Impianti produttivi a Puglianello: distinguiamo caso per casodi Nicola Franco. ( Comitato di Puglianello per la difesa del territorio) E’ da qualche settimana che le cronache dei giornali ed i siti specializzati dedicano ampi spazi di commento a varie ipotesi di progetti di attività produttive da insediare sul territorio di Puglianello tra le quali, di maggiore interesse, uno stabilimento per il “recupero e la valorizzazione di rifiuti speciali”.

L’argomento è, indubbiamente, di quelli delicati se non altro perché la parola “rifiuti speciali” rievoca ricordi ancora molto vivi legati al famoso progetto del termovalorizzatore di San Salvatore Telesino che per qualche anno ha tormentato la serenità della popolazione locale, sebbene l’epilogo sia stato positivo. Ne è prova evidente il susseguirsi di scambi di battute e polemiche forti che in queste ultime settimane si sono alternate sull’argomento ma nelle quali non è nostra intenzione entrare.

Pur tuttavia il Comitato di Puglianello ricostituitosi in data 7 febbraio u.s. per “la tutela ambientale e il sostegno allo sviluppo e l’insediamento di attività industriali compatibili con l’ambiente e il tessuto socio economico del territorio di Puglianello” in occasione di questa nuova ipotesi progettuale, ritiene di dover chiarire qualche concetto sulla questione al fine di dare un’informazione più corretta possibile ai cittadini ed evitare eccessivi allarmismi o sottovalutazioni del problema.

Ciò che al momento è dato sapere è che vi è stata una manifestazione di interesse inoltrata al Comune di Puglianello dalla R.M.B. spa, società della provincia di Brescia che da circa 30 anni opera nel settore del recupero e dello smaltimento di rifiuti speciali. A seguito di essa l’amministrazione comunale ha sottoposto alla minoranza politica una “lettera d’intenti” con la quale viene avviato un tentativo di percorso condiviso per il rilascio di una eventuale autorizzazione finalizzata alla realizzazione di un impianto di recupero da rifiuti. Quale sia la natura del rifiuto da avviare a recupero è, al momento, ancora un fatto ignoto.

Allo stato delle cose, dunque, non è ancora possibile eseguire una valutazione approfondita e adeguata circa il merito del progetto ed i possibili rischi, né è possibile effettuare una dettagliata analisi dei costi e dei benefici legati all’eventuale realizzazione. È utile e doveroso, pertanto, attendere il dettaglio tecnico del progetto, il piano industriale, la tecnologia utilizzata, il sistema di stoccaggio e la valutazione di tecnici del settore prima di poter esprimere un giudizio pro o contro la realizzazione di un impianto del genere.

Sino ad allora non ce la sentiamo di emettere sentenze.

Ciò che ci sentiamo di dire al momento è che, in linea generale, il trattamento dei rifiuti speciali non è proprio quello che sarebbe auspicabile per un territorio come il nostro, la cui cultura, la cui storia e la cui economia sono troppo distanti da quella proposta, troppo preziose, uniche ed irripetibili per essere messe a rischio da qualcosa che non ci appartiene e mai ci apparterrà.

Tuttavia se la proposta viene supportata dall’Amministrazione Comunale è perché, almeno nelle intenzioni, si vogliono perseguire obiettivi che vanno nella direzione del bene comune e dello sviluppo socio-economico del territorio sui quali il Comitato di Puglianello intende confrontarsi costruttivamente con l’Amministrazione senza pregiudizi né servilismi.

Attenderemo il dettaglio della proposta e responsabilmente diremo la nostra.

Riguardo, invece, la prospettata soluzione dell’impianto a biogas per far fronte al problema dello spandimento dei liquami zootecnici sul territorio pugliatino, di cui si è fatto cenno in qualche articolo in queste settimane, crediamo che questa sia una delle soluzioni più auspicabili in assoluto, sia perché lo smaltimento di tali sostanze si fonda unicamente su un processo di decomposizione naturale che a seguito di fermentazione produce biogas utile per vari usi, ma soprattutto perché questo rappresenterebbe un impianto perfettamente integrato nel contesto socio economico in cui viviamo dove il settore zootecnico è ancora dominante e pertanto sarebbe assolutamente adeguato alle necessità delle attività agricole presenti sul territorio. Se l’amministrazione comunale si facesse promotrice e paladina di un’iniziativa di tal genere non potremmo che esprimere il nostro compiacimento ed il nostro sostegno convinto alla sua realizzazione.

Data la delicatezza della questione e l’importanza dei diritti coinvolti crediamo sia legittimo dire la nostra opinione quando i progetti in embrione saranno ufficializzati. Intendiamo dare il nostro contributo alle decisioni senza dover necessariamente risultare “di parte” o in “mala fede” e senza dover essere strumentali a chissà quale intrigo politico. Il Comitato vuole esprimere le proprie valutazioni in piena e totale libertà, fuori da ogni linea di partito politico, senza fare sconti a chicchessia e senza alcuna remora o sudditanza psicologica. Esso è pronto a sostenere le ipotesi progettuali utili e condivise dai cittadini della Valle Telesina che servano ad uno “sviluppo sostenibile” ed integrato nel contesto del territorio; ma è pronto anche a ostacolare ed impedire tutte le iniziative che dovessero rappresentare un pericolo per le popolazioni locali.

Sarà nostra cura dare una valutazione serena sui progetti avanzati distinguendo caso per caso, proposta per proposta, con il giusto spirito critico ma anche con la mente scevra da condizionamenti o pressioni, avendo come obiettivo ultimo la tutela e l’interesse supremo del territorio e della salute di tutti.

 

Puglianello 3 aprile 2011

Il comitato di Puglianello per la difesa del territorio

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2 Commenti

  1. Non sembra un pó strano che a vari mesi “dalla lettera di intenti”, citata anche su questo sito, siamo ancora ad una frase del tipo “Quale sia la natura del rifiuto da avviare a recupero è, al momento, ancora un fatto ignoto.” ?
    Perchè ancora mancano queste informazioni al comitato locale e perchè il sindaco ritiene questa iniziativa virtuosa prima ancora di sapere di che rifiuti si parli ? Perchè non lo condivide, e non lo ha condiviso fin dall’inizio, con il comitato locale ed il resto della cittadinanza ?
    La difesa del territorio passa per la richiesta insistente di partecipazione e trasparenza, cosa aspettate a chiedere alla vs maggioranza quali siano questi intenti virtuosi ? Una delle poche informazioni certe, riguardo all’azienda RMB, è che tratta ceneri, tossiche, in uscita da inceneritori, e questo non promette bene.
    Poi, per il biogas, quante domande sono state poste prima di arrivare a dire che un impianto che coinvolga chissá quanti allevatori sia proprio ció che serve alla nostra agricoltura ? Non vi sembra prioritario, come attori politici e cittadini fruitori, coinvolgere gli agricoltori ed allevatori ad iniziative che promuovono la loro attivitá primaria (ricordiamola: produrre, con giusto ritorno economico, cibo per la comunitá e non energia), facendoli incontrare con i potenziali “consumatori” locali e rendendoli piú “attraenti” rispetto ai distributori di merci, loro concorrenti, tutt’altro che sostenibili se non per i prezzi spesso inspiegabilmente bassi ?
    Sono chiare le dimensioni ed il numero di allevatori coinvolti ?
    Gli impianti a biogas, che hanno un senso dovrebbero essere quelli a ristoro dell’allevatore (raccogliendo il metano per i propri mezzi, utilizzando cogeneratori per l’ autoconsumo o poco piú) e non quelli, industriali, che permettono le speculazioni per chi li vuole installare, chissá a quali condizioni per gli allevatori stessi, e con chissá quali conseguenze ambientali e necessitá di controlli. La maggior parte degli impianti, come se non bastasse, per migliorarne il rendimento, fa uso anche di cereali coltivati ad hoc…: a quando l’OBBLIGO, di fatto, di comprare cibo all’estero per assenza di terreni per l’agricoltura ? Non dimentichiamo che questi impianti non risolvono in automatico il problema dei nitrati. E’ possibile, piuttosto, avere ulteriori informazioni in merito e magari prima che siano stati superate tutte le autorizzazioni ?
    Propongo questo link – e vi assicuro che ce ne sono tanti altri simili sparsi sul territorio nazionale – per iniziare a prefigurare qualche esempio di rischio da cui guardarsi :
    http://www.cremona.coldiretti.it/biogas-rischio-di-speculazioni-.aspx?KeyPub=GP_CD_CREMONA_HOME|CD_CREMONA_HOME&Cod_Oggetto=23914723&subskintype=Detail

    Non dimentichiamo che anche qui ci sará la presenza di un impianto che brucerá, come altri impianti termoelettrici, nonostante questo concetto sembri passare sottotraccia, se non oggetto di opportune negazioni e derisioni da parte dei vari amministratori che si “interfacciano” con chi sottopone loro domande e dubbi. Mi si deve spiegare, ancora, da dove possono arrivare gli incentivi per la produzione di energia elettrica che rendano tali impianti appetibili, anzi forse l’unico vero motivo di essere.

  2. Concordo pienamente con Francesco.
    Aggiungo, sulla base della mia personale esperienza, che dei politici “di professione”, fatte le debite eccezioni, non bisogna fidarsi troppo.
    Tutto quello che dicono deve essere messo in dubbio e sottoposto a verifiche.
    Ricordo che all’inizio della storia Vocem, avendo parlato solo con politici, questi superarono piuttosto agevolmente la mia naturale e istintiva diffidenza verso quel tipo di impianti con argomentazioni e documenti che sembravano assolutamente inappuntabili, e solo quando ebbi il tempo e la possibilità di fare delle verifiche dirette iniziai a rendermi conto dell'”inganno”.
    Comitati, associazioni ambientaliste e singoli cittadini devono vigilare continuamente sull’operato dei loro rappresentanti politici, a tutti i livelli, e soprattutto negli enti locali, affinchè davvero lavorino al servizio della collettività intera, per il bene comune, e non per favorire gli interessi economici di pochi.
    D’altra parte dovrebbe essere interesse degli stessi politici essere sempre aperti al confronto, è sempre pronti ad ascoltare proposte ed anche critiche. Questo li aiuterebbe a prendere decisioni migliori e a sbagliare di meno.

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