e quale priorità, inefficienza è restare inerti a fronte dei problemi urbanistici che attanagliano un paese. Inefficienza – nel caso di Telese – è consentire che il Lago non trovi la valorizzazione che merita da sempre ed incoscienza è averlo reso strada di scorrimento per Solopaca invece che preservarlo a qualunque tipo di traffico.
Parlo di questi problemi con la massima serenità senza puntare il dito su nessuno non avendone alcun titolo se non l’affetto che mi lega a questo paese. Sono temi che in questa piccola comunità si tramandano da anni come il testimone di una staffetta senza tempo. La loro risoluzione sarebbe vitale per Telese,ma andrebbero affrontati in un’aula consiliare, in maniera costruttiva, un occhio alle idee ed uno al portafoglio. Utopisticamente tutti insieme o, se necessario, tutti a casa.
Aldo Maturo 1282 letture al 31/12/2012
Trovo che le osservazioni e discussioni più interessanti, almeno su Vivitelese, pervengono generalmente proprio da chi non vive a Telese ma a cui è legato per qualche ragione con sentimenti genuini. E’la lucidità di analisi dell’osservatore attento a cui non è necessario vivere all’interno dei problemi per avere una visione sufficientemente chiara dei fatti.
In merito ai temi sollevati da Aldo, gli internauti locali troppo spesso hanno affidato il loro messaggio di disappunto all’interno di uno scatto fotografico per passare in appena sei mesi all’eloquente foto-istogramma del recente sondaggio di Vivitelese. Cos’altro aggiungere?
Tutti insieme o tutti a casa è un concetto forte e rivoluzionario, non tanto per la premessa di cui un insieme c’è, ed è anche forte nei numeri ma per l’onestà di assumersi quel senso di responsabilità su cui si è spesa con troppa semplicità un: eccheccivuole?.
Proprio per il fatto che un insieme c’è, e con essa un senso di diffusa delusione ad aspettative enunciate con estrema chiarezza, sottolineerei ancora una volta che i numeri contano, ma, meno della potenza delle idee che diventano sostanza partendo da un programma vero, non parole.
In qualsiasi processo umano, introdurre negatività non ha mai portato lontano e la saccenza è senza dubbio la migliore alleata per indebolire qualsiasi processo. L’umiltà e l’onestà di riconoscere responsabilità comuni, è l’unica grande forza che unisce e produce più di un voto e di contro, indebolirebbe quel processo di diffusione dell’odio e della colpa imploso fragorosamente su se stesso.