Il Tratturo Regio di Cerreto Sannita: un altro pezzo di storia devastato dal cemento!di Giuseppe Fappiano. Gabbionate al posto di muretti a secco, rampe di accesso ai fondi lungo il Regio Tratturo, “nuove” cunette di scolo. La tabella in località “Crocella”di Cerreto Sannita è esplicita: Comune di Sannita (provincia di Benevento)Lavori di recupero e valorizzazione delle emergenze ambientali del “Regio Tratturo” nel territorio di Cerreto Sannita – Fondi P.S.R. Campania 2007/2013 Mis. 1,25 Importo del contratto €. 248.888,87 –Durata dei lavori Giorni 150 e poi… Ingegnere progettista, Direttore dei lavori, ditta appaltatrice ecc…

Leggendo la tabella è chiaro quali siano i cardini del progetto. Finalmente, dopo tanti articolo scritti ed iniziative messe in campo con l’associazione “Laboratorio Città Aperta” e con l’associazione “Oschi”, l’amministrazione comunale di Cerreto Sannita si è finalmente decisa a recuperare quel tracciato e quelle pietre che sono un pezzo di storia e di cultura di Cerreto Sannita.

Non avendo opportunità di accedere ai dati progettuali, posso solo immaginare che dietro a questo rogetto ci sia stato un’analisi storico culturale preliminare nonché uno studio approfondito delle tecniche costruttive al fine di riportare all’antico e rustico splendore il braccio cerretese del Regio Tratturo che, all’altezza di Sepino, confluiva sul più grande Regio Tratturo Pescasseroli- Candela. E, prima ancora, questa antichissima strada, era una delle arterie più importanti del Sannio Pentro che collegava la Valle del Titerno alla sua capitale Bojano. Arteria che fu strategica nelle guerre della Lega Sannita contro l’impero romano.

Ancora oggi ricordo quei muri a secco o semplici pietre accantonate ai lati, spostate per agevolare il cammino degli armenti, che delimitavano l’antichissimo selciato in pietra che si era costruito, compattato e consumato naturalmente attraverso il calpestio ciclico nei millenni passati quando le mandrie e le greggi migravano verso le puglie per andare a svernare.

Negli anni successivi, benché il tracciato fosse stato oggetto di adeguamento per le nuove esigenze dei contadini, ed avendo perso il suo scopo principe di strada della transumanza, non era stato eccessivamente snaturato e sull’antico selciato di pietra calcarea era stato posto un manto di catrame ma non aveva mai subito interventi strutturali che ne snaturasse la struttura originaria.

L’antico tracciato nei territori di San Lorenzello e Cerreto Sannita Immagino che se le parole sono usate per il senso che hanno, questo progetto deve essere realmente un buon inizio per recuperare le nostre bellezze storiche e ambientali e darne giusto lustro e valorizzazione.

Ed invece, come è consuetudine a Cerreto Sannita, le parole sono usate in modo alquanto bizzarro, per non dire osceno per dire l’opposto contrario di ciò che esse esprimono. Infatti seguendo il tracciato che sale verso il bivio per la la Leonessa mi imbatto in un tratto del “Regio Tratturo” dove invece che costruire muretti a secco, come era in origine, sono stati posti in opera delle volgarissime gabbionate. Anche le antiche e profonde “cunette”, adatte a contenere la forza delle acque che scendono dalle pendici del Monte Coppe, sostituite con delle cunette piatte in cemento che non si usano più nemmeno in Arabia Saudita dove non piove mai. Dimenticando, colpevolmente, che la forza dell’acqua che scende dal Monte Coppe è un’acqua irruenta che se non ben governata e regimata produce i danni che già sappiamo. E che dire dei manufatti in cemento per creare rampe di accesso ai fondi agricoli?. Un vero scempio alla cultura prima che alla buona pratica costruttiva.

Purtroppo di questi fatti sul territorio di Cerreto avvengono frequentemente nella assoluta indifferenza. Indifferenza che permette a certi progettisti e tecnici di continuare ad intervenire in modo squallido seguendo semplicemente il principio della devastazione e non del restauro, del recupero e conservazione dei beni storici che benché poveri hanno un alto valore archeologico e storico.

Non mi meraviglio, conoscendo l’insensibilità dei preposti, che si intervenga su un bene storico in siffatta maniera e salta all’occhio che con il finanziamento di €. 248.888,87 interessi anche la strada San Sebastiano che nulla ha a che fare con il tracciato antico del “Regio Tratturo”.

Evidentemente vi sono interessi, nemmeno tanto “oscuri” per distrarre i fondi di finanziamento per lo storico tracciato ed utilizzarli per un’altra strada. Ma come più volte ho detto, Cerreto è il paese del “tutto è possibile”

E’ evidente che ciò che è venduto come “recupero e valorizzazione” serva solo ed esclusivamente a tenere in vita quel sistema politico-clientelare della vecchia politica cerretese. Un altro bel lavoro di scempio della memoria storica nonché di un prevedibile danno ambientale incalcolabile del duo Santagata-Barbieri che più che alla conservazione e restauro delle bellezze cerretesi, pezzi della nostra storia, pensano solo al loro tornaconto elettorale.

Continua …

Cerreto Sannita, 31 marzo 2011

Giuseppe Fappiano

 

 

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2 Commenti

  1. Purtroppo lo stesso è accaduto con la strada che va a S.Giovanni e che costeggia Cerreto Vecchia. Allora, piuttosto che valorizzarlo con adeguata illuminazione e pannelli didascalici, fu addirittura demolito uno spigolo delle mura della città medievale, che io conservo in foto, perchè occupava parte della strada. E’ quasi Kafkiana la vicenda: si utilizzano fondi per valorizzare i monumenti per distruggere gli stessi. I protagonisti in negativo sono sempre i tecnici, perchè la firma sul progetto la apponiamo noi, assumendoci la responsabilità di ciò che facciamo.

  2. Renzo, grazie per il tuo commento.
    Purtroppo della storia, della cultura, dell’architettura di questo paese ne hanno fatto carta straccia. Parlerò ancora e denuncerò fino allo spasmo le devastazioni che un certo tipo di intervento, un certo tipo di tecnici ancora si permettono di fare.
    Sono degli assassini dei luoghi, della cultura e delle tradizioni di questo paese.
    Penso ai danni che sono riusciti a fare alla Leonessa, al Ponte di Annibale, al Ponte Vall’Antico, alla Tinta (aggressione che ancora si sta consumando nell’indifferenza generale), al colle che porta alla Madonna delle Grazie per non parlare del rifacimento delle strade del paese e, dulcis in fundo, l’obbrobrio di Piazza San Martino.
    E’ come se chi restaura la Gioconda inserisse, a proprio piacimento, una macchina sulla strada oppure un aereo sullo sfondo.
    Questo è ciò che sta accadendo a Cerreto: si modifica e si trasforma solo per rispondere al proprio arbitrio
    Questo paese non è un paese da modificare, ma un paese da RESTAURARE!
    A questo dovrebbero pensare quando si vuole “recuperare e valorizzare” e non nascondere dietro parole altisonanti beceri interessi politico-clientelari.
    Gli interessi dei politici non coincidono mai con gli interessi della cultura vera.
    Purtroppo a Cerreto è risaputo che chi diventa sindaco automaticamente crede di diventare “il padrone del paese” e fa e disfa a proprio piacimento rispondendo solo ed esclusivamente agli interessi politico-clientelari. Il resto non conta. Non ascolta la società civile nè gli appelli che vengono anche da chi non la pensa come lui.
    Sono decenni e decenni che viviamo questa condizione ma non mi stancherò mai di combattere, anche da solo, questo sistema che sta facendo morire questo paese.

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