di Flaviano Di Santo. Parlare di nucleare è sempre complicato perché nessuno lo sceglierebbe se si disponesse di sorgenti alternative con pari vantaggio economico per decarbonizzare la produzione di energia globale. Sembra addirittura un paradosso ma l’uso del nucleare è concepito principalmente per scopi ambientali e ,secondariamente, economici. Lo affermano tutti gli enti di ricerca mondiali e chi contrasta queste tesi dovrebbe supportarlo con adeguate basi scientifiche. E’ diverso e rispettabile invece, essere contrari al nucleare senza doverlo necessariamente spiegare perché è una libertà inviolabile della nostra Costituzione , benché si abbia la coerenza e la consapevolezza della propria scelta.
I referendari che ha consentito di rinunciare alla produzione integrata di centrali nucleari in Italia hanno comportato una serie di costi sociali che si sono riversati, sull’intera collettività.
Mantenere in sicurezza le centrali dismesse ed il maggior costo per incentivare le fonti rinnovabili hanno fatto lievitare la bolletta elettrica in Italia di circa il 60% rispetto ai cugini francesi o tedeschi.
Ovviamente, il nostro modo d’intendere la democrazia si materializza distribuendo a tutti il maggior costo e può liberamente utilizzare energia elettrica da nucleare d’importazione anche chi aborrisce questa produzione.
Nella completa incoerenza, abbiamo semplicemente trovato il sistema di duplicarci la bolletta senza ridurci minimamente il rischio di essere travolti da una catastrofe in un paese confinante. Furbissimi!
Senza entrare nei meriti delle rispettabili scelte personali, sarebbe giusto e coerente se chi esprime una scelta antinucleare si faccia carico di tutti i costi derivanti per il mantenimento delle centrali dismesse e degli incentivi alle rinnovabili rinunciando ai vantaggi economici dell’energia d’importazione da nucleare. L’ipocrisia è gratis ma la coerenza…ha i suoi costi,e, sarà difficile che qualcuno si faccia avanti!